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Oracle AI World 2025: l'IA cambia tutto, a partire dai dati

di pubblicato il nel canale IA business Oracle AI World 2025: l'IA cambia tutto, a partire dai dati

Da Las Vegas, la visione di Larry Ellison e la concretezza di Clay Magouyrk definiscono la nuova traiettoria di Oracle: portare l’intelligenza artificiale ai dati, non i dati all’intelligenza, costruendo un’infrastruttura cloud e applicativa in cui gli agenti IA diventano parte integrante dei processi aziendali, fino al cuore delle imprese europee

 

“AI changes everything” non è solo il tema di Oracle AI World 2025, ma la sintesi perfetta della visione delineata da Larry Ellison durante il keynote al Venetian Convention Center di Las Vegas. L’IA, secondo il fondatore e CTO di Oracle, è destinata a riscrivere il modo in cui le aziende gestiscono, comprendono e valorizzano i propri dati. Ma il punto non è solo la potenza dei modelli o la capacità di generare contenuti: il vero cambiamento sta nel modo in cui i dati vengono messi in relazione con l’intelligenza artificiale.

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Ellison ha annunciato la costruzione negli USA di un nuovo data center con 500.000 GPU NVIDIA, destinato a diventare una delle più grandi infrastrutture di training IA al mondo, ma la sua visione va oltre la scala: l’obiettivo è rendere l’IA parte del tessuto stesso dell’impresa. La AI Data Platform e il Database 26ai incarnano questa strategia, unendo analisi, automazione e sicurezza in un’unica architettura. È qui che nasce il principio cardine: bring AI to data, not data to AI.

A tradurre la visione in concretezza è anche l’intervista realizzata da Edge9 a Kambiz Aghili, Vice President of Product for Multicloud, e Andrea Sinopoli, Vice President Cloud Technology Country Leader per l’Italia. Nel video, pubblicato qui sopra, i due dirigenti raccontano come Oracle stia costruendo un ecosistema multicloud realmente aperto, in cui modelli di IA, agenti e dati convivono con la stessa flessibilità e gli stessi livelli di sicurezza, ovunque si trovino.

Bring AI to the data, not data to AI

Il messaggio di Ellison trova la sua applicazione tecnica nella piattaforma illustrata da Juan Loaiza e T.K. Anand durante la sessione dedicata alla AI Data Platform. È una suite integrata che combina database, lakehouse e strumenti open source come Spark e Apache Iceberg, per consentire alle imprese di utilizzare l’IA dove risiedono i propri dati, sia on-premise sia in ambienti multicloud.

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Loaiza ha spiegato che l’intero stack Oracle è stato “riprogettato con l’IA dentro”, dall’autonomous database fino all’application layer, e che i nuovi large language models possono essere integrati in modo controllato: i dati non lasciano mai il perimetro aziendale, ma diventano parte del ragionamento dei modelli.

È un’evoluzione che cambia anche la filosofia del cloud. “We bring AI to where the customer is”, ha detto Loaiza: un principio che si traduce nella possibilità di eseguire modelli e agenti IA nei data center dei clienti, con le soluzioni Cloud@Customer e Dedicated Region.

Le fondamenta: OCI

A dare sostanza a questa visione è l’infrastruttura cloud su cui tutto poggia. Clay Magouyrk, CEO di Oracle Cloud Infrastructure, durante un keynote molto interessante ha raccontato l’evoluzione di OCI in un’architettura progettata per performance costanti, sicurezza integrata e costi prevedibili. 

Magouyrk ha introdotto Acceleron, un progetto che sintetizza dieci anni di sviluppo e che rappresenta il cuore tecnico del cloud Oracle di nuova generazione. Acceleron combina tecnologie come Converged NIC, Zero Trust Packet Routing e Multi-Planar Networks per creare cluster di GPU distribuiti su più edifici, collegati con latenza minima. È un’innovazione invisibile all’utente, ma fondamentale per l’efficienza con cui OCI gestisce i carichi IA su scala globale. Sul palco del keynote di Magouyrk sono saliti anche rappresentanti di TikTok e OpenAI, segno di quanto Oracle sia ormai parte integrante dell’infrastruttura su cui si regge l’ecosistema dell’IA globale.

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Karan Batta ha spiegato come Oracle stia estendendo questo modello al multicloud, con il lancio dei Universal Multicloud Credits, che permettono di utilizzare database e servizi IA su OCI, AWS, Azure o Google Cloud mantenendo gli stessi prezzi e le stesse logiche di consumo. “Non si tratta di costruire un chip proprietario – ha detto Batta – ma di garantire ai clienti libertà di scelta, performance e sicurezza in ogni scenario”.

La missione di OCI è chiara: essere “the highest performance, lowest cost, and most secure infrastructure we can imagine (l'infrastruttura più performante, più economica e più sicura che possiamo immaginare, ndr)”.

Le novità: agenti, studio e marketplace

Il linguaggio con cui Oracle racconta la propria innovazione cambia quando si passa dall’infrastruttura alle applicazioni. Steve Miranda, EVP Applications Development, durante un altro keynote ha mostrato come l’IA sia ormai integrata in ogni modulo di Fusion Applications.

Dopo aver promesso un centinaio di agenti IA lo scorso anno, Oracle ne ha già rilasciati oltre 600, a cui si aggiungono 100 agenti nel nuovo AI Agent Marketplace e il tool Agent Studio, che consente ai clienti di crearne o modificarne di propri. Oggi, nel mondo, sono più di 32.000 le persone certificate per sviluppare agenti all’interno della piattaforma.

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Gli agenti sono embedded nelle applicazioni, conoscono il contesto dell’utente e agiscono in modo autonomo ma controllato: segnalano anomalie nei conti, analizzano ordini e processi, automatizzano verifiche e approvazioni. Miranda li definisce “assistenti intelligenti che vivono dentro le applicazioni”, progettati per rispettare i permessi, la sicurezza e la governance del dato.

A differenza di altri copilot, gli agenti Oracle non operano all’esterno dei sistemi, ma dentro i processi aziendali. È qui che la filosofia “bring AI to data” assume il suo significato più concreto.

Le applicazioni: il ruolo degli agenti IA

Durante l’evento, Oracle ha mostrato come questa architettura si traduca in casi reali. Milwaukee Tool, produttore di utensili professionali, ha raccontato la propria trasformazione digitale: dalla gestione della supply chain alla produzione, l’azienda utilizza Fusion Applications per standardizzare i processi e introdurre automazioni basate su IA.

Un altro esempio arriva da Berkshire Hathaway Energy Renewables, che usa gli strumenti Oracle per analizzare i dati della rete elettrica e migliorare la previsione della domanda.

Miranda ha poi chiarito che gli agenti non sostituiranno le applicazioni, ma ne rappresentano l’evoluzione naturale. Le aziende continueranno a gestire ordini, pagamenti e contabilità, ma con sistemi capaci di ragionare e di adattarsi. “L’IA – ha detto – sarà pervasiva come Internet, ma integrata nei processi che già conosciamo.”

Il contesto europeo

La prospettiva europea, raccontata da Cormac Watters e Richard Smith, porta la visione di Oracle nel contesto della regolamentazione e della sovranità dei dati.

Secondo Watters, la domanda di IA nel mercato EMEA è cresciuta rapidamente: le aziende chiedono non solo strumenti, ma la possibilità di adattarli. “Il vero cambiamento – ha detto – è che oggi ci chiedono quali agenti arriveranno nei prossimi 90 giorni.”

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Smith ha evidenziato come Oracle sia riuscita a unire per la prima volta tutti i livelli del proprio stack – database, middleware, cloud e applicazioni – in un’unica direzione strategica. Allo stesso tempo, ha sottolineato l’importanza del “system of record” come garanzia contro il rischio di shadow AI: “Serve sempre un sistema di riferimento che assicuri tracciabilità, audit e stabilità dei processi.”

Nel video realizzato con Andrea Sinopoli, emerge anche il tema della sovranità digitale: Oracle è tra i pochi provider capaci di portare i propri servizi nei data center dei clienti europei, con soluzioni che uniscono compliance e innovazione. È una richiesta sempre più frequente, spinta anche dall’entrata in vigore dell’AI Act europeo e dal desiderio delle imprese di mantenere il controllo sui propri dati.

Smith ha infine sintetizzato l’orizzonte con una frase che restituisce bene lo spirito di Oracle AI World: “Non siamo ancora nell’età dell’IA, siamo nella sua metamorfosi.”

Edge9 ha anche intervistato direttamente Richard Smith, trovate le sue considerazioni su IA e cloud qui.

Le prospettive

Oracle si trova oggi in un punto di convergenza tra infrastruttura, dati e applicazioni. L’IA non è più un modulo aggiuntivo, ma un principio architetturale che permea ogni livello del suo ecosistema. Dall’hardware alle applicazioni, tutto è stato ripensato per funzionare in modo intelligente e distribuito, mantenendo però la solidità di una piattaforma enterprise.

La promessa di Larry Ellison – “AI changes everything” – non è un esercizio retorico. È il manifesto di una trasformazione che, come Internet venticinque anni fa, ridefinirà le regole del business e della tecnologia. E che, per Oracle, comincia da un presupposto semplice ma radicale: portare l’intelligenza ai dati, non i dati all’intelligenza.

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