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SAP NOW AI Tour: la strategia della Business IA tra dati, cloud e persone

di pubblicata il , alle 09:28 nel canale Cloud SAP NOW AI Tour: la strategia della Business IA tra dati, cloud e persone

Dalla visione del "flywheel effect" alla piattaforma Joule, SAP mostra come l'IA integri dati e processi per creare valore. Le testimonianze di Polifin, Nutkao e FiberCop raccontano un'Italia industriale che innova con pragmatismo e cultura digitale

 

Al Superstudio Maxi di Milano, la tappa italiana del SAP NOW AI Tour ha riunito manager e imprese attorno a un tema ormai centrale: l’Intelligenza Artificiale non è più il futuro, ma la chiave del presente. “Viviamo un’epoca segnata da sfide complesse e incerte. L’IA può diventare una risposta importante all’incertezza, un fattore di resilienza per affrontare i cambiamenti di mercato”, ha affermato Carla Masperi, Amministratore Delegato di SAP Italia.

La riflessione parte da una ricerca condotta su 600 aziende italiane. Il 38% dei rispondenti indica nella fragilità della supply chain e del procurement la principale vulnerabilità operativa, mentre il 29% teme i rischi derivanti da decisioni basate su informazioni errate o “allucinate” dai modelli generativi. È la fotografia di un contesto in cui la trasformazione digitale non può più prescindere da una visione strutturata di come integrare l’IA nei processi di business.

SAP NOW AI Tour

Per SAP, la risposta è l’autonomous enterprise, un modello in cui la tecnologia permea le operazioni aziendali e rende l’organizzazione capace di adattarsi con velocità e precisione. Significa processi sempre più automatizzati, decisioni predittive, agenti intelligenti in grado di coordinare attività e — soprattutto — persone liberate da compiti ripetitivi per concentrarsi sul valore. “L’IA non è un semplice strumento tecnologico: può aprire nuovi orizzonti al futuro e un nuovo modo di fare impresa”, ha sintetizzato Masperi.

Dati, applicazioni e IA nel volano dell’innovazione

Il cuore della strategia SAP è racchiuso in un concetto fisico: il flywheel effect, o effetto volano. Come ha spiegato Cinzia Pellegrini, SAP Cloud ERP Solution Advisory Manager, SAP Italia, "un corpo in movimento conserva la propria energia e raggiunge un equilibrio sempre più stabile". Così, quando IA, dati e applicazioni sono integrati, l’impresa accelera la propria capacità di generare valore in modo continuo.

SAP NOW AI Tour

Questo modello si articola in tre livelli strettamente connessi. Il primo è quello delle applicazioni, dalla suite ERP alle soluzioni di business line, fino alla piattaforma tecnologica Business Technology Platform. Il secondo è la Business Data Cloud, sviluppata in partnership con Databricks, che consente di combinare dati interni ed esterni mantenendo la coerenza semantica: non un semplice data lake, ma un ambiente in cui il contenuto conosce il contesto. Il terzo livello è quello dell’IA, che comprende il copilota generativo Joule e i nuovi Joule Agents, assistenti capaci di comprendere il ruolo dell’utente e agire in linguaggio naturale su task complessi.

La visione è di un ecosistema in cui le applicazioni non sono più meri strumenti operativi, ma piattaforme intelligenti. “In futuro la bontà di un software non sarà più giudicata solo dalla copertura funzionale, ma da quanto rapidamente e facilmente potrà sfruttare l’IA”, ha osservato Masperi. Entro la fine dell’anno SAP prevede oltre 400 use case di IA integrati nelle proprie soluzioni, dal controllo automatico delle fatture al reporting ESG generativo, dalla manutenzione predittiva ai sistemi di pianificazione logistica.

Le imprese italiane nell’autonomous enterprise

L’autonomous enterprise non è una prospettiva teorica: a Milano sono salite sul palco tre aziende che ne stanno sperimentando la concretezza.

Paolo Cervini, CEO del gruppo Polifin–Gewiss, ha raccontato un percorso di trasformazione manageriale e digitale che ha portato il gruppo da 13 a 52 paesi e a triplicare il fatturato in cinque anni. “La digitalizzazione e la sostenibilità devono creare valore, non essere concetti astratti. Il cambiamento è continuo e richiede competenze, processi e una visione che renda l’azienda più internazionale e resiliente.” L’adozione dell’IA, ha spiegato, è gestita da un comitato interno che garantisce un approccio strutturato e pragmatico: “La differenza sta tra fare esperimenti isolati e avere un piano strategico di adozione.”

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Dalla manifattura dolciaria arriva la testimonianza di Gianfranco D’Amico, CEO di Nutkao, gruppo da mezzo miliardo di euro di fatturato e presenza in 90 paesi. L’azienda, che ha scelto SAP nel 2020 e recentemente è entrata nel programma RISE with SAP, utilizza modelli predittivi per analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla produzione di cacao, nocciole e pistacchi. “L’IA non sostituirà le persone, ma sostituirà chi non capisce il cambiamento. Il vero rischio non è tecnologico, è culturale”, ha dichiarato.

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Un approccio radicale anche per Fabio Veronese, Chief Information & Technology Officer di FiberCop, la società infrastrutturale nata dallo spin-off di TIM. Con 19 mila dipendenti e una rete nazionale da trasformare in fibra ottica, FiberCop ha scelto un percorso greenfield nel public cloud con GROW with SAP. “Non vogliamo replicare la complessità delle grandi aziende: preferiamo standardizzare i processi e concentrarci sulla cultura del cambiamento. La tecnologia deve sparire: quando la tecnologia sparisce, vuol dire che è diventata parte del modo di lavorare.”

Tre visioni diverse, accomunate dalla consapevolezza che l’innovazione non è solo implementazione di strumenti, ma evoluzione di mentalità.

L’adozione consapevole e il ruolo umano

La fase successiva, ha spiegato Masperi, è l’adozione graduale ma coerente dell’IA, partendo da progetti puntuali — i cosiddetti mosquitos — fino agli agenti di ruolo. Il controllo automatico delle fatture o la lettura dei contratti sono esempi di come anche task circoscritti possano generare un recupero immediato di produttività, purché inseriti in un ecosistema semantico e applicativo coerente.

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Per SAP, la sfida non è solo tecnologica ma etica e organizzativa. Tutti gli use case sono governati secondo i principi delle 3RResponsible, Relevant, Reliable — e Joule eredita automaticamente la profilazione dell’utente, operando solo entro i limiti delle autorizzazioni previste. È un approccio che mira a coniugare innovazione e fiducia, evitando derive di shadow IA o adozioni non controllate.

Nel dibattito finale, Veronese ha sintetizzato la chiave di lettura comune: “Il successo non dipende dalla scelta della tecnologia, ma dalla conoscenza dei propri processi. Un’azienda che sa come funziona può ottenere il massimo beneficio dall’IA. Il resto è contorno.”

È in questo equilibrio tra tecnologia invisibile e cultura consapevole che la Business IA di SAP trova la sua direzione. Un modello in cui la tecnologia accelera, ma è l’impresa — e le persone che la animano — a restare al centro del movimento.

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