Studi commerciailsti e tecnologia: l'IA entra in gioco, ma l'Italia resta indietro
di Riccardo Robecchi pubblicata il 20 Ottobre 2025, alle 15:01 nel canale IA business
La seconda edizione dell'indagine di Wolters Kluwer Tax and Accounting, Future Ready Accountant, mostra come l'IA stia entrando negli studi commercialisti, per quanto in Italia s'investa ancora troppo poco in tecnologia
Nonostante il generale entusiasmo per l'IA che sembra pervadere ogni settore, il ruolo dei commercialisti rimane saldamente "umano", per quanto si assista a un incremento nell'uso delle nuove tecnologie. Questo è quanto afferma il nuovo rapporto globale "Future Ready Accountant" di Wolters Kluwer Tax and Accounting, che è andato ad analizzare le opinioni di oltre 2.700 professionisti in tutto il mondo, con un approfondimento particolare per l'Europa e l'Italia.
Commercialisti e tecnologia: un rapporto a fasi alterne

Nel 2024 l'uso dell'IA tra i commercialisti si fermava al 9%. Quest'anno, l'indagine di Wolters Kluwer afferma che si è arrivati ben al 41% (con il 35% che ne fa uso quotidianamente): un balzo in avanti significativo, che indica che l'IA sta diventando progressivamente (e piuttosto rapidamente) parte delle attività degli studi. Il 77% delle realtà prevede d'incrementare gli investimenti in intelligenza artificiale, per migliorare i modelli di servizio e di coinvolgimento dei clienti, nonché per automatizzare le attività ripetitive e per aiutare nella generazione di analisi strategiche.
In Italia, solo il 28% usa l'IA, contro il 33% in Europa, e il 30% dichiara di non usarla affatto o di farlo solo raramente. Il 61%, però, prevede d'investire in IA nei prossimi tre anni, in particolare per aumentare l'automazione.
Proprio quest'ultimo aspetto è importante, perché l'indagine afferma che ormai il 93% delle realtà coinvolte offre servizi consulenziali (rispetto all'83% dell'anno scorso); i commercialisti sono sempre più, dunque, attenti a seguire i propri clienti con un'offerta personalizzata.
Un aspetto molto interessante che emerge dal rapporto è che gli studi di commercialisti sembrano più propensi, rispetto ad altri settori, a concentrarsi sulla formazione di nuovo personale. Se in generale l'IA sta portando, secondo i primi dati, a una riduzione del numero di posizioni senza esperienza, il 31% degli studi intervistati afferma invece che darà priorità allo sviluppo di competenze tecniche avanzate tra le nuove leve.
Guardando al panorama tecnologico al di là della sola IA, il 52% degli studi ha ampliato l'uso delle soluzioni basate sul cloud e l'87% di quelli con sistemi altamente integrati ha visto una crescita del proprio fatturato. È interessante notare che gli studi italiani si collocano al terzo posto in Europa per uso del cloud, con il 34% che opera interamente in cloud; guardando al quadro più generale, ovvero sommando anche l'uso di soluzioni ibride o non basate sul cloud, l'Italia passa però al settimo posto.
Non sorprende particolarmente che l'Italia si posizioni come un po' indietro rispetto al resto del continente quando si parla d'innovazione: solo il 26% degli studi italiani ha infatti introdotto modelli di lavoro ibrido; mancano strategie strutturali di sviluppo del personale; solo un quarto degli studi considera la tecnologia una priorità e appena il 29% prevede nuove strategie di marketing. Non sorprende, dunque, che anche la crescita dei ricavi sia inferiore al resto d'Europa (66% contro 80%).
Sarà dunque fondamentale per gli studi italiani investire in tecnologia e innovazione, nonché in formazione del personale, per colmare la distanza che li separa dai propri pari nel resto d'Europa. Ciò sarà particolarmente importante per affrontare le normative in continua evoluzione e le esigenze mutevoli del mercato. Il rapporto completo è disponibile a questo indirizzo.
Jason Marx, CEO di Wolters Kluwer Tax & Accounting, ha commentato: "Il Future Ready Accountant 2025 rivela una professione in fase di trasformazione strategica. Gli Studi stanno superando le soluzioni tattiche per adottare strategie a lungo termine incentrate sui servizi di consulenza, lo sviluppo dei talenti e l'integrazione tecnologica. L'IA non è più un’ipotesi futura, ma è un imperativo attuale che le aziende devono adottare non solo per sopravvivere, ma soprattutto per evolversi e crescere. Man mano che le aziende integrano l'intelligenza artificiale e l'automazione nei loro flussi di lavoro, ridefiniscono il modo in cui viene fornito il valore, vengono prese decisioni e costruite relazioni con i clienti. Questi cambiamenti non sono solo operativi, ma segnano una più ampia ridefinizione della natura stessa dello Studio, della sua strategia a lungo termine e dei modelli di coinvolgimento dei clienti che portano a risultati significativi."











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