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VMware tra cloud privato e nuovi modelli di business: cosa si è detto a Explore on Tour 2025 Parigi

di pubblicata il , alle 14:11 nel canale Market VMware tra cloud privato e nuovi modelli di business: cosa si è detto a Explore on Tour 2025 Parigi

VMware Explore on Tour è il nuovo formato delle conferenze di VMware in Europa, che prevede molteplici appuntamenti durante l'anno. A quello di Parigi abbiamo incontrato l'azienda per capire meglio la sua strategia, tra cloud privato, IA e licenze

 

"L'on premise is back. E VMware is back." Questo è il commento che fa la somma della situazione secondo Mario Derba, Managing Director per VMware in Italia. L'abbiamo incontrato, assieme ad altri rappresentanti dell'azienda, a VMware Explore On Tour 2025, che si è tenuto a Parigi. L'evento, in chiave minore rispetto agli anni scorsi poiché le ultime novità sono state annunciate a VMworld a Las Vegas al quale abbiamo partecipato, è stato l'occasione di fare il punto su VMware e sul mercato.

VMware punta tutto sul cloud privato

VMware aveva presentato Cloud Foundation 9.0 lo scorso giugno, puntando moltissimo proprio sulle funzionalità di cloud privato (e IA privata) che servono alle grandi aziende per creare e gestire la propria infrastruttura. L'azienda sta puntando moltissimo proprio su questo concetto di cloud privato e di maggiore controllo che questo offre rispetto alla controparte pubblica.

"Costi, sicurezza e compliance non sono tre parole che viaggiano insieme sul public cloud", dice Derba. "In più c'è tutta questa onda crescente di workload per l'intelligenza artificiale che pone altrettante sfide, ma tutti sanno che al crescere dei volumi e della rilevanza dell'IA dovranno realizzare qualcosa on premise." Un'affermazione che dà un'idea chiara di quale sia la visione dell'azienda: puntare sulle infrastrutture di proprietà delle aziende che non possono o non vogliono usare il cloud pubblico.

"VCF 9.0 è la prima private cloud platform al mondo che consente di unire quei dilemmi come la velocità degli sviluppatori con la possibilità di controllarli, il time to market delle applicazioni con la sicurezza, e i workflow vecchi con quelli nuovi. E tutto questo in maniera armonizzata, in modo da avere un private cloud che abbia la stessa agilità e scalabilità [di quello pubblico]", continua Derba. Che afferma che uno studio, condotto anche in area EMEA, vede 9 aziende su 10 interessate al cloud privato e 5 su 10 che affermano di sprecare soldi sul cloud pubblico, con alcune di queste aziende che dicono di sprecare il 75% della propria spesa.

Ma così come ci sono sprechi che, aggiungiamo noi, nascono probabilmente da un uso non ottimale del cloud pubblico, così avviene anche per quello privato, che dev'essere visto (anche) come un metodo di lavoro. Come fa notare Claudia Angelelli, Manager Solution Engineering in VMware, "noi forniamo una piattaforma realmente unificata con quest'ultima versione; è altrettanto vero, però, che il private cloud non è un posto fisico, ma è un modello operativo nuovo ed è questo il tassello importante che stiamo condividendo e che stiamo aiutando i nostri clienti a implementare, perché senza il cambiamento di modello operativo all'interno dei processi del cliente, la tecnologia rimane limitata."

Sul tema del maggiore controllo garantito dal cloud privato, Derba afferma: "con i movimenti geopolitici che ci sono, tutti si sono risvegliati e stanno cercando di fare marcia indietro e ribilanciare [la propria infrastruttura], quindi il public cloud continua a esistere, ma ribilanciato da un private cloud molto più forte." Un aspetto di cui bisogna, però, tenere conto è quello che il private cloud offre sì un controllo maggiore e una maggiore indipendenza rispetto ai cambiamenti geopolitici, ma fino a un certo punto: come ci ha confermato dopo un'esplicita domanda Martin Hosken, Field CTO for Cloud Providers di VMware, è sempre necessario mantenere attiva una comunicazione periodica tra l'infrastruttura e VMware/Broadcom per la verifica delle licenze. Se tale comunicazione s'interrompe, viene meno anche la possibilità di gestire l'infrastruttura: se, ad esempio, una macchina virtuale si spegne, non è possibile riaccenderla. Le aziende hanno 180 giorni per aggiornare la licenza e confermarne la validità; dopo tale periodo, hanno ulteriori 90 giorni (arrivando quindi a 270 totali) prima che entrino in gioco le limitazioni. Nel caso di eventuali tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti, dunque, l'uso delle soluzioni VMware non risolverebbe comunque il problema dell'indipendenza e della sovranità.

Sul fronte dell'IA, e in particolare dell'integrazione all'interno della piattaforma stessa di VMware, Angelelli dice che è possibile fare domande dirette al chatbot integrato, che può poi fornire analisi come ad esempio un uso elevato delle GPU da parte di un'applicazione che può essere meglio bilanciato. Attualmente il sistema non è in grado d'intervenire direttamente, ma tale miglioramento è in lavorazione e arriverà in futuro. "Oggi il controllo rimane a me [che uso il sistema]. [L'IA] propone e un domani si potrà chiederle di agire, ma la decisione [su cosa fare] rimarrà sempre a me", afferma Angelelli.

Nuove licenze, vecchi problemi

Lasciamo per ultimo il tema del cambiamento della strategia di VMware e della "spinta" che Broadcom sta dando a VCF, che di fatto è diventata praticamente l'unica opzione. Ne abbiamo parlato con Derba, che ha affermato che "noi proponiamo [VCF] perché pensiamo sia la cosa migliore che ci sia, perché facciamo 600 benchmark di TCO al trimestre e vediamo che si può risparmiare tra il 40 e il 50% di sole infrastrutture, non parliamo di risorse che magari uno non sa come impiegare altrove. Il problema è un altro, perché devi voler rompere i silos ed è un lavoro impopolare."

"Siamo consapevoli che molti clienti hanno investito somme significative per la realizzazione di studi di migrazione e che, in alcuni casi, si sono resi conto che tali analisi non hanno prodotto risultati concreti. Non abbiamo registrato la perdita di alcun cliente, né tra i più piccoli né tra i più grandi. Per quanto riguarda il tema dei costi, è importante fare chiarezza: VMware commercializzava licenze perpetue. Questo significava che, a fronte di un investimento iniziale, il cliente sosteneva poi un costo annuale per la manutenzione. In totale, il costo complessivo non era quindi solo quello del rinnovo annuale, ma includeva anche l’acquisto iniziale della licenza. Oggi la situazione è diversa perché il modello è cambiato. Anche altri player hanno adeguato i propri listini, e l’adeguamento dei prezzi riflette semplicemente un nuovo equilibrio tra valore del servizio e sostenibilità del modello."

"Noi non stiamo parlando di radere al suolo il data center, ma di quello che è raggiungibile, magari con gradualità: perché magari non puoi implementare tutto subito perché ti manca dell'hardware specializzato per fare alcune cose, o non puoi consolidare tutto lo storage nel modo in cui dovresti. Ma se fai tutto l'esercizio fatto bene, i numeri quadrano", continua Derba. Che aggiunge, parlando del fatto che ora VMware vende solo un pacchetto di prodotti di cui i clienti potrebbero non avere bisogno: "Alcuni clienti inizialmente ritengono di non aver bisogno di tutte le componenti incluse, ma nella maggior parte dei casi queste si rivelano utili. Allo stesso tempo, offriamo la cosiddetta 'termination for convenience', che consente ai clienti di interrompere il contratto se lo desiderano."

Il che ricorda un po' quello che diceva Steve Jobs sui problemi dell'iPhone 4: erano gli utenti che lo impugnavano male. In questo caso sono le aziende che non userebbero al meglio il pacchetto di prodotti e servizi che VMware gli vende (togliendo di fatto le alternative); la stessa Broadcom, durante l'ultima chiamata con gli investitori, aveva ammesso che i suoi clienti non usano tutte le componenti di VCF. Ma la colpa sarebbe loro.

Possiamo in ogni caso dire due cose: da un lato VMware ha ragione nel dire che le aziende hanno lasciato la componente infrastrutturale sullo sfondo per molto tempo, con investimenti disparati e spesso sottodimensionati. Dall'altro, però, sebbene al momento la strategia di Broadcom sembri pagare e abbia portato il titolo dell'azienda a raddoppiare di valore nell'ultimo anno, sarà in ultima analisi il mercato (e, dunque, partner e clienti di VMware) a decretare se questo approccio continuerà ad avere successo in futuro.

3 Commenti
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destroyer8529 Ottobre 2025, 22:19 #1
Devono
destroyer8529 Ottobre 2025, 22:20 #2
Fallire
destroyer8529 Ottobre 2025, 22:20 #3
Male

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