Apple più ricca del governo degli Stati Uniti?
Secondo i dati diffusi da Strategy Analitics la disponibilità economica del colossi di Cupertino sarebbe attualmente maggiore di quella del governo degli Stati Uniti
di Davide Fasola pubblicata il 01 Agosto 2011, alle 09:30 nel canale MercatoApple
Secondo i risultati di una ricerca diffusa negli ultimi giorni da Strategy Analitics, la compagnia della mela morsicata sarebbe il più grande distributore di smartphone al mondo. I dati parlano di un marketshare pari a circa il 18,5% del mercato globale per la compagnia di Cupertino, seguita dalla coreana Samsung con il 17,5% e dalla finlandese Nokia con il 15,2. In numeri Apple ha distribuito nel corso dell'ultimo trimestre circa 20,3 milioni di smartphone contro i 19,2 di Samsung e i 16,7 di Nokia.
Questi dati si convertono in una disponibilità economica concreta pari a circa 75,9 miliardi di dollari. Una cifra sicuramente impressionante, ancor più se confrontata con i dati che giungono dal Dipartimento del Tesoro americano che ha quantificato in 73,8 miliardi di dollari il valore del bilancio operativo del governo degli Stati Uniti.
I dati non sono ovviamente così direttamente confrontabili, le varianti da tenere in conto sono infatti molteplici. Nonostante ciò rimane comunque evidente il potere che la compagnia californiana ha acquisito da quando, nel 2007, Steve Jobs presentò al mondo la prima versione di iPhone.
Il prezzo delle azioni Apple ha da poco superato i 400$ e il valore totale del capitale della compagnia di Steve Jobs ammonta così a circa 363 miliardi di dollari. Dati che fanno di Apple la seconda più grande compagnia a livello mondiale, dietro soltanto a Exxon Mobil.
28 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl dato " sensazionale " non riguarda Apple ma le condizioni critiche della " cassa " USA e sul come si sia arrivati a versare in queste condizioni.
Nonostante l'accordo da 2400 Mld di Dollari raggiunto questa notte, la situazione economica americana rimane parecchio critica e farà sentire il suo peso anche all'estero.
Il dato " sensazionale " non riguarda Apple ma le condizioni critiche della " cassa " USA e sul come si sia arrivati a versare in queste condizioni.
Nonostante l'accordo da 2400 Mld di Dollari raggiunto questa notte, la situazione economica americana rimane parecchio critica e farà sentire il suo peso anche all'estero.
Quello che si sta facendo è semplicemente la giustificazione all'aumento delle tasse (le tasse sono l'attivo del governo, e servono in ultima analisi per pagare gli interessi ai vari istituti bancari) e alla privatizzazione degli asset statali (che sono lo scotto da pagare alle grandi aziende di investimento per tutto il potere che consapevolmente e inconsapevolmente gli è stato dato).
Il peso si farà sentire anche all'estero perché semplicemente è così che anche da noi deve andare, e serve una scusa per questo, per quanto in un regime economico sano dovrebbe andare non dico al contrario, ma sicuramente diversamente (perché di uno stato posizionato in grave difficoltà economica gli altri, a meno che non siano possessori di suoi crediti, non avrebbero che da guadagnarci, con un maggiore import possibile dato dalla doverosa svalutazione della moneta e possibili speculazioni data la svalutazione del credito).
Non è certamente questa la sezione in cui parlarne, ma il presunto "fallimento" degli USA non è in realtà assolutamente niente di ché. Dal dopoguerra si è deciso di slegare il valore monetario dalle riserve auree percui il denaro attualmente in circolazione non ha praticamente alcun valore, se non quello stesso a cui noi stessi abbiamo deciso (e decidiamo) di dare. Considerando che tale valore è deciso da un paio di enti facenti capo al governo USA (banca federale, banca internazionale, istituti di rating) non c'è alcun fallimento possibile.
Quello che si sta facendo è semplicemente la giustificazione all'aumento delle tasse (le tasse sono l'attivo del governo, e servono in ultima analisi per pagare gli interessi ai vari istituti bancari) e alla privatizzazione degli asset statali (che sono lo scotto da pagare alle grandi aziende di investimento per tutto il potere che consapevolmente e inconsapevolmente gli è stato dato).
Il peso si farà sentire anche all'estero perché semplicemente è così che anche da noi deve andare, e serve una scusa per questo, per quanto in un regime economico sano dovrebbe andare non dico al contrario, ma sicuramente diversamente (perché di uno stato posizionato in grave difficoltà economica gli altri, a meno che non siano possessori di suoi crediti, non avrebbero che da guadagnarci, con un maggiore import possibile dato dalla doverosa svalutazione della moneta e possibili speculazioni data la svalutazione del credito).
Il fallimento a cui ci si riferisce è quello " contabile " o tecnico che dir si voglia.... Un default avrebbe congelato stipendi federali e pagamenti per diverso tempo, aggravando la posizione di solvenza USA per i titoli a lunga scadenza, sebbene c'è una legge federale che garantisca l'onorabilità dei crediti privilegiati.
Giusta comunque la tua osservazione che distingue tra la ricchezza reale di un Paese ( riserve auree e patrimoniali ) con quella " finanziaria contabile ". La radice di questa lunga e continua crisi è proprio nel cuore di questo modello economico neoliberista che ha messo al centro di tutto l mera rendita finanziaria al posto del profitto derivato dal classico ciclo capitale -> produzione -> consumo -> profitto -> capitale.... Svincolare il valore della cartamoneta da quello dell'oro è stato un passo decisivo per questa " rivoluzione " ( e in America ciò è avvenuto ben prima della fine dell'ultima Guerra ), perchè ha sottratto la possibilità di convertire una ricchezza reale in un capitale. Oggi la moneta esprime solamente una mera capacità di acquisto di beni e servizi, ma non esprime più la vera ricchezza!!
Scusate il lungo OT...
PS:ci mancava anche notebooktest.it ....
Mah, notizia fuorviante.
siamo in mano alle corporazioni (multinazionali), che fanno il bono e il cattivo tempo.
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