Eric Schmidt a Roma: 'L'Italia non educa i giovani alla digitalizzazione'

Eric Schmidt a Roma: 'L'Italia non educa i giovani alla digitalizzazione'

Eric Schmidt è intervenuto ad un dibattito con Dario Franceschini, ministro per i beni culturali e il turismo, per parlare di cultura e dell'apporto che può dare la rivoluzione digitale all'economia del paese

di pubblicata il , alle 14:01 nel canale Mercato
 

Eric Schmidt ha tirato le orecchie all'Italia, denunciando la mancanza di formazione digitale per i giovani del Bel Paese. Un fallimento delle politiche, secondo l'ex-CEO di Google, che sarebbe responsabile della nostra poco invidiabile disoccupazione giovanile al 40%.

"Ai giovani italiani manca una formazione digitale. Il sistema educativo italiano non forma persone adatte al nuovo mondo", scrive l'ANSA citando Schmidt, che auspica un "cambiamento nel sistema di istruzione italiano" sullo stile americano, in cui in ogni scuola si insegna informatica.

"Ogni paese ha la sua peculiarità, noi magari abbiamo giovani più competenti in storia medievale", è stata la risposta di Dario Franceschini, risposta che riflette la visione su certe tematiche della nostra politica, a volte totalmente cieca nei confronti della rivoluzione informatica che ormai avviene da decenni.

Franceschini ha comunque ammesso "l'arretratezza digitale del Paese", volendo destinare le nuove tecnologie soprattutto al settore turistico. Dal dibattito è emerso che l'Italia è in forte ritardo sulla digitalizzazione: solo il 26% dei turisti che vengono nello Stivale lo fanno utilizzando una piattaforma di e-commerce, poco più della metà della media europea (49%).

Il gap è dovuto soprattutto alla mancanza di infrastrutture digitali: solo poco più di quattro alberghi su dieci usa un sistema di prenotazione online, quattro mila nostri musei hanno una rendita netta di 70€ per ogni dipendente ma, sommati fra di loro, non riescono a generare gli introiti del solo Louvre. Secondo Franceschini, la digitalizzazione del paese deve iniziare dal settore turistico e culturale, portando le tecnologie di e-commerce nelle imprese turistiche con l'apporto di startup.

La differenza di visione fra i due esponenti, uno della politica italiana e l'altro del mondo imprenditoriale americano, si esplicita anche sui profitti generati dall'enorme impronta culturale italiana: "Avete il patrimonio storico-artistico, ma vi manca la cultura del web, la tecnologia e la consapevolezza che questo è un settore in grado di far crescere l'economia", ha detto Schmidt durante il dibattito, ma secondo Franceschini "bisogna mettere confini fra ciò che si fa al servizio dell'umanità e ciò che si fa per profitto". E intanto la crisi imperversa.

56 Commenti
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inited10 Giugno 2014, 14:06 #1
Quello sterco che passa per il sistema educativo americano non andrebbe preso a modello da nessuno, nemmeno da noi che di problemi ne abbiamo tanti in quel settore. Un sistema per formare una massa di paranoici che alla fine hanno solo da vantare un punteggio e zero cultura in corrispondenza. Semmai dovremmo inventarci qualcosa di meglio, ma ahimé, vedi i problemi di cui sopra...
Zappz10 Giugno 2014, 14:28 #2
"Ogni paese ha la sua peculiarità, noi magari abbiamo giovani più competenti in storia medievale"

Direi fondamentale per fare carriera...
inited10 Giugno 2014, 14:30 #3
Originariamente inviato da: Zappz
"Ogni paese ha la sua peculiarità, noi magari abbiamo giovani più competenti in storia medievale"

Direi fondamentale per fare carriera...

Più utile di quanto sembri. Meglio che essere una bestia che non sa nemmeno da dove vengano le parole che pronuncia.
Zappz10 Giugno 2014, 14:37 #4
Originariamente inviato da: inited
Più utile di quanto sembri. Meglio che essere una bestia che non sa nemmeno da dove vengano le parole che pronuncia.


Sicuramente la cultura e' importante... pero' se bisogna dare una priorita' alle cose e' meglio essere un esperto in informatica e magari lavorare per google con uno stipendio a 6 cifre, piuttosto che essere il massimo esponente sulla storia degli Etruschi e dover suonare il tamburello in piazza per pagarsi il panino...
cronos199010 Giugno 2014, 14:39 #5
A me viene solo da pensare che l'attuale situazione culturale italiana, e relative prospettive future, danno l'idea di quanta ragione abbia il caro Franceschini
buziobello10 Giugno 2014, 14:41 #6
Abbiamo i politici che ci meritiamo, mediamente vecchi, arretrati ed ancora legati al modo di fare di 40 anni fa. Se non cambiano prima loro, non può cambiare niente, e visto che a quanto pare loro non cambiano, almeno nel breve periodo, è inutile sperare che si faccia qualcosa di buono o che arrivi il mago di turno che con la bacchetta magica risolve magicamente i problemi...
Mparlav10 Giugno 2014, 15:27 #7
Originariamente inviato da: buziobello
Abbiamo i politici che ci meritiamo, mediamente vecchi, arretrati ed ancora legati al modo di fare di 40 anni fa. Se non cambiano prima loro, non può cambiare niente, e visto che a quanto pare loro non cambiano, almeno nel breve periodo, è inutile sperare che si faccia qualcosa di buono o che arrivi il mago di turno che con la bacchetta magica risolve magicamente i problemi...


Non è un problema di età, quella media dei parlamentari italiani è inferiore a quella di moltissimi Paesi:

Link ad immagine (click per visualizzarla)

i politici sono sempre lo specchio della realtà in cui operano, non sono marziani sbarcati per caso.

In merito alle riforme in materia d'istruzione in Italia, così come in materia di giustizia, non ne ricordo una sola, dal dopoguerra, che non sia stata pesantemente avversa, a prescindere da chi l'avesse proposta.

Comunque in materia d'istruzione scolastica, gli USA non sono un buon esempio e non è un caso che anche loro ne "importano" tantissimi d'informatici, soprattutto dall'Asia.
acerbo10 Giugno 2014, 15:38 #8
l'argomento é troppo lungo e complesso per poterlo affrontare in maniera esaustiva, l'unica cosa che mi domando é se Franceschini sa cos'é google, ho paura che la sua risposta sarebbe quella di un bambino di 12 anni.
Piccola parentesi sull'istruzione italiana, io ho studiato informatica e ho iniziato a lavorare circa 13 anni fà, ricordo che quando sono entrato in IBM per fare il mio stage come sviluppatore non capivo una parola di quello che dicevano, per mesi sono entrato nel panico e provavo vergogna quando sentivo parlare la gente con le terminiologie tecniche. Oggi non so se l'istruzione é cambiata, ma mi sembra di capire che c'é ancora un enorme scollamento tra la teoria e la pratica, quando finisci gli studi in italia non sei pronto per lavorare in un'azienda e questo dipende quasi esclusivamente dal sistema scolastico inadeguato.
inited10 Giugno 2014, 15:40 #9
Originariamente inviato da: Zappz
Sicuramente la cultura e' importante... pero' se bisogna dare una priorita' alle cose e' meglio essere un esperto in informatica e magari lavorare per google con uno stipendio a 6 cifre, piuttosto che essere il massimo esponente sulla storia degli Etruschi e dover suonare il tamburello in piazza per pagarsi il panino...
Anche no. Io sono un esperto in informatica. Ho anche avuto a che fare con altri esperti in informatica. Gente che davanti al Colle Palatino diceva "cos'è, Abu Simbel?". Il problema di queste persone è che si ultra-specializzano e poi diventano inflessibili, proprio perché non hanno altre prospettive. Il nostro modo di fare scuola, per quanto calcificato e sicuramente rivedibile, ha proprio il pregio di fornire flessibilità perché più che dare una cultura dà un metodo di studio. Questo non vale per il sistema americano, che invece dà un'infarinatura e poi delega la formazione all'impresa che assume, la quale si guarda bene dal rendere il dipendente flessibile e lo forgia nella forma che gli serve, per poi buttarlo quando invece di una chiave inglese gli serve un trapano.
_ccna10 Giugno 2014, 15:52 #10
Noi giovani italiani veniamo educati alla cultura della corruzione e delle raccomandazioni, che mi sembrano valori molto più importanti perché con esse si può arrivare molto più in alto che con la digitalizzazione. Le nostre madri, i nostri padri e i nostri zii ci educano sin da piccoli a tali valori. W la diversità culturale. Io sono fiero di essere Italiano e di non avere il culo a stelle e strisce.

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