Facebook a Wall Street, un debutto da dimenticare?

Facebook a Wall Street, un debutto da dimenticare?

Due giorni di perdita e una delicata questione legale all'orizzonte: i primi giorni di Facebook a Wall Street gettano qualche ombra sul colosso dei social network

di pubblicata il , alle 11:14 nel canale Mercato
Facebook
 

Due giorni consecutivi di segno meno, ed un piccolo rimbalzo del 3% nella giornata di ieri, che hanno portato il titolo a 32 dollari, rispetto ai 38 dollari del giorno del debutto. I giorni seguenti al collocamento in borsa di Facebook non saranno certo i migliori da ricordare per il colosso dei social network, che oltre ad un andamento piuttosto turbolento sui listini di Wall Street, si trova ora a fronteggiare anche qualche fastidiosa noia legale.

La Securities and Exchange Commission ha infatti dichiarato di aver aperto un'indagine approfondita sull'IPO di Facebook, a seguito delle insinuazioni sollevate da alcuni investitori secondo le quali Morgan Stanley, la banca d'affari che ha seguito la quotazione in borsa per il social network, avrebbe rilasciato alcune informazioni strategiche (in particolare la riduzione sulle stime di crescita di fatturato e utili) solamente ad una ristretta cerchia di clienti privilegiati.

Questo ha portato alcuni insiders di Wall Street ad evitare di partecipare alle contrattazioni, lasciando così sul mercato molte più quote di quanto originariamente previsto. In questo modo alcuni investitori non istituzionali sono risultati essere molto più esposti poiché, collocando sovraordinativi per evitare di restare a bocca asciutta, si sono ritrovati nelle tasche molte più azioni di quanto pianificato.

Il presidente della SEC Mary Schapiro, sottolineando la necessità di osservare più attentamente ciò che è accaduto collateralmente in fase di IPO, ha affermato: "Penso che ci siano molte ragioni per avere fiducia nei nostri mercati e nell'integrità del modo di operare, ma vi sono problemi che necessitano di essere osservati nello specifico in realzione a Facebook".

All'annuncio della SEC è seguita una causa collettiva depositata presso un tribunale di Manhattan, che accusa Facebook ed i sottoscrittori dell'offerta (Morgan Stanley, Goldman Sachs e JPMorgan Chase) di non aver informato in maniera chiara gli investitori in merito alla riduzione delle stime di crescita del fatturato.

Ma anche Nasdaq OMX Group, la società che gestisce il listino, è diventata oggetto di una causa collettiva. Nelle prime ore della contrattazione, quando Facebook ha fatto il proprio debutto a Wall Street, una serie di problemi tecnici hanno infatti portato a dei ritardi nell'esecuzione degli ordini, causando perdite agli investitori.

34 Commenti
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Snickers24 Maggio 2012, 11:20 #1
C'è poco da lamentarsi, l'altro giorno leggevo un articolo su bloomberg.com e giustamente l'autore si riferiva al comprare azioni di FB come una scommessa bella e buona e gli investitori avevano poco da lamentarsi visto appunto proprio ciò che stavano comprando (azioni di una società IT che offre """servizi""" intangibili). E non mi stupirei che le insinuazioni su Morgan Stanley siano figlie di questo piagnucolare: questa è stata, a memoria, una delle IPO più guidate dal sentimento in assoluto
theJanitor24 Maggio 2012, 11:21 #2
non credo sia il momento migliore per quotare aria fritta
MadMax of Nine24 Maggio 2012, 11:34 #3
Quando basi tutto su utenti e non clienti personalmente non lo vedo un modello di business vincente, o cambiano strada o il declino è scontato...
Mr Resetti24 Maggio 2012, 11:44 #4
Ma soprattutto, come si può pensare di mantenere la capitalizzazione a 100mld di $ per una società che porta in cassa (lordi, se ho ben capito) all'anno 180-200mil di $?
Mparlav24 Maggio 2012, 11:54 #5
Per i problemi avuti con la piattaforma Nasdaq, si vocifera che vogliano passare al NYSE.

In ogni caso, se le accuse mosse dalla class action fossero provate, assisteremmo ad uno dei più grossi risarcimenti della storia, roba da Guinness
TheDarkMelon24 Maggio 2012, 12:02 #6
GODO
Krieger24 Maggio 2012, 12:08 #7
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
...Morgan Stanley, Goldman Sachs e JPMorgan Chase...


Ma non sono gli stessi che hanno provocato la crisi dei titoli derivati?!

Portocala24 Maggio 2012, 12:12 #8
E' tutto un magna manga tra di loro, chi doveva sapere sapeva e la gente normale se la prende sempre in quel posto.
Bakaras24 Maggio 2012, 12:13 #9
chi auspicava un sicuro successo forse dovrà rivedere le sue conclusioni...
acerbo24 Maggio 2012, 12:23 #10
L'ennesima manovra truffaldina made in U.S.A basata sulla vendita di fumo e sulla raccolta della fiducia dei mercati a colpi di marketing, impicci e imbrogli. Questa volta pero' l'hanno fatta in maniera goffa e gli si è rivoltata contro. Sarebbe ora che si inizi a rivedere seriamente il funzionamento della finanza e dell'economia mondiale.

Prima di FB l'ultima raccolta di soldi gonfiata ad arte è stata groupon, un colosso basato sullo spam e sulla pubblicità occulta. Prima o poi la bolla di internet scoppierà e ci sarà da fare i conti con un altra crisi speculativa

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