WiMAX: prime nubi sulla compatibilità, lo afferma Intel
Una dichiarazione di Sean Maloney, capo della divisione Mobility di Intel, crea dei dubbi sul progetto WiMAX: problemi di compatibilità tra standard 802.16-2004 e 802.16e
di Fabio Boneschi pubblicata il 14 Aprile 2005, alle 16:34 nel canale MercatoIntel
WiMAX, acronimo di (Worldwide Interoperability for Microwave Access), è la nuova promessa nel campo delle comunicazioni wireless che promette la realizzazione di reti metropolitane con un sensibile risparmio economico.
Le caratteristiche tecniche sono profondamente diverse da quelle del Wi-Fi, tecnologia con cui WiMAX ha ben poco da spartire. La larghezza di banda è di 74Mbps, con una copertura per singola "stazione" di 50Km teorici (le attuali implementazioni parlano però di 10Km). La nuova tecnologia utilizza frequenze comprese tra i 6 e gli 11 GHz.
La nuova tecnologia è sviluppata dal WiMAX Forum, costituito da oltre 60 aziende nelle cui file c'è anche Intel che è molto attiva, ipotizzando notevoli guadagni derivanti dalla vendita di chip, processori ecc.
Le reti WiMAX verranno sviluppate in tre differenti step: il primo prevede la realizzazione di collegamenti punto-punto al fine di ridurre tempi e costi per nuove installazioni ma si limiterà a collegare il provider all'infrastruttura del cliente.
In una seconda fase è prevista l'installazione di antenne interne agli edifici, realizzando comunque un collegamento punto-punto con la "stazione principale"; solo in una seconda fase saranno disponibili le tecnologie per garantire il roaming che aprirà le porte a tutte le applicazioni mobile.
Da alcune dichiarazioni di Sean Maloney, a capo della divisione Mobility di
Intel, emergono le prime nubi in merito al progetto WiMAX; pare infatti che
un notebook equipaggiato con tecnologia WiMAX non offre ancora la flessibilità
sperata poichè la sua compatibilità è garantita con dispositivi
802.16e, mentre le attuali implementazioni fanno riferimento allo standard 802.16d
(noto anche come 802.16-2004).
Al momento, stando alle dichiarazioni di Maloney, non vi sono grandi possibilità
legate all'interoperabilità delle reti 802.16d con infrastrutture 802.16e
ed il ricorso a reti dedicate pare obbligato
Una possibile soluzione potrà derivare dalle tecnologie WiMAX con il 3G ed in particolare dal HSDPA (High Speed Data Packet Access) che, previo un necessario periodo di sviluppo, potranno garantire la necessaria interoperabilità.
Con le dovute eccezioni, quanto segnalato da Sean Maloney ripete ciò che accadde qualche anno fa in merito agli standard 802.11a e 802.11b. Anche in quel caso la soluzione fu trovata "nel silicio", ovvero attraverso lo sviluppo di chip capaci di garantire l'interoperabilità ai due standard.
Non è il caso di essere eccessivamente pessimisti, ma le dichiarazioni di Sean Maloney raffreddano gli entusiasmi che negli ultimi tempi aleggiano intorno alle promesse di WiMAX: è comunque una tecnologia molto promettente che aprirà innumerevoli nuove possibilità all'attuale visione e percezione del mobile computing, ma come tutte le nuove tecnologie necessità di tempo per maturare e trovare applicazioni veramente fruibili con semplicità.
Per eventuali approfondimenti vi segnaliamo questo articolo, oltre ovviamente al sito ufficiale del WiMAX Forum.
Fonte: TheRegister
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infochiamato anche... 802.16d
per la redazione: mi sa che c'è una (divertente) svista
Qualcosa del tipo : "Cara, è pronto il pollo? No, caro aspetta che accendo due secondi il portatile... " ?
l'altro aspetto - meno importante della salute, però comunque importante - di cui non sento parlare più di tanto è la sicurezza... chi fa war driving risparmierà un casino in benzina col wimax, basterà mettersi in terrazzo da casa per sniffare tutto quello che passa in città o adotteranno qualche robusto sistema (leggasi: non di certo quello delle attuali reti wi-fi) di crittografia dei dati? e anche compatto? voglio dire: se di default è "open" e dev'esser l'utonto a inserire una chiave sulle varie macchine della rete già è troppo complicato, e va a finire che una porzione non indifferente di reti rimangono aperte, come già accade oggi...
"mentre le attuali implementazioni fanno riferimento allo standard 802.16d (noto anche come 802.16-2004)"
non più delle frequenza dei cellulari, anzi le basse frequenze dei cellulari sono + dannose
In generale comunque il danno deriva dall'intensità ricevuta del campo magnetico.
Intensità ricevuta significa confrontare la potenza del campo nel quale si è immersi e il tempo di immersione nello stesso.
Il problema non è tanto della potenza, che anche sui cellulari è piuttosto scarsa, quanto del tempo di immersione: la maggior parte dei campi è oramai attiva 24/24: televisioni analogiche e digitali, satelliti per telecomunicazioni e non solo, radio trasmittenti (civili, militari, amatoriali), reti cellulari, reti wireless....
Tutto sempre attivo 24/7/365.
E se vogliamo aggiungere anche le situazioni di guerra, i mezzi militari vanno a piena potenza: radar attivi ovunque (gli AWACS vedono un gabbiano a 400km volendo, e i JSTARS sono l'equivalente terrestre: tengono sotto controllo da decine di chilometri tutti i mezzi di terra possibili ed immaginabili) che significa una potenza di trasmissione inaudita (ordine dei kilowatt o anche megawatt in trasmissione nel caso dell'AWACS... molto molto più dei radar civili) sempre attiva e ovunque sul territorio di guerra...
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