La metropolitana di Pechino si prepara a riconoscere i volti di tutti i passeggeri
La metropolitana di Pechino dovrebbe dotarsi di un sistema di videosorveglianza che include il riconoscimento dei volti dei passeggeri, assieme alla scansione delle impronte palmari. Obiettivo: eliminare i biglietti
di Riccardo Robecchi pubblicata il 20 Giugno 2018, alle 13:21 nel canale Scienza e tecnologiaStabilire quale sia il confine tra comodità e sorveglianza di massa con ripercussioni sulla vita dei cittadini non è mai facile, come tante opere letterarie e cinematografiche hanno spiegato. Nonostante ciò, il governo cinese intende installare una vasta rete di telecamere nella metropolitana di Pechino per riconoscere i volti dei passeggeri.
La proposta arriva come tentativo di soluzione alla cronica congestione che affligge la metropolitana pechinese: più di 10 milioni di persone la utilizzano tutti i giorni e l'impatto delle code per timbrare i biglietti è significativo. Come riporta Engadget, il sistema proposto vedrebbe il riconoscimento del volto degli utenti abbinato alla scansione del palmo di una mano all'ingresso nella metropolitana, per rendere più veloce e semplice l'accesso e ottimizzare quindi i tempi.
Tali misure appaiono nettamente semplificanti rispetto all'utilizzo di biglietti, ma non possono non portare a interrogarsi su quali usi potenzialmente scorretti si potrebbero fare di un tale sistema: il tracciamento in tempo reale della posizione dei cittadini, con conseguente annullamento della privacy, è dietro l'angolo. La tendenza in Cina sembra proprio quella della sorveglianza costante della cittadinanza, che oltrepasserebbe i confini delle attività in Rete per approdare alla quotidianità fisica.
Le implicazioni di un sistema simile sono molteplici e richiedono un bilanciamento accurato delle esigenze pubbliche con le esigenze di privacy dei cittadini; senza tale bilanciamento, la porta rimane infatti aperta a molteplici abusi.
20 Commenti
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mancano i controlli da noi
a Milano ci sono i tornelli chiusi in uscita, peccato che chiunque si può accodare a te che paghi il biglietto e passa senza averlo pagato
se non c'è nessuno che ti ferma diventa inutile chiudere il tornello, cosa che infatti io eviterei perché crea fastidio e basta
secondo me dovrebbero essere sempre liberi e andrebbero chiusi solo quando c'è il gruppetto di controllori che va a sorpresa ogni volta in una stazione diversa, credo ne beccherebbero molti di più
Cristiano Ronaldo non paga mai le tasse...
L'espressione “fare il portoghese”, che indica il comportamento di usufruire di un servizio senza pagarlo, è nata da un fatto storico ben preciso.
All’epoca del re Giovanni V di Bragança, il Portogallo era una nazione vigorosa, ricca e potentissima. Aveva ambasciatori in ogni paese europeo e il più importante si trovava a Roma sotto il governo dei Papi presso la Santa Sede. Nel XVIII secolo, l'ambasciata del Portogallo fu promotrice di numerosi spettacoli e ricevimenti presso il Teatro Argentina, a Roma. Gli appartenenti alla Comunità Portoghese, residenti nella capitale, avevano accesso gratuito agli spettacoli; per loro era sufficiente dichiarare, all'ingresso, la propria nazionalità. Quando si sparse la voce, furono molti i romani che tentarono di usufruire degli inviti dichiarandosi cittadini portoghesi.
All’epoca del re Giovanni V di Bragança, il Portogallo era una nazione vigorosa, ricca e potentissima. Aveva ambasciatori in ogni paese europeo e il più importante si trovava a Roma sotto il governo dei Papi presso la Santa Sede. Nel XVIII secolo, l'ambasciata del Portogallo fu promotrice di numerosi spettacoli e ricevimenti presso il Teatro Argentina, a Roma. Gli appartenenti alla Comunità Portoghese, residenti nella capitale, avevano accesso gratuito agli spettacoli; per loro era sufficiente dichiarare, all'ingresso, la propria nazionalità. Quando si sparse la voce, furono molti i romani che tentarono di usufruire degli inviti dichiarandosi cittadini portoghesi.
Quindi i veri portoghesi sono i romani?
All’epoca del re Giovanni V di Bragança, il Portogallo era una nazione vigorosa, ricca e potentissima. Aveva ambasciatori in ogni paese europeo e il più importante si trovava a Roma sotto il governo dei Papi presso la Santa Sede. Nel XVIII secolo, l'ambasciata del Portogallo fu promotrice di numerosi spettacoli e ricevimenti presso il Teatro Argentina, a Roma. Gli appartenenti alla Comunità Portoghese, residenti nella capitale, avevano accesso gratuito agli spettacoli; per loro era sufficiente dichiarare, all'ingresso, la propria nazionalità. Quando si sparse la voce, furono molti i romani che tentarono di usufruire degli inviti dichiarandosi cittadini portoghesi.
Grande!
Conoscevo il detto "fare il portoghese" ossia non pagare, ma non la storia.
Complimenti.
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