La NASA dice addio a Kepler, lo scopritore di pianeti
La NASA e il mondo scientifico salutano Kepler, il satellite che tanto ha dato alla scoperta dei pianeti extrasolari. La fine del carburante necessario per le manovre è stata determinante, ma ora la palla passa a TESS.
di Mattia Speroni pubblicata il 01 Novembre 2018, alle 12:01 nel canale Scienza e tecnologiaUn lavoro svolto instancabilmente, lontano nello Spazio, ma ora è giunto il momento di salutare Kepler, lo scopritore di pianeti extrasolari. La NASA ne ha dato l'annuncio in queste ore, dopo 9 anni di onorata carriera tra difficoltà e momenti di grande euforia per via delle scoperte che si sono susseguite.
La motivazione del definitivo decomissionamento del telescopio è dovuta all'esaurimento del carburante necessario per le manovre e non potendo essere rifornito, l'unica soluzione è stata quella di terminare la missione. Ma c'è di che essere contenti per l'operato di Kepler e alla NASA ne sono sicuramente più che certi. Con oltre 2600 pianeti scoperti (e confermati), il telescopio ha permesso di "grattare" la superficie di quello che è il mondo dei pianeti extrasolari con tanti che aspettano ancora di essere scoperti e capiti. Lo scopo duplice era comprendere meglio le tipologie di pianeti ma anche capire quanti "pianeti simili alla Terra" esistono là fuori, in cerca della vita.
Thomas Zurbuchen (amministratore associato della Science Mission Directorate della NASA) ha dichiarato che "non solo ci ha mostrato quanti pianeti possano esserci là fuori, ha aperto un campo di ricerca completamente nuovo che è stato preso d'assalto dalla comunità scientifica: le sue scoperte hanno gettato una nuova luce sul nostro posto nell'Universo, e illuminato i misteri e possibilità allettanti tra le stelle".
Grazie a Kepler ora sappiamo che tra il 20% e il 50% delle stelle visibili nel cielo notturno hanno probabilmente piccoli pianeti orbitanti, probabilmente rocciosi e simili al nostro situati all'interno della zona abitabile dove l'acqua è liquida. Per capire che cosa ha permesso il telescopio, basti pensare che la categoria di pianeta più comune che è stato riscontrato nella nostra galassia non si trova nel nostro sistema solare. Ha dimensioni comprese tra la Terra e Nettuno che potrebbero avere grandi oceani di acqua sulla superficie in grado di ospitare la vita.
La missione di Kepler ha avuto inizio con le idee degli scienziati che ci hanno lavorato 35 anni fa, quando non si conosceva neanche un pianeta al di fuori del sistema solare. Ma con l'arrivo del telescopio e oltre 530 mila stelle osservate, ora siamo "sommersi" di pianeti da analizzare e moltissimi ancora ne mancano.
Ma la vita non è sempre stata "rosa e fiori" con alcuni guasti meccanici che ne hanno minato l'attività scientifica. Infatti se inizialmente Kepler era pensato per fissare solo un determinato punto nel cielo, con i problemi sopraggiunti si è dovuto fare qualche modifica e sfruttare, tra le altre cose, anche il vento solare. Ogni 90 giorni un nuovo spicchio di cielo veniva osservato, facendo nuove scoperte e raccogliendo oltre 600 GB di dati scaricati durante gli oltre 9 anni di vita operativa.
Ma con l'addio di Kepler non tutto è perduto. La palla ora passa a TESS (acronimo di Transiting Exoplanet Survey Satellite) che evolve la tecnologia e l'idea alla base del precedente modello e che è stato lanciato ad Aprile 2018 a bordo di un Falcon 9 di SpaceX. Ma nessuno si dimenticherà di Kepler che ora riposerà nello Spazio per molto, moltissimo tempo.
11 Commenti
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Ottimo il suo lavoro. Esprimo solo una perplessità. È diventato l'ennesimo rifiuto che orbita attorno alla Terra?Mah, per me dovrebbero iniziare ad obbligarsi nel trovare un processo di autodistruzione come ad esempio indirizzarlo verso lo spazio profondo o verso il sole prima che esaurisca del tutto il carburante sfruttando gli slanci gravitazionali, prima che rimanga come ennesimo autobus vagante sulle nostre teste...
Almeno, in questo articolo si dice che si è spento, che c'è già qualcosa che ha preso il suo posto, ma niente che dice dove stia riposando in pace...
Mah, per me dovrebbero iniziare ad obbligarsi nel trovare un processo di autodistruzione come ad esempio indirizzarlo verso lo spazio profondo o verso il sole prima che esaurisca del tutto il carburante sfruttando gli slanci gravitazionali, prima che rimanga come ennesimo autobus vagante sulle nostre teste...
Almeno, in questo articolo si dice che si è spento, che c'è già qualcosa che ha preso il suo posto, ma niente che dice dove stia riposando in pace...
Tranquillo che anche finisse in orbita di rientro verso terra finirebbe in polvere ben prima di toccare il suolo.
Tutti i vari allarmismi che vengono fatti ogni volta che c'è un rottame spaziale che casca giù mi fanno ridere tantissimo. In realtà non costituiscono nessun pericolo.
Tutti i vari allarmismi che vengono fatti ogni volta che c'è un rottame spaziale che casca giù mi fanno ridere tantissimo. In realtà non costituiscono nessun pericolo.
Dipende da quanto è grosso l' oggetto
Fidati che i pezzi della base spaziale cinese erano abbastanza grossi da fare parecchi danni
non è possibile che prodotti funzionanti diventino obsoleti anzitempo perchè finisce la benzina e non c'e' nessuno che faccia il pieno
perchè non gli mettono un po' di plutonio ?
La missione di Kepler in origine sarebbe dovuta durare 3 anni, è durato quasi 10.
Fatta eccezione per casi specifici come il Web.
e l'atmosfera di mezzo ?
continuano a mandarne su altri: vuol dire quelli terrestri nulla rimpiazzano, altrimenti non ne monterebbero piu su
Kepler di fatto non viene sostituito dai telescopi terrestri ma da TESS che da quanto ho capito lavora appunto sull'infrarosso, dopo di che quando TESS trova un esopianeta ci punta contro i telescopi terrestri per studiarlo meglio.
Prendilo con le pinze però
Il problema è l' assorbimento dell' atmosfera
Se vuoi fare un telescopio gamma, X, UV o infrarosso devi andare nello spazio perché l' atmosfera assorbe quelle parti di spettro.
Per telescopi in finestra ottica o radiotelescopi invece si può stare sulla Terra
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Il problema non è per l'eventuale caduta, ma il fatto che diventano un pericolo per future missioni (sia satelliti che umane).
Comunque già da un po' di anni prima di ottenere il permesso di lanciare un satellite devi pianificare cosa fare a fine vita. Nella maggior parte dei casi si opta per l'incenerimento in atmosfera. In caso di orbite alte invece si sposta il satellite in specifiche orbite di parcheggio.
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