Quasi 1 miliardo di posti di lavoro a rischio per colpa dell'automazione

Quasi 1 miliardo di posti di lavoro a rischio per colpa dell'automazione

Un nuovo studio del McKinsey Global Institute dimostra come quasi un miliardo di posti di lavoro sia a rischio per colpa dell'automazione. Ma la tecnologia è davvero così cattiva?

di pubblicata il , alle 13:01 nel canale Scienza e tecnologia
 
291 Commenti
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nickmot01 Dicembre 2017, 15:12 #11
Originariamente inviato da: *Pegasus-DVD*
era ora, l'essere umano tornerà a vivere libero e non come uno schiavo


Non dover più fare tutta una serie di lavori manuali, pesanti o ripetitivi non significa che ci affrancheremo dalla necessità di lavorare.
Solo che tutta una serie di competenze e figure professionali diverrà inutile e si dovranno trovare nuovi impieghi per una gran quantità di popolazione.
jepessen01 Dicembre 2017, 15:20 #12
E' cosi' gia' da tanto tempo, se e' per questo...

Le gru non sono un esempio di automazione applicata al lavoro? E le betoniere?

Quanti posti di lavoro toglie una pala meccanica, quante persone occorrerebbero per scavare a mano quello che fa una persona sola con una pala? Facciamo sollevare alle persone i pilastri che sorreggono i ponti?

Magari togliamo i trattori a guida gps dai campi e torniamo ai tempi dei sudisti dove centinaia di persone passavano tutto il giorno nei campi...

Sarebbe quindi giusto rinunciare a questi strumenti e far fare tutto all'uomo?
nickmot01 Dicembre 2017, 15:30 #13
Originariamente inviato da: jepessen
E' cosi' gia' da tanto tempo, se e' per questo...

Le gru non sono un esempio di automazione applicata al lavoro? E le betoniere?

Quanti posti di lavoro toglie una pala meccanica, quante persone occorrerebbero per scavare a mano quello che fa una persona sola con una pala? Facciamo sollevare alle persone i pilastri che sorreggono i ponti?

Magari togliamo i trattori a guida gps dai campi e torniamo ai tempi dei sudisti dove centinaia di persone passavano tutto il giorno nei campi...

Sarebbe quindi giusto rinunciare a questi strumenti e far fare tutto all'uomo?


Stavolta la nuova "rovoluzione industriale" andrà a riguardare un maggior numero di persone.
Si, è sempre stato così, ma mai con questi numeri.

Nessuno dice di rinunciare a questi strumenti, ma di iniziare a pianificare e prepararci, perché l'impatto non sarà piccolo, se stiamo ad aspettare che il mercato si regoli da solo ci sarà un bel caos sociale.
Vash8801 Dicembre 2017, 15:49 #14
Ho fatto una presentazione di gruppo per l'esame di economia del lavoro su questo tema. Dalla rivoluzione industriale abbiamo un continuo calo delle ore lavorate procapite grazie al utilizzo della tecnologia e un livello di benessere mai raggiunto prima. La maggiorparte dei lavori puramente manuali è già stata automatizzata, ora si parla di andare ad intaccare lavori che prima erano gestiti da impiegati poco qualificati. Come soluzioni possibi abbiamo proposto: investire sul capitale umano, incentivando l'accesso ai corsi di studio con sbocchi lavorativi in settori facilmente spendibili (Informatica, Matematica, Ingegneria). Uno dei lavori più sicuri sare quello del programmatore, con stipendi in crescita costante e ottime possibilità di impiego. Inoltre, bisogna rendere più facile il passare da una professione a un altra. In extremis, il cosiddetto "reddito di cittadinanza" è una sorta di ripiego finale in caso tutto il resto non funzioni per i soliti motivi, costoso e disincentiva a trovare un lavoro ben pagato. Nei prossimi trent'anni il lavoro non scomparirà, ma i lavoratori avranno costante bisogno di migliorare le proprie qualifiche per rimanere competitivi e avere buoni salari. Negli stati uniti, il trend fin dagli anni ottanta e quello di aver salari in costante crescita per i laureati a confronto con i diplomati e questo gap si sta ampliando sempre più. Purtroppo l'italia è messa davvero male da questo punto di vista non solo per il basso numero di laureati sul totale della popolazione, ma anche per la scarsa richiesta di lavoratori laureati da parte delle aziende (spesso a causa di una piccola-media impresa senza le risorse per investire).
berson01 Dicembre 2017, 16:02 #15

Nulla di nuovo

Accadde la stessa cosa quando fu inventata la ruota, il lavoro di dieci uomini si riusciva a fare con uno, e gli altri, dopo le proteste iniziali, diventarono produttori di ruote, di assi, di carri (ne servivano molti di più, e nessuno poi è mai voluto tornare indietro.
Noir7901 Dicembre 2017, 16:21 #16
Le tasse, qualsiasi tassa, a cui non corrisponde un servizio reso in cambio é furto. Questo é vero soprattutto laddove lo Stato cerchi di limitare il libero scambio di merce e servizi tra cittadini.

Ma al di lá di questo, l'idea di tassare i "robot" é ridicola e impraticabile per l'impossibilitá di definire un robot.

Perché certamente, il software che manda email automaticamente é un robot, ed é un robot anche l'altro software che importa automaticamente nuovi contenuti da un server esterno ogni giorno - da un punto di vista razionale e da un punto di vista della ragionevolezza delle tasse (mi viene da ridere), come é possibile configurare una "tassa sui robot"?
maxnaldo01 Dicembre 2017, 16:34 #17
Originariamente inviato da: demon77
Ma guarda che è la cosa più logica e normale del mondo.
E' OVVIO che si tassano le cose che fanno girare l'economia. Altrimenti come conti di raccimolare il denaro necessario a far funzionare la nazione?

L'obiettivo di chi governa è di raccogliere tot miliardi di euro per far funzionare la macchina dei servizi. E dove vai a raccoglierli? Dove non c'è linfa o dove le cose girano meglio?


già, perchè qui da noi le tasse mancano e in compenso però abbiamo un bel po' di servizi.

pensassero a bruciare meno soldi con lo sperpero di denaro pubblico, cominciando con l'abolizione di centinaia di migliaia di enti inutili istituiti solo per dare soldi ai figli di... e ai cugini di...

ma no, è molto più facile (richiede molti meno neuroni nel cervello) pensare a dove andare a mettere la nuova tassa.
demon7701 Dicembre 2017, 16:47 #18
Originariamente inviato da: maxnaldo
già, perchè qui da noi le tasse mancano e in compenso però abbiamo un bel po' di servizi.

pensassero a bruciare meno soldi con lo sperpero di denaro pubblico, cominciando con l'abolizione di centinaia di migliaia di enti inutili istituiti solo per dare soldi ai figli di... e ai cugini di...

ma no, è molto più facile (richiede molti meno neuroni nel cervello) pensare a dove andare a mettere la nuova tassa.


Madonna mia, sembri uscito da "condividi se sei incazzatoh!!1!"
Va bene, grazie per la fiera del luogo comune, aggiungo che la sorella della boldrini lavora in senato e prende 25 mila euro al mese per temperare le matite.

Al di la di questi fatti la questione è e resta la mdesima. Per far funzionare il paese servono comunque i soldi delle tasse, e il prosto più sensato dove andarle a prendere è dove l'economia funziona e girano più soldi.
giuliop01 Dicembre 2017, 16:50 #19
Originariamente inviato da: Antonio23
mica l'IVA e' una tassa apposita su macchinari e PC? E comunque no, l'IVA la puoi scaricare se compri macchinari per lavoro..


Che qualcuno la scarichi non è rilevante, l'IVA la paga sempre, interamente, chi è alla fine della catena.
demon7701 Dicembre 2017, 16:50 #20
Originariamente inviato da: Noir79
Le tasse, qualsiasi tassa, a cui non corrisponde un servizio reso in cambio é furto. Questo é vero soprattutto laddove lo Stato cerchi di limitare il libero scambio di merce e servizi tra cittadini.

Ma al di lá di questo, l'idea di tassare i "robot" é ridicola e impraticabile per l'impossibilitá di definire un robot.

Perché certamente, il software che manda email automaticamente é un robot, ed é un robot anche l'altro software che importa automaticamente nuovi contenuti da un server esterno ogni giorno - da un punto di vista razionale e da un punto di vista della ragionevolezza delle tasse (mi viene da ridere), come é possibile configurare una "tassa sui robot"?


Filosofeggiare su cosa sia un robot o meno non porta ad una soluzione.
I fatti sono che lentamente il lavoro passa dalle mani dell'uomo a quelle della macchina. Quindi è necessario individuare un modello economico che funzioni con questa nuova realtà.
Si tratta quindi di individuare un set di nuovi parametri sulla base dei nuovi meccanismi economici di produzione.

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