Schiaparelli, la ESA svela il motivo dello schianto su Marte
La ESA ha rivelato una prima versione embrionale della dinamica dell'incidente di Schiaparelli, che si è schiantato lo scorso ottobre sulla superficie del suolo marziano ad elevate velocità
di Nino Grasso pubblicata il 26 Novembre 2016, alle 10:01 nel canale Scienza e tecnologia
41 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSì, ma hanno deciso di tenersi gli ingegneri che hanno schiantato la sonda!
in terza io avrei monatato sensori di contatto realti (finecorsa o braccetti) che avrebbero generato il fermo solo a reale contatto col suolo.
Non voglio generare flame ma giusto fare due osservazioni perché secondo me nemmeno hai visto come era fatta la sonda e come doveva essere fatta la manovra di atterraggio visto cosa hai scritto...
In prima battuta la sonda non era libera ma era incapsulata dentro degli scudi per proteggerla dal calore generato dall'attrito dell'atmosfera, sullo scudo inferiore dubito che un sensore ottico sarebbe rimasto funzionante durante la discesa ma supponendo anche che restasse funzionante dubito che con il calore e il surriscaldamento dovuto all'attrito fosse in grado di "vedere" qualcosa...
La manovra prevedeva inoltre che ad una certa altitudine venissero sganciati i due scudi (e il paracadute) e venissero successivamente attivati dei razzi per rallentare il corpo interno della sonda ed effettuare l'atterraggio. E' questa fase in cui ha fallito il sistema a che cosa servivano dei finecorsa che era ancora per aria?
L'atterraggio è stato un fail ma fidati che chi ha sbagliato è gente che sicuramente ne sa ben di più di te (e me) quindi campare in aria ipotesi così lo trovo un po' "azzardato"
in terza io avrei monatato sensori di contatto realti (finecorsa o braccetti) che avrebbero generato il fermo solo a reale contatto col suolo.
La fai troppo facile
Atterrare su Marte è probabilmente uno delle cose più difficili, l' atmosfera è abbastanza densa da creare problemi, ma non abbastanza da poter usare un paracadute, se guardi tutti i sistemi che sono stati usati non ce n' è uno che non sia un casino
Pensavo che, almeno per i sensori critici, ci fosse una qualche ridondanza e/o la possibilità/capacità del software di gestione di ignorare quella lettura e basarsi sul resto degli strumenti, in caso di letture sfalsate.
Ad esempio l'altimetro doppler che, visto che funzionava, avrebbe dovuto segnalare che la sonda era ancora in alto...
E li paghi tu ?
Lanciare qualcosa in orbita costa 40.000 $ al Kg
Per mandarlo su Marte non ho i dati ma non credo di sbagliare di molto se dico che costa 200.000 $ al Kg
Poi bisogna farlo atterrare ed è un altro costo visto che più pesa la sonda più difficile diventa
Deve staccarsi prima di atterrare
Ci manca solo di spedire una sonda su Marte, farla atterrare e non riuscire a fare niente perché il paracadute si è posato sopra
Non meravigliamoci poi per questi brillanti risultati.
Non hai la più pallida idea di quello di cui stai parlando
Lanciare qualcosa in orbita costa 40.000 $ al Kg
Per mandarlo su Marte non ho i dati ma non credo di sbagliare di molto se dico che costa 200.000 $ al Kg
Poi bisogna farlo atterrare ed è un altro costo visto che più pesa la sonda più difficile diventa
Le linee di codice pesano?
Quello che dicevo era di sfruttare le letture di altri strumenti già esistenti e/o ignorare eventuali valori fuori scala, segno che quello strumento è andato a ramengo.
Sempre che l'inserimento di strumenti ridondanti non sia possibile per una questione di costi, poi non ho idea di quanto costi o pesi o volume occupi una IMU.
E se c'è oscillazione, i dati letti cambiano ogni momento.
I giroscopi servono proprio a capire se c'è inclinazione o oscillazione, e per far capire alla sonda che in qualche modo deve compensare subito l'eccesso di queste, e quindi mantenersi stabile.
E i sistemi di giroscopi e di compensazione (e tutto quanto a bordo) devono poter sopportare accelerazioni enormi, e variazioni di accelerazioni quasi istantanee (pensa che botta si prende quando il paracadute si apre a quelle velocità!!).
Le linee di codice costano... sia come tempo di sviluppo, sia come tempo di elaborazione.
Ogni istruzione in più è tempo che il sistema, in tempo reale, deve spendere in più per eseguirla.
In quelle condizioni, ogni microsecondo di elaborazioni in più è tempo perso.
Le linee di codice costano... sia come tempo di sviluppo, sia come tempo di elaborazione.
Ogni istruzione in più è tempo che il sistema, in tempo reale, deve spendere in più per eseguirla.
In quelle condizioni, ogni microsecondo di elaborazioni in più è tempo perso.
Tutto costa... ma è necessario o se aumenta nettamente le possibilità di riuscita... va fatto
Si parlava di sensori ridondati
Sulle linee di codice c' è poco da fare, se un sensore dice una cosa e quell' altro un' altra hai il 50% di probabilità di fare la cosa sbagliata, l' IMU ha detto che Schiaparelli era atterrato e il programma ha agito di conseguenza, a quell' altezza probabilmente anche l' altimetro doppler non poteva aiutare.
L' atterraggio non è una fase in cui non puoi dire "aspetta un attimo che ricontrollo", le cose o vanno o non vanno
immaginarsi tutte le variabili, dell'ambiente esterno e della strumentazione atta a rapportarsi con questo, non credo che sia una cosa opinabile, avranno delle liste ferree da seguire, miste alla statistica degli eventi/dati fisici possibili /protocolli oltre ad esperienze di altre sonde, che entrarci è cosa difficile già solo a contarle
comunque se poi mettono in qualche punto chiave un aspirante ingegnere con studi teologici e che vuole mettere insieme metafisica e fisica degli atterraggi... bè l'errore può accadere benissimo è umano...
scherzo...
cmq il tizio ha dichiarato che quando dovettero fare i test degli atterraggi ebbero assegnata un'area a ridosso di ucraina e crimea e che si è dovuto limitare il test poichè nel periodo (2013?) si sarebbe potuto creare un grave incidente diplomatico con la Russia... mah...
ma la Russia ha contribuito pure alla missione... ri-mah :ri-boh:
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