Da Autonomy una soluzione per i processi e-discovery nei social media

Da Autonomy una soluzione per i processi e-discovery nei social media

Le informazioni presenti sui social media devono essere trattate allo stesso modo degli altri dati aziendali nei processi di e-discovery

di pubblicata il , alle 16:59 nel canale Software
 

L'enorme successo di pubblico dei social media sta spingendo sempre più aziende ad incrementare gli investimenti in direzione di questa nuova forma di interazione, allo scopo di definire strategie di promozione e comunicazione battendo strade differenti rispetto al passato.

Questo nuovo paradigma sta facendo emergere nuove normative nel contesto della gestione dei dati in diversi paesi, come ad esempio le FRCP (Regole Federali di Procedura Civile) negli Stati Uniti e la CPR (Regole di Procedura Civile) nel Regno Unito, che impongono che le informazioni presenti sui social media siano catalogabili per le attività di e-discovery. Oltre a questo il FINRA (Financial Industry Regulatory Arthority) ha emesso la Regulatory Notice che impone alle aziende che aderiscono al FINRA di supervisionare ed archiviare i contenuti inviati sui social media per fini commerciali.

Tali normative, in altre parole, dispongono che le aziende gestiscano questi dati alla stessa stregua degli altri dati aziendali, in maniera tale che il reparto legale abbia la possibilità di ricercare e preservare questo genere di informazioni nell'eventualità esse si rivelassero fondamentali nel corso di un contenzioso.

Per rispondere a questo genere di esigenze Autonomy Corporation, società leader mondiale nel mercato delle infrastrutture software aziendali, ha annunciato le nuove funzionalità Autonomy Explore, Autonomy Social Media Governance, Social Media EDD e Social Media Connectors all'interno della proposta end-to-end eDiscovery di Autonomy che fa leva sulle tecnologie Meaning Based Computing, le quali consentono di correlare tra loro un una gamma di tipologie di dati inclusi quelli video, audio, email, instant messenger e social media.

La difficoltà principale nel processo di e-discovery all'interno dei dati dei social media è rappresentato dal fatto che all'interno di questi canali di comunicazione il registro di interlocuzione è di tipo colloquiale e pertanto caratterizzato da un massiccio uso di slang, dialettismi, sfumature emozionali che rendono complicato il processo di comprensione nel caso in cui questo sia automatizzato tramite la semplice ricerca di parole chiave.

A tal proposito Mike Sullivan, CEO di Autonomy, ha commentato: “Autonomy ha oltre dieci anni di esperienza nel fornire tecnologie avanzate alle agenzie di intelligence leader mondiali per aiutarle a decifrare il significato dei messaggi per la sicurezza nazionale, e questa stessa tecnologia ora è utilizzata per regolare e applicare il discovery ai social media. Il nostro lavoro con le agenzie di intelligence ha dimostrato che solo la nostra tecnologia basata sul significato è in grado di interpretare lo scambio di informazioni che spesso sono brevi, criptiche, simili ai social media. Così come abbiamo incorporato audio, video, e-mail e altre tipologie di dati nella nostra offerta eDiscovery, ora stiamo aggiungendo i social media come altro tipo di dati che possiamo processare”.

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