Akamai entra nel settore cloud computing
di Alberto Falchi pubblicata il 14 Febbraio 2023, alle 08:01 nel canale CloudAkamai Connected Cloud è una nuova piattaforma che mette a disposizione risorse di calcolo distribuite sull’infrastruttura edge della multinazionale
Akamai è un’azienda nota soprattutto per i suoi servizi di CDN, Content delivery Network, e di sicurezza, come la mitigazione da attacchi di tipo DDoS. La sua piattaforma è molto apprezzata, tanto da essere utilizzata da colossi del calibro di Adobe, AirBnB, ESPN, Red Hat, Sony e Nintendo, fra i tanti. Akamai ha deciso di aprirsi a un ulteriore settore e ha ampliato i suoi servizi con la nuova piattaforma Akamai Connected Cloud, che mette a disposizione dei clienti servizi di cloud computing.
L’obiettivo è quello di offrire a chi eroga servizi la possibilità di creare, eseguire e proteggere carichi di lavoro su server geograficamente più vicini a chi usufruisce dei servizi. Potremmo definirla come una sorta di content delivery network dedicata non ai contenuti ma alle risorse di calcolo e di storage.
Akamai Connected Cloud, l’evoluzione della CDN
L’introduzione delle risorse di calcolo è la naturale evoluzione del modello di business di Akamai, che a oggi gestisce una rete edge distribuita su 1.400 sedi, disponibili in 135 Paesi. La multinazionale sta potenziando questi siti aggiungendo ulteriori risorse di calcolo, così che gli sviluppatori possano eseguire i carichi di lavoro il più vicino possibile a dove si trovano gli utenti finali, garantendo quindi latenze più basse. In sintesi, l’idea è di avvicinare gli utenti alle applicazioni, un approccio che può dare svariati benefici soprattutto su applicazioni come il cloud gaming o le applicazioni as a Service.
Come spiega Tom Leighton, cofondatore e CEO di Akamai, "stiamo adottando un approccio fondamentalmente diverso al cloud computing, basandoci su 25 anni di esperienza nella scalabilità e nella protezione delle maggiori aziende al mondo. Akamai sta costruendo il cloud che servirà nel prossimo decennio".
In arrivo tre nuovi data center e 50 siti distribuiti
Per supportare questa evoluzione, Akamai sta aggiungendo nuovi siti, sia di tipo core sia distribuiti, alla sua infrastruttura. Nello specifico, a breve saranno disponibili in Europa e USA tre nuovi data center per il cloud computing di livello enterprise, che vanno ad aggiungersi agli 11 già presenti.
Questi nuovi siti, che dovrebbero essere attivi entro verso l’estate, erogheranno i servizi di cloud computing di Linode, fornitore di infrastrutture cloud acquisito da Akamai nel 2022. Altri 13 siti core sono già in via di sviluppo. Ad affiancare i siti core ci saranno ulteriori siti distribuiti, che verranno implementati 50 città a partire dal 2023, progettati per applicazioni di cloud computing e posizionati in modo da poter raggiungere gli utenti e le aziende che si trovano in aree difficili da raggiungere, come Asia e Medio Oriente.
Per supportare questo programma, Akamai ha adottato una nuova politica di prezzi per il traffico in uscita, abbattendo di molto la spesa degli utenti. Un fatto positivo soprattutto alla luce del fatto che, secondo IDC, la quasi totalità degli utenti cloud (99%!) si trova ad affrontare costi non previsti per le operazioni di egress, cioè lo spostamento di dati da una regione all’altra.
Un nuovo programma partner
I partner sono fondamentali per il successo di Akamai, che ha attivato il nuovo programma Qualified Partner Program. Potranno partecipare al programma i partner tecnologici di Akamai che superano un accurato processo di selezione, garantendo che siano prontamente disponibili per l'implementazione e la scalabilità sulla piattaforma distribuita a livello globale.
"La posizione di leadership di Akamai nell'edge ci consente di rendere scalabile tutto ciò che abbiamo a portata di mano. Rendiamo scalabili i contenuti, avvicinando le experience digitali agli utenti più di chiunque altro. Rendiamo scalabile la cybersicurezza, allontanando le minacce dalle aziende e dalle persone. I nostri clienti ci conoscono e si fidano di noi per questa caratteristica. Ora abbiamo in programma di rendere scalabile il cloud computing per offrire ai clienti performance migliori a un costo inferiore", conclude Leighton.
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