Come affrontare la trasformazione digitale: la visione di Veeam
di Alberto Falchi pubblicata il 11 Novembre 2020, alle 18:06 nel canale Cloud![Come affrontare la trasformazione digitale: la visione di Veeam](/i/n/veeam_logo_720.jpg)
Daniel Fried, General Manager di Veeam, offre alcuni spunti interessanti su come approcciarsi alla trasformazione digitale, gestendo adeguatamente le risorse, sfruttando al meglio le competenze interne e garantendo la sicurezza dei dati
Se sino allo scorso anno la trasformazione digitale del business era una priorità, con il Covid è diventata un imperativo: lo smart working, lo stravolgimento delle supply chain e le nuove modalità di lavoro si sono rivelate alleati fondamentali per garantire la continuità del business e la competitività. E le aziende non sono state a guardare: secondo IDC dal 2020 al 2023 le aziende investiranno circa 7,4 migliaia di miliardi di dollari per implementare le loro strategie di digital transformation. Ma a che punto sono le aziende nei loro processi di trasformazione? Secondo il 2020 Data Protection Trend Reports di Veeam, il 30% delle imprese è nella fase iniziale del percorso.
Gli ostacoli alla trasformazione digitale secondo Veeam
"La DX (Digital transformation, NdR) non è solo un investimento strategico, ma un impegno importante che richiede obiettivi, strategie e buy-in chiari dal business. Comprendere queste sfide e scomporle in problemi più piccoli e risolvibili può essere utile in prospettiva", spiega Daniel Fried, General Manager and Senior Vice President EMEA and Worldwide Channels di Veeam. I problemi che le aziende riscontrano sono prevalentemente di due tipo: da un lato è difficile trovare personale esperto, dall'altro difendersi dalle minacce informatiche.
"Tra le cosiddette barriere alla trasformazione, una delle più rilevanti è la mancanza di tempo e di budget", spiega Fried. "Secondo la nostra ricerca, quasi la metà (47%) dei decision maker IT nelle aziende dell'area EMEA ha affermato che la mancanza di competenze del personale IT sta impedendo o ha impedito alla loro azienda di andare avanti con il processo di trasformazione digitale. Quasi un quarto (24%) ha dichiarato di non avere abbastanza personale per lavorare su nuove iniziative: la sfida più impegnativa nella gestione e nella protezione dei dati per la loro azienda. La mancanza di budget a sostegno delle nuove iniziative è al secondo posto, con il 23% degli intervistati dell'EMEA che ha indicato questa come la sfida più impattante. Ci sono diverse ragioni per cui le aziende hanno la sensazione di non avere abbastanza tempo o personale per attuare la trasformazione digitale. In primo luogo, non hanno le risorse umane disponibili per lavorare al di là delle attività quotidiane che mantengono l'azienda in funzione. Man mano che le aziende diventano entità più virtuali con un maggior numero di dipendenti che lavorano a distanza e con la produzione di un'azienda che "vive" nel cloud, mantenere viva l'attenzione richiede ancora più tempo".
Quello della difficoltà nel reperire personale con le giuste competenze è un problema che su Edge9 abbiamo affrontato spesso. Secondo Veeam, affligge il 53% delle aziende europee. Nel 2020, in tutta Europa si stimano circa 500.000 posti non occupati proprio a causa della difficoltà nel reperire personale specializzato.
"Anche se l'upskilling (il miglioramento delle proprie competenze) è un must, le aziende non trarranno alcun valore da questa situazione in modo reattivo", prosegue Fried. "Il ritmo del cambiamento è tale che le aziende devono avere una visione a lungo termine su dove vogliono arrivare digitalmente e capire dove meglio investire le risorse al momento giusto. Ad esempio, assumere un CIO quando ciò di cui si ha realmente bisogno è un sistemista o viceversa, può rallentare notevolmente il percorso".
Mettere i dati in sicurezza
In parte, la trasformazione digitale spaventa, tanto che per il 31% dei decision maker del'area EMEA, sarà questa la sfida da affrontare per i prossimi 12 mesi. A preoccupare maggiormente sono gli attacchi ransomware, sempre più diffusi. Secondo Fried, una soluzione di backup affidabile in grado di coprire tutte le fonti di dati aziendali (on-prem e in cloud) può mitigare di molto il rischio, senza limitare la possibilità di sfruttare i dati per spingere il business. I dati devono essere accessibili, sempre e ovunque, soprattutto ora che la forza lavoro opera prevalentemente da remoto, e per farlo servono strumenti adeguati a proteggerli, così da cogliere a pieno le opportunità offerte dalla trasformazione digitale.
"Sebbene la trasformazione digitale sia considerata una panacea piuttosto che qualcosa che ha un obiettivo finale definitivo, gli effetti positivi che le aziende ottengono sono evidenti. Il Cloud Data Management fornisce alle aziende le basi per sbloccare e utilizzare i propri dati piuttosto che lottare per proteggerli e seppellirli. Questo è il primo passo per costruire un business digitale post-2020", conclude Fried.
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