Infrastrutture IT: quelle a prova di futuro sono meno della metà. L'analisi di Kyndryl
di Alberto Falchi pubblicata il 31 Ottobre 2024, alle 11:01 nel canale CloudUn'analisi di Kyndryl evidenzia come la maggior parte dei leader IT consideri la propria infrastruttura all'avanguardia, ma ancora inadatta a supportare le sfide future, in certi casi addirittura obsoleta
Le infrastrutture IT? Vanno aggiornate, e di corsa. Perché in alcuni casi sono obsolete, e potrebbero potenzialmente avere delle vulnerabilità. Bisogna aggiornarle, ma l'innovazione corre veloce, ed è difficile stare al passo, anche nel caso di grandi aziende che non hanno problemi di budget. A complicare ulteriormente lo scenario le nuove normative, che se da un lato sono viste in maniera positiva, dall'altro complicano il lavoro dei responsabili IT che si trovano a dover effettuare frequenti cambiamenti ai loro sistemi.
È quanto emerge dall'IT Readiness Report 2024 di Kyndryl, un'analisi condotta da Edelman DXI, che ha raccolto le opinioni di 3.200 responsabili decisionali senior di 25 settori, tra cui sanità, industria manifatturiera, energia e finanza.
Infrastrutture IT: è ora di accelerarne la modernizzazione
I responsabili IT hanno fiducia sulle loro infrastrutture informatiche, che nel 90% dei casi sono considerate all'avanguardia. Ma non basta. Pur adeguate alla situazione attuale, in molti casi non sono pronte per il futuro. Solo il 39% dei manager intervistati per l'analisi afferma che la propria infrastruttura è pronta a gestire le sfide future. Praticamente tutti (94%) sono convinti che la modernizzazione sia la strada da seguire, ma non è semplice, tanto che quasi la metà del campione (44%) si affida a un'infrastruttura IT che è obsoleta e si avvicina alla fine del ciclo vitale, secondo i dati di Kyndryl Bridge.
Cosa significa, all'atto pratico? La prima preoccupazione, condivisa dal 65% dei decision maker, è relativa alla sicurezza: solamente il 30% degli intervistati si sente pronto a far fronte agli attacchi informatici in maniera adeguata. Fra i leader più preoccupati per la sicurezza informatica spiccano quelli italiani.
Non è però solo questo a preoccupare i responsabili IT. Il susseguirsi di nuove norme, come per esempio DORA e NIS 2 in Europa, spaventa. Se infatti il 66% considera positivo il fatto che vengano emanate nuove norme per proteggere i sistemi informatici, un 48% afferma che il ritmo con cui susseguono è troppo veloce, difficile da sostenere anche per imprese di grandi dimensioni.
Il motivo di queste problematiche sarebbe, secondo i vari dirigenti intervistati, la complessità che le infrastrutture IT moderne hanno assunto. "C'è anche una certa indecisione", come spiega Antoine Harary, Global President di Edelman DXI che ha condotto la ricerca, "tra decisioni a lungo termine e compromessi da fare per il breve termine, tra focus sul modello di business, sull'ottimizzazione dei processi, sui costi o sulle funzioni, e tutto ciò può portare a una sorta di paralisi. Abbiamo anche indagato sulle tensioni che possono nascere tra leader di business e tecnologici, e abbiamo scoperto che queste tensioni esistono."
Fra le soluzioni proposte quella di accelerare sulla modernizzazione e soprattutto sugli strumenti di automazione, che consentirebbero di accelerare il ritmo dell'innovazione e la solidità delle infrastrutture IT. Un caso concreto è quello degli insight offerti da Kyndryl Bridge, che permettono di gestire in autonomia l'8% dei problemi IT, senza dover far intervenire persone. Secondo l'azienda, però, si potrebbe fare ancora di più: migliorando ulteriormente l'automazione, infatti, si potrebbe arrivare a far gestire dalle macchine fino al 30% dei casi, portando molta più efficienza e garantendo risparmi miliardari.
Un dato interessante emerge riguardo l'intelligenza artificiale. Il 29% dei leader, infatti, ritiene che l'IA sia in grado già ora di gestire i rischi futuri. È molto interessante la posizione di Martin Schroeter, CEO di Kyndryl, riguardo l'impiego dell'IA generativa e il successo relativo: "un rapporto di Gartner ha mostrato che l'85% delle aziende che ha messo in opera l'IA generativa non ha ottenuto il successo che si aspettava. Non credo sia una sorpresa per nessuno di noi. Abbiamo fatto molti esperimenti e non credo che il 15% di successi sia un risultato terribile; probabilmente sarebbe più alto di quanto abbiamo ottenuto in passato. La tecnologia continuerà a evolversi, e i dati che la alimentano continueranno a migliorare. Ma sarei sorpreso se, in questa fase iniziale del viaggio dell'IA, si ottenesse già un tasso di successo del 15%." La visione di Schroeter sembra molto "coi piedi per terra" e realistica: ben diversa, insomma, dai numeri roboanti che vediamo sventolare da due anni a questa parte.
La roadmap di Kyndryl per la modernizzazione delle infrastrutture IT
Per aiutare i responsabili IT a gestire il processo di modernizzazione delle infrastrutture, Kyndryl suggerisce una roadmap in tre punti:
- Bisogna far collaborare chi si occupa di business e chi si occupa di IT. È interessante notare che le aziende classificate come "leader" vedono i problemi sopracitati in misura minore: c'è infatti un migliore allineamento tra business e IT, che porta a una migliore preparazione alle minacce, a un migliore ritorno degli investimenti e a un'infrastruttura più aggiornata.
- Bisogna valutare l'implementazione delle novità in base alle effettive esigenze di business, tecnologiche e di processo delle aziende, senza però lasciarsi bloccare dal fatto che queste esigenze siano a volte in contrasto.
- Bisogna cambiare la percezione del debito tecnologico: il debito tecnologico non è solo un problema dell'IT e adottare nuove funzionalità come l’automazione aiuta ad eliminare le inefficienze operative, ad aumentare l’efficienza e a sbloccare il potenziale per una crescita più rapida.
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