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La digital transformation secondo Oracle e GroupM

di pubblicata il , alle 13:21 nel canale Cloud La digital transformation secondo Oracle e GroupM

Durante l'evento Digital Transformation: Surfing the Hype, Oracle e GroupM hanno raccontato insieme ai loro partner lo stato del mercato e le soluzioni per rendere possibile la Trasformazione Digitale.

 

Il termine "trasformazione digitale" è ormai molto utilizzato nel mondo business anche se spesso si ha l'impressione che non tutti abbiano compreso a fondo il concetto. Sotto un certo profilo, praticamente qualunque azienda italiana ha da tempo iniziato un percorso verso il digitale, ma solamente una piccola fetta è stata in grado di coglierne a pieno la portata. Usare l'email per lavoro, vendere prodotti online o usare la fatturazione elettronica sono passi necessari ma non sufficienti per avviare un processo di trasformazione digitale, che a tutti gli effetti stravolge - in meglio - il modo di lavorare, automatizzando le procedure più meccaniche e ripetitive e consentendo alla forza lavoro di concentrarsi su compiti più stimolanti. Bisogna però tenere conto di una cosa: la trasformazione digitale è un processo in continuo divenire. Non esiste, né potrebbe in alcun modo esistere, un momento in cui ci si può fermare soddisfatti. Bisogna sempre e costantemente innovarsi e adattarsi alle esigenze del mercato. 

Il GDPR come stimolo a innovarsi

Durante l'evento Digital Transformation: Surfing The Hype organizzato da Oracle e GroupM, Marco Ferraris, Customer Experience Country Leader di Oracle ha esordito citando l'esempio del GDPR come stimolo al cambiamento. Come tutte le nuove leggi, ha creato qualche problema ad alcune aziende, costrette a correre per adattarsi alla nuova normativa, mentre le realtà più lungimiranti, che già da tempo avevano basato sul digitale il proprio flusso di lavoro, sono state in grado di adattarsi con più facilità.

Queste stesse aziende sono quelle che oggi guidano il mercato e sono in grado di usare il digitale per offrire valore ai propri clienti i quali, in cambio di un'esperienza migliore, sono disposti anche a chiudere un occhio sui prezzi. Basti pensare a Netflix o Amazon, che basano il loro enorme successo non solo sui contenuti ma sulla modalità di fruizione: ormai siamo abituati ad aprire un'app e guardare il nostro telefilm preferito, così come a ordinare un prodotto con un click per riceverlo il giorno stesso. Tale abitudine fa sì che per quanto possano aumentare i prezzi (come del resto ha fatto Amazon con l'abbonanento a Prime), il pubblico rimarrà fedele al servizio.

La trasformazione digitale nello sport

"Sono numerosi i progetti, più o meno articolati, che sono stati attivati in ambito di riorganizzazione, tecnologia, profilazione, automazione e misurazione" - ha spiegato Giovanna Loi Chief Digital Officer di GroupM - "ma sono ancora meno del 10% le aziende che in Italia possono vantare l’appartenenza al livello più evoluto, ovvero la fase in cui un team dedicato alla digital transformation imposta e conduce la strategia, supervisionandone l'applicazione nelle operations a vantaggio del miglioramento della customer experience e mettendo il cliente al centro di ogni processo". 

Una delle realtà in grado di cogliere la novità è stata Inter, la squadra di calcio. "Abbiamo capito che il nostro più grande competitor non erano altri sport o altre squadre, ma Fortnite, il videogioco", ha detto Roberto Monzani Head of Content and Media Platform di Inter. E di conseguenza, ha adattato il modo di raccontare la squadra grazie alla tecnologia: più video, più dati, più informazioni ultraspecifiche, come quelle che vengono dai sensori biometrici indossati dai giocatori. Tutto per essere più veloci e per accontentare quella fame di informazioni che spinge gli appassionati a seguire la squadra sui differenti canali. "Oggi assumiamo solo nel settore digital", ha chiosato Monzani, sottolineando l'importanza di sapersi adattare per evitare l'estinzione.


 

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