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Le workstation di HP sono già pronte per l'intelligenza artificiale

di pubblicata il , alle 11:01 nel canale Device Le workstation di HP sono già pronte per l'intelligenza artificiale

HP ha presentato la nuova linea di workstation, dotate di NPU e pronte per gestire l'intelligenza artificiale. Ne abbiamo parlato con Riccardo Zanella di HP Italy per capire meglio come le workstation di HP rispondano alle nuove esigenze nate con l'IA

 

L'intelligenza artificiale sta rapidamente cambiando il mondo della tecnologia e anche i dispositivi che usiamo per lavorare non sono immuni a questo cambiamento. L'offerta di HP si è recentemente arricchita delle nuove workstation dotate di processori con NPU, coprocessori specializzati nei calcoli necessari agli algoritmi d'IA. Ma come si posizionano i vari dispositivi nell'offerta dell'azienda? Quali sono gli "utenti tipo" delle workstation? Ne abbiamo parlato con Riccardo Zanella, Category Value di HP Italy.

Workstation HP: per chi sono e quale ruolo ha l'IA

È da decenni che si parla d'intelligenza artificiale, ma solo negli ultimi anni questa è diventata uno strumento che cambia realmente le regole del gioco. È in particolare l'arrivo dell'IA generativa che ha portato anche a delineare diverse figure che ne fanno uso.

Zanella ci dice che, secondo lui, "in questo momento storico ci sono tre tipi di utenti dell'IA." Il primo è solo un utilizzatore dell'intelligenza artificiale e la usa come strumento per semplificare i propri compiti o per automatizzare attività ripetitive. Ad esempio, "la impiega per fare dei riassunti con Teams o estrapolare i punti giusti da inserire in una presentazione con PowerPoint".

Nella seconda categoria, invece, ricadono tutte quelle persone che usano l'IA per creare contenuti: ad esempio, per modificare fotografie o video. Si tratta di "utenti più evoluti che utilizzano dell'hardware specifico più potente di quello che può essere un semplice notebook, perché le loro esigenze sono leggermente diverse e quindi hanno bisogno di quello sviluppo e di quella parte creativa spinta che gli permettono di fare questo tipo di lavoro."

La terza figura è quella dello sviluppatore di soluzioni basate sull'intelligenza artificiale e del data scientist, che a partire dai dati aziendali effettua operazioni di pulizia e filtraggio degli stessi per arrivare ad allenare i modelli d'IA.

"Il filo conduttore di tutti questi utenti è ovviamente che hanno bisogno di uno strumento adeguato", ci dice Zanella. Il primo utente, il semplice utilizzatore, ha eseguito finora le proprie attività sfruttando gli strumenti disponibili tramite Internet, ma con i dispositivi di ultima generazione può ora effettuare alcune operazioni in locale ed essere quindi più produttivo. Il secondo utente, che potremmo definire "creativo", ha già a disposizione software con funzionalità avanzate, che però richiedono più potenza di calcolo e, dunque, hanno bisogno di dispositivi più potenti e dotati di una scheda grafica dedicata.

L'ultima figura è quella che ha bisogno della più grande capacità di elaborazione. "Qui il filone si divide in due parti: uno che utilizza tipicamente il cloud e uno invece che utilizza l'edge, quindi una workstation o comunque un sistema opportunamente configurato che si interpone tra l'utente e il cloud", ci dice Zanella. "Molti utenti che stanno sviluppando dei progetti di intelligenza artificiale, propendono per una workstation o più workstation messe nel loro data center, perché sviluppano un modello e vogliono che rimanga loro. Il cloud è sicuramente molto più flessibile, anche se i costi non sono puramente predicibili e quindi, a seconda del bisogno, si consumano più o meno risorse, contrariamente a quando si acquista l'hardware per cui c'è una spesa iniziale che si ammortizza in qualche mese."

Come sottolinea Zanella, è necessario scegliere lo strumento più adeguato alle proprie esigenze, basando dunque la propria scelta su ciò che si va a fare. Aziende e professionisti devono quindi, forse in misura anche maggiore rispetto al passato, verificare opportunamente quale dispositivo meglio si adatta al tipo di compito che dovrà poi portare a termine.

Proprio per aiutare gli utenti a svolgere al meglio le proprie attività, HP dota le proprie workstation di software specializzati che semplificano sia la messa in produzione delle nuove macchine, sia l'uso sul lungo termine. L'azienda ha di recente presentato le nuove workstation portatili della serie ZBook G11: parliamo delle ZBook Power G11, con GPU NVIDIA RTX 3000; ZBook Fury G11, con GPU NVIDIA RTX 5000; ZBook Studio G11, che puntano sulla portabilità senza rinunciare alle prestazioni; e ZBook Firefly G11, tra le più portatili della gamma e dotata di GPU NVIDIA RTX A500.

Come ci racconta Zanella, le workstation di HP possono essere fornite già "chiavi in mano", ovvero con già installati quei software che sono utili a sviluppatori e data scientist; è possibile poi gestire tali software grazie a un apposito programma che si occupa di verificare la disponibilità di nuove versioni e di applicare gli aggiornamenti. Gli amministratori IT possono usarlo per controllare in maniera centralizzata l'installazione del software.

HP ha inoltre pubblicato un software specifico per aiutare i team che si occupano di sviluppare nel campo dell'IA: si chiama HP AI Studio e consente di centralizzare la gestione e il coordinamento dei progetti. In questo modo gestire lo sviluppo dell'IA diventa più semplice sia per i programmatori e i data scientist, sia per i responsabili dell'IT che devono fornire loro le risorse e il supporto.

Perché scegliere una workstation

Resta, però, una domanda: dato che è necessario, come dicevamo, scegliere lo strumento più appropriato per il compito che si va a svolgere, perché scegliere una workstation anziché un server dotato di GPU?

"A seconda del tipo di attività che si va a fare per sviluppare i propri modelli, ci sono delle caratteristiche diverse di cui tenere conto", risponde Zanella. "Se si lavora semplicemente su una base di dati e si sta facendo lo screening dei dati, si avrà bisogno di una macchina con tanto disco e velocità di rete, non necessariamente una scheda grafica potente. Viceversa, chi fa la parte di allenamento del modello, visto che farà tantissimi calcoli, richiederà una workstation con magari dentro quattro schede grafiche. Quattro GPU moderne sono ideali per supportare grossi carichi di lavoro in ambiente IA, quindi a quel punto la soluzione workstation potrebbe essere la scelta ideale."

Resta comunque la possibilità di usare la workstation anche da remoto, rendendo così la linea tradizionale che separa la workstation e il server meno netta, per certi versi. HP fornisce uno strumento, chiamato HP Anywhere, che consente di collegarsi alle workstation dovunque queste siano, usando un protocollo che permette di ridurre al minimo la latenza e il consumo di banda. Come dice Zanella: "non è nemmeno detto che l'azienda debba avere necessariamente la o le workstation sotto la scrivania", il che ne amplia le possibilità di utilizzo.

Parlando invece delle NPU, la loro potenza di calcolo è (almeno per ora) molto più ridotta rispetto a quella delle GPU e non è dunque sufficiente per effettuare calcoli significativi. Tuttavia, è possibile sfruttarle per sgravare CPU e GPU di compiti importanti e ottenere così risparmi nei consumi energetici, aspetto estremamente rilevante nel campo di PC e workstation portatili.

"In effetti la NPU in questo momento più che essere utilizzata per fare, è un piccolo acceleratore per l'intelligenza artificiale. Siamo in una grossa fase di sviluppo e HP ha, all'interno dei suoi prodotti, delle applicazioni vere e proprie come la gestione del video, la gestione dell'audio, la gestione della batteria che si appoggiano sulla NPU", ci dice Zanella. "La macchina è in grado di imparare attraverso l'utilizzo quotidiano come ottimizzare l'uso della batteria affinché possa coprire tranquillamente una giornata di lavoro, e lo fa attraverso degli algoritmi di intelligenza artificiale. Grazie alla NPU che è all'interno dei nostri notebook e all'interno delle nostre mobile workstation, il software può operare con un'efficienza molto elevata."

Accanto, dunque, agli elementi tradizionali come CPU e GPU, è ora necessario tenere conto anche delle NPU quando si effettua la scelta del nuovo computer: per quanto questi nuovi acceleratori non siano infatti in grado di offrire prestazioni sufficienti a eseguire in locale, ad esempio, i modelli di intelligenza artificiale, ci sono già diversi vantaggi derivanti dalla loro presenza che sono tangibili e reali. Ciò è vero non solo per le workstation ZBook citate in precedenza, ma anche per i nuovi EliteBook G11 e ProBook G11.

La nuova generazione di workstation HP è già pronta per rispondere alle esigenze degli utenti, qualunque sia il loro ruolo: che si tratti di semplici utilizzatori, di utenti avanzati o di sviluppatori, è possibile configurare il proprio computer per ottenere le prestazioni più adatte alle proprie necessità.

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