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L'IA piace agli italiani: la usano due persone su tre. Forte interesse anche da parte delle aziende. L'analisi di Indigo.ai

di pubblicata il , alle 17:27 nel canale IA business L'IA piace agli italiani: la usano due persone su tre. Forte interesse anche da parte delle aziende. L'analisi di Indigo.ai

Lo studio di Indigo.ai evidenzia una crescita esponenziale nell’utilizzo degli assistenti virtuali lungo l’intero customer journey: ben 1 italiano su 3 (33%) li interroga prima di un acquisto

 

L'intelligenza italiana è usata regolarmente da più di metà degli italiani, il 53%. Viene utilizzata per svariati compiti, personali e lavorativi, e una persona su tre la interroga prima di fare acquisti. Il dato che più colpisce è come nell'ultimo anno ci sia stata una grande accelerazione, con una crescita quasi doppia rispetto al precedente anno. Sono i dati che emergono dal report Customer Experience Unlocked effettuato dall'osservatorio di indigo.ai

Gli assistenti vocali sempre più utilizzati in Italia, ma ci sono anche alcune ombre

Secondo l'analisi di Indigo.ai, negli ultimi 12 mesi la maggioranza degli italiani (84%) – con Millennials (52%) e Gen Z (49%) tra i più entusiasti – ha utilizzato assistenti virtuali tramite chat per interfacciarsi con le aziende. In crescita anche l'utilizzo di assistenti vocali, utilizzati almeno una volta dal 70% del campione. 

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Va anche detto c'he c'è un 40% di rispondenti al sondaggio che avrebbe preferito evitarli. I problemi segnalati sono l’incapacità di comprendere appieno le richieste (68%), di fornire risposte accurate (61%) e interazioni impersonali (46%). In particolare, convincono poco gli assistenti vocali, considerati ancora troppo macchinosi da utilizzare da molti utenti. 

Per quanto riguarda le aziende, invece, il 32% delle imprese del campione li ha già implementati per dialogare con i clienti tramite chat. Il 39% afferma di avere intenzione di implementarli nei prossimi 12 mesi. I vantaggi per chi ha già adottato queste soluzioni sono importanti e includono il miglioramento dei tempi di risposta (67%), l’ottimizzazione dei processi (52%) e del lavoro del team (42%) – aspetti che si traducono in ultima analisi in una migliore soddisfazione del cliente (31%). 

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Meno utilizzati, sempre da parte delle aziende, gli assistenti vocali, che sono stati sperimentati solo dal 21% delle aziende intervistate, anche se il 44% intende farlo nell'arco dei prossimi 12 mesi. Due i limiti alla diffusione di questi assistenti nel mondo business: da un lato, il 31% delle imprese indica problemi quali la mancanza di competenze specifiche, mentre il 54% afferma che il principale freno è la scarsa empatia nelle risposte. 

Essere omnicanale oggi è fondamentale per le imprese

Secondo l'analisi di Indigo.ai, il servizio clienti non può più permettersi incertezze o incoerenze: a fare la differenza sono cortesia, velocità e precisione, ma soprattutto la capacità di offrire un’esperienza coerente su tutti i canali di contatto.

Tra le qualità più apprezzate dagli utenti ci sono la cortesia e la disponibilità degli operatori (47%), con un picco di gradimento tra i Millennials (50%), la rapidità nella gestione dei problemi urgenti (47%), la facilità nel trovare i contatti giusti (43%), i tempi di attesa contenuti (40%) e la precisione delle risposte ricevute (40%).

Tuttavia, le aspettative elevate si accompagnano a una scarsa tolleranza verso le inefficienze. Se un servizio clienti non riesce a rispondere in modo rapido (65%), non è disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 (48%), o fornisce risposte vaghe o incomplete (86%), gli italiani sono pronti ad abbandonare l’acquisto. Ancora più drastico è il giudizio quando manca la coerenza tra i diversi canali di comunicazione (82%): per gli utenti, la disomogeneità nell’esperienza è un segnale chiaro di disorganizzazione e scarso rispetto.

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In questo scenario, l’omnicanalità diventa una delle sfide principali per le aziende italiane, che devono gestire una customer experience sempre più fluida, ibrida e distribuita. I consumatori, infatti, utilizzano una molteplicità di canali per entrare in contatto con i brand: email (91%), call center (77%), assistenza in negozio (69%) e assistenti virtuali (60%). Ma proprio l’integrazione e l’allineamento tra questi touchpoint resta un problema irrisolto per oltre la metà delle imprese (53%), ancora in difficoltà nel garantire coerenza e continuità.

Anche la gestione dell’urgenza è un fronte critico: il 79% dei professionisti del customer care individua la tempestività nelle risposte come una delle priorità strategiche – un dato in crescita rispetto al 68% dell’anno precedente. A ostacolare un servizio davvero efficace contribuiscono anche richieste poco chiare (76%), sovraccarichi di lavoro dovuti all’alto volume delle richieste (65%), e la difficoltà nel reperire rapidamente le informazioni corrette (62%). Tutti elementi che denunciano una carenza strutturale: l’assenza di integrazione efficace tra sistemi, canali e knowledge base.

Eppure, i consumatori sono pronti a premiare chi riesce a offrire un servizio personalizzato, efficiente e umano. Se prima di finalizzare un acquisto sapessero di poter interagire con una chat dedicata per ricevere informazioni (64%) o se potessero contare su una customer care facilmente accessibile e ben organizzata (64%), molti italiani sarebbero persino disposti a spendere di più. Un segnale chiaro: l’investimento nella qualità del servizio clienti non è solo una questione di soddisfazione, ma anche di ritorno economico.

In uno scenario dove l’Intelligenza Artificiale è sempre più pervasiva, gli italiani si aspettano una Customer Experience che rifletta l’evoluzione delle loro abitudini. Questo può rappresentare una sfida per molte aziende, che devono saper guardare proprio all’AI come a un alleato strategico che le aiuti a rispondere in modo efficace ai desiderata degli utenti e a restare competitive”, dichiara Gianluca Maruzzella, Co-founder e CEO di indigo.ai. “La seconda edizione del nostro report mostra un’accelerazione dei trend osservati nel 2024, con una spinta ancora più decisa nell’adozione dell’AI conversazionale, le cui potenzialità, se messe a frutto appieno, possono contribuire a offrire un customer service sempre più empatico, personalizzato ed efficiente”.

5 Commenti
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Fantapollo27 Giugno 2025, 17:43 #1
L'avvento dell'IA è paragonabile all'invenzione della macchina a vapore
lammoth27 Giugno 2025, 17:53 #2
L'intelligenza italiana è usata regolarmente da più di metà degli italiani, il 53%.


Non da tutti però, se no si sarebbe accorta dell'errore
AtaruGolan27 Giugno 2025, 18:01 #3
Originariamente inviato da: Fantapollo
L'avvento dell'IA è paragonabile all'invenzione della macchina a vapore


Nemmeno lontanamente, l'avvento dell'IA è qualcosa mai visto prima, che comprende ogni invenzione nel corso dell'umanità.
Quello che non si capisce che non si sta creando un oggetto, un prodotto (come auto, ruota, aerei, elettricità, eletronica e tutto il resto) stiamo/stanno, creando un itelligenza, un qualcosa di unico che ha dato all'umanità la possibilità di arrivare a questo, creando un qualcosa che va oltre un unico umano, ma un qualcosa che riesce a gestire come una mente collettiva di milioni/miliardi di umani in un unico.
Questo è ciò che distruggerà gli umani, la maggior parte almeno, "bella la novità, bella l'IA fa un sacco di cose, bello posso entrare e usarla gratis, guarda la versione avanzata costa anche poco, guarda posso mettermela anche se limitatissima nel mio computer" solo gli attuali miliardari hanno in mano i datacenter e hanno i soldi per poterli potenziare, creare, gli stessi miliardari che accumulano tutti i soldi possibile ignorando delle persone che invece muoiono di fame, gli stessi migliardari che basta che se l'azione della propria azienda perde pochissimo licenzia migliaia di persone ma non rinuncia nemmeno a perdere il suo compenso di un centesimo... Questo stesso miliardario (miliardari) non ci metterà nulla a sostituire tutti con l'IA e guadagnare di più (e forse qualcuno può dire si ma cosi non vendono più, e io rispondo, vendono finche ci sono soldi degl'altri) fino a guadagnare tutti i soldi nel pianeta, vedendo sotto di se, morire le persone di fame, guerre, ribellioni e fallimenti delle nazioni ormai senza più entrate.

Si sta dando il potere estremo a pochissimi privati, che quest'ultimi renderanno schiavi tutti i sopravissuti, costringendoli a azioni assurde e chissà quali abusi.

Spero vivamente di morire prima di vedere tutto questo, ma senza una legge o regole (e per ora nulla si muove) sarà questo il futuro (ovviamente senza contare che potrebbe benissimo avvenire una guerra nucleare quindi cambierebbe tutto) e se le regole arriveranno troppo tardi non serviranno.
Fantapollo27 Giugno 2025, 18:13 #4
Originariamente inviato da: AtaruGolan
Nemmeno lontanamente, l'avvento dell'IA è qualcosa mai visto prima, che comprende ogni invenzione nel corso dell'umanità.


Concordo sull'impatto DEVASTANTE, che è ancora sottostimato da chiunque (forse perché bisogna sempre rassicurare a cavolo)
Unknown8427 Giugno 2025, 18:18 #5
Originariamente inviato da: Fantapollo
Concordo sull'impatto DEVASTANTE, che è ancora sottostimato da chiunque (forse perché bisogna sempre rassicurare a cavolo)


Un mesetto fa, in un'edizione serale del TG1, si accennava a quelle che saranno le conseguenze di VEO3 e robe simili, il servizio parlava della totale impossibilità di distinguere il vero dal falso.

Poi si è tornati alla solita routine...

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