AWS Summit Milano 2025: accelerare sull'IA per liberare il potenziale delle imprese italiane
di Vittorio Manti pubblicato il 20 Giugno 2025 nel canale Cloud
Dal palco dell’AWS Summit Milano 2025 arriva un appello chiaro: accelerare sull’adozione dell’intelligenza artificiale. Tecnologie mature, casi d’uso concreti e nuove competenze al centro della trasformazione. Il cloud come abilitatore, tra infrastruttura, dati e sicurezza
Un appello diretto, lanciato dal palco dell’AWS Summit Milano 2025 da Julian Groues, Vice President Southern Europe di AWS, ha dato il tono a tutto l'evento: è tempo di accelerare sull’intelligenza artificiale. I dati presentati durante il keynote parlano chiaro: l’adozione dell’IA in Italia è ancora troppo limitata rispetto al potenziale che le tecnologie cloud e l’intelligenza artificiale possono abilitare.
Secondo una ricerca condotta da AWS, citata nel keynote e nelle interviste, solo il 30% delle aziende italiane ha già integrato soluzioni di IA nei propri processi, ma si tratta comunque di un progresso rispetto al 23% del 2024. Il 71% delle imprese ha però un budget specificamente dedicato all’IA, segno di una crescente consapevolezza strategica. Tuttavia, i principali ostacoli individuati sono tre: mancanza di competenze (skill gap), timori su sicurezza e privacy, e percezione dei costi.
L'appello di Groues, supportato da casi concreti e testimonianze, si è trasformato in un vero e proprio invito all'azione per il tessuto imprenditoriale italiano: abbracciare l'IA non solo come strumento tecnologico, ma come motore di innovazione e competitività. "L'IA amplifica il potenziale del Made in Italy", ha sottolineato, facendo riferimento a esperienze come quelle di Mediaset e Musixmatch che hanno già iniziato a integrare tecnologie avanzate nei propri processi.
L’infrastruttura al centro: sicurezza, efficienza, scalabilità
Nel keynote di Nandini Ramani, VP di AWS, il messaggio è stato altrettanto netto: “L’IA è un costrutto tecnologico che vive solo se supportato da una infrastruttura efficiente, sicura e pensata per scalare”. Ramani ha presentato l’evoluzione della piattaforma AWS con particolare attenzione alla disponibilità in Italia di servizi come Amazon Bedrock, ai nuovi acceleratori Graviton e Trainium2, al supporto per GPU di ultima generazione (Blackwell), e all’utilizzo avanzato di metadati su S3. La visione è quella di una piattaforma modulare e integrata, costruita per sostenere carichi IA di ogni tipo, dalla sperimentazione alla produzione.
Un punto chiave emerso dall'intervento di Ramani è l'importanza della sicurezza come "building block" fondamentale dell'intera infrastruttura cloud. L'approccio di AWS è quello di rendere la sicurezza intrinseca e nativamente integrata in ogni livello dello stack tecnologico, a partire dai layer di storage fino alle istanze compute ottimizzate per l’IA. Questo approccio consente di affrontare le resistenze di molte aziende, ancora frenate dai timori su protezione del dato e compliance normativa.
Il caso Pirelli: l’IA che trasforma il ciclo di vita del prodotto
A chiusura del keynote, il contributo di Piero Paolo Tamma, Chief Digital Officer di Pirelli, ha dimostrato in modo concreto cosa significhi adottare l’IA in modo strutturato. Pirelli utilizza oltre 80 servizi AWS nel proprio cloud, con un data lake su S3 che alimenta digital twin dei pneumatici e modelli predittivi basati sull’IA. La catena del valore è stata suddivisa in cinque fasi (design, industrializzazione, produzione, test, vendita) tutte ottimizzate grazie all’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di aumentare efficienza, sicurezza e performance di prodotto.
Tamma ha evidenziato come l'approccio ai dati sia stato determinante per rendere scalabile il progetto: dalla raccolta massiva di informazioni lungo l'intero ciclo produttivo alla normalizzazione dei dataset, fino alla creazione di modelli predittivi e analitici in grado di restituire insight operativi concreti. Il caso Pirelli si è rivelato una dimostrazione efficace di come l'IA possa diventare leva reale per il manufacturing avanzato.
Le interviste: strategia e casi d’uso da AWS e Kyndryl
Durante l’evento abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Antonio D’Ortenzio, Senior Manager Solutions Architecture di AWS, e Giovanni Carraro, SVP Global Strategic Alliances di Kyndryl, che hanno approfondito due prospettive complementari sull’adozione dell’IA: quella del provider e quella del system integrator.
D’Ortenzio evidenzia il passaggio dalla sperimentazione all’integrazione nei processi core, con una forte attenzione alla sicurezza ("job zero") e al supporto ai partner per la verticalizzazione delle soluzioni. L’IA viene vista sempre più come componente trasversale in progetti enterprise, abilitando automazione, analisi avanzata e customer experience intelligente. AWS risponde con una proposta flessibile, modulare e pensata per essere adattata ai vari settori industriali.
Carraro sottolinea invece l’importanza della modernizzazione applicativa e della governance dei dati, ricordando che l’IA non funziona senza una base IT adeguata. Kyndryl lavora a stretto contatto con clienti e hyperscaler come AWS per accompagnare le aziende nella trasformazione digitale, partendo da use case concreti, misurabili e integrabili. Il successo dell’IA, secondo Carraro, passa dalla capacità di unire competenze tecnologiche e comprensione del contesto di business.
beSharp: IA generativa come leva interna di produttività
Durante il Summit abbiamo intervistato anche Simone Merlini, CEO e Co-Founder di beSharp, una delle aziende italiane più esperte dell’ecosistema AWS. Con un approccio pragmatico e consapevole, beSharp ha introdotto l’IA generativa nei propri processi interni: dallo sviluppo assistito al supporto per la content strategy, dalla code review automatizzata alla gestione dei progetti.
Merlini ha condiviso un punto di vista lucido: per evitare che l'IA diventi uno strumento di moda e nulla più, occorre governarla con policy chiare, formazione continua e attenzione al contesto d'uso. L'azienda ha adottato strumenti basati su foundation model per migliorare qualità e velocità dei flussi di lavoro, senza mai perdere il controllo umano sui risultati. Centrale resta l'idea di data culture: senza alfabetizzazione interna e governance, l'adozione può generare fenomeni di shadow IT difficili da gestire.
L’AWS Summit Milano 2025 ha lasciato un messaggio chiaro: l’intelligenza artificiale è pronta, le tecnologie ci sono, i casi d’uso anche. Serve ora un cambio di passo culturale e organizzativo per coglierne a pieno il valore. L’IA non è più solo un'opzione sperimentale, ma una leva trasformativa che può rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano.
Come ha detto Julian Groues dal palco: “L’IA amplifica il potenziale del Made in Italy, ma va adottata con convinzione”.
1 Commenti
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