Lenovo Smart Collaboration: la tecnologia deve essere abilitante, non una barriera
di Roberto Colombo pubblicata il 21 Marzo 2024, alle 15:21 nel canale InnovazioneRecentemente abbiamo incontrato Andrea Recupero, Director EMEA Smart Collaboration di Lenovo, per approfondire il tema della collaborazione aziendale, in questo momento storico in cui vediamo due tensioni contrapposte: da un lato l'espansione del lavoro da remoto e dall'altro il ritorno in ufficio in presenza.
In un mondo lavorativo sempre più ibrido, che alterna riunioni in presenza e lavoro da remoto senza soluzione di continuità, le soluzioni di collaborazione sono sempre più importanti per le aziende. Una riunione che riesca a mixare al meglio l'esperienza di chi si trova faccia a faccia con quella di chi invece è collegato da remoto è sicuramente molto più funzionale e risulta davvero abilitante per lo smart working.
Recentemente abbiamo incontrato Andrea Recupero, Director EMEA Smart Collaboration di Lenovo, per approfondire il tema della collaborazione aziendale, in questo momento storico in cui vediamo due tensioni contrapposte: da un lato l'espansione del lavoro da remoto e dall'altro il ritorno in ufficio in presenza.
Lavoro ibrido tra smart working e ritorno in ufficio: come può aiutare la tecnologia?
"Riuscire a combinare le due anime attraverso la tecnologia è fondamentale per rendere questa esperienza semplice, intuitiva e immediata. Il nostro obiettivo è proprio il fatto che la tecnologia sia semplice da utilizzare. Perché la tecnologia non deve essere una barriera, ma deve diventare un modo per poter accedere a nuove dinamiche di lavoro. Spesso ci sono delle soluzioni che sono molto interessanti sulla carta, ma poi quando sono applicate al lavoratore basta poco perché non funzionino o che non vengano sfruttate al meglio".
"Secondo il nostro punto di vista la user experience deve essere consistente. Quindi le anime della smart collaboration abbracciano tre aree fondamentali: Microsoft Teams, Google Meet e anche soluzioni per Zoom, tutte piattaforme molto pervasive a livello di mercato".
"L'aspetto fondamentale, per esempio se entriamo nell'ambito di Microsoft Teams, è riuscire ad avere un'esperienza consistente su tutti i dispositivi. Quindi se quando sono in mobilità, con il mio Motorola, con il tablet Lenovo o con il ThinkPad ho una certa esperienza Microsoft Teams Applications sul device e quando entro nella sala riunioni ritrovo sulle soluzioni presenti la stessa interfaccia è tutto più facile. Non devo ogni volta capire come funziona una soluzione, perché la user experience è sempre la stessa."
"Recentemente, a livello di soluzioni, abbiamo presentato Lenovo ThinkSmart Bar 180, che fa parte della collaborazione con Jabra. È una soluzione nuova all'interno dell'ecosistema Microsoft in accoppiata al nostro ThinkSmart Core, controller USB o IP per offrire un'esperienza di meeting room 'Front Row'. Front Row cosa vuol dire? Vuol dire che abbiamo diverse dinamiche per poter interagire con i partecipanti. Ad esempio la dinamica dell'Intelligent Zoom, che passa dalla visualizzazione a tutto campo a 180° alla visione ristretta sui singoli partecipanti a 50° quando stanno parlando. In più le funzioni Virtual Director e Dynamic Composition permettono di 'muovere' la camera così come farebbe il nostro occhio se fossimo in presenza. In particolare Dynamic Composition permette al dispositivo di ricordare chi sono gli altri speaker attivi e di dare maggiore importanza a chi sta partecipando alla presentazione, con inquadrature più larghe, ma senza tornare per forza a quella ultra grandangolare".
"Poi non parliamo solo di User Experience, ma anche di 'IT Experience' per venire incontro, soprattutto in ambito corporate, ai dipartimenti IT per una gestione più completa, più semplice e su larga scala di dispositivi Teams. Da questo punto di vista, l'integrazione con il sistema Autopilot di Microsoft in cloud permette semplificare la messa in opera delle soluzioni. Naturalmente non manca l'integrazione con la tecnologia vPro di Intel".
"Non solo dispositivi e soluzioni, tutto deve dialogare al meglio con gli spazi e da questo punto di vista abbiamo avviato alcune collaborazioni per ripensare completamente gli spazi di lavoro e di collaborazione: la tecnologia e gli spazi che devono comunicare tra di loro affinché si riesca a creare un ambiente che sia ottimale per i dipendenti, per le aziende ma anche per i nuovi scenari applicativi. Spesso si presenta la tecnologia e poi le sale (e le persone) si devono adattare, qui invece è in atto un ripensamento da zero in modo che spazi e tecnologia vengano sviluppati a braccetto".
"Un tema importante è anche quello dell'interoperabilità, per fare in modo, ad esempio, che la mia soluzione Teams Room System, basata su Windows 11 possa interagire senza complicazioni con altri sistemi, come Zoom o Webex e altre piattaforme".
Dal punto di vista della commercializzazione sul mercato italiano c'è qualche esempio di aziende, con cui collaborate o che hanno implementato tutto lo stack di queste soluzioni all'interno degli ambienti?
"Un case study che di rilievo è quello di Roma Tre University: abbraccia un'applicazione verticale che ci sta molto a cuore perché crediamo in modo forte nel portare avanti un processo di cambiamento anche della modalità anche di apprendimento, attraverso la tecnologia. È un progetto che è nato durante il Covid, dove l'esigenza era di trovare strumenti per continuare la didattica 'in tempo zero'. Siamo riusciti in tempi molto rapidi (in un momento in cui anche la catena di fornitura era in sofferenza) a installare un sistema di e-learning sfruttando il nostro Lenovo ThinkSmart Hub, una soluzione all-in-one con un computer e uno schermo che può ruotare a 360°, con una serie di accessori, per offrire un'esperienza di classe ibrida. La sfida era infatti l'avere non una classe totalmente da remoto, ma una situazione in cui alcuni studenti erano in aula e altri collegati da remoto per evitare gli assembramenti".
"Pur essendo nato in una situazione di emergenza, si tratta di un progetto tuttora attivo: ancora oggi, costantemente, ogni trimestre lavoriamo con l'università per cercare di ampliarlo, per avere una totale copertura a livello di classi. È un progetto che ci piace condividere perché è diventato un case study di successo a livello globale e racconta un approccio veramente di partnership con il cliente finale".
0 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDevi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".