Progetto Oniro: così Huawei contribuisce a un ecosistema open source per l'IoT

Progetto Oniro: così Huawei contribuisce a un ecosistema open source per l'IoT

A SFScon, il primo workshop sul nuovo sistema operativo open source promosso dalla Eclipse Foundation

di pubblicata il , alle 17:11 nel canale Innovazione
NOI techparkHuaweiInternet of Things
 

L’obiettivo di Oniro è creare compatibilità tra i prodotti tecnologici affinché aziende, multinazionali, community si siedano attorno a un tavolo open source equo e meritocratico”, spiega Davide Ricci, direttore dell’Open Source Technology Center (OSTC) di Huawei CBG facendo riferimento allo spirito di un’iniziativa lanciata dalla Eclipse Foundation lo scorso 26 Ottobre.

Oniro-IOT

Iniziativa pensata per coinvolgere realtà corporate, PMI e start-up, tutte accomunate da uno scopo univoco per quanto riguarda l’Internet of Things (IoT): creare un ambiente tecnologico omni-comprensivo e aperto che renda la comunicazione e collaborazione tra dispositivi sempre più fluida, facile, intuitiva e - non da ultimo - sicura per i consumatori e le consumatrici.

Huawei-Davide-Ricci

La visione finale del progetto Oniro, guidato da un Eclipse Foundation working group, e che vede il NOI Techpark di Bolzano come uno dei membri” – ha aggiunto Ricci – “è che, comprando su marketplace virtuali o in store fisici, il cliente sarà sempre più incentivato ad acquistare device compatibili tra loro in una logica di IoT proprio per riuscire ad abbracciare quel concetto di intuitività, di semplificazione e di esperienza a tutto tondo di cui la tecnologia si è fatta promessa”.

Da anni smart speaker, smart tv e altri dispositivi domestici possono essere comandati grazie alla nostra voce, “ma oggi tutto passa dal cloud, anche per via della monetizzazione dei dati. Così si è creato un IoT frammentato e non equo”, spiega Ricci.

Il Covid spinge gli investimenti in tecnologia, a partire dalla medicina

La pandemia dal canto suo ha anche accelerato tutta una serie di transizioni tecnologiche. L’ambito medico ad esempio è una potenziale area di applicazione dove Oniro aprirebbe a nuovi possibili scenari guidati da un concetto di dispositivi intelligenti in grado di comunicare in maniera autonoma tra di loro. Ad esempio, pensare che uno smart watch potrebbe comunicare con una casa talmente connessa da essere in grado di valutare la salute di chi la abita e, di fronte a una situazione di potenziale rischio rilevata dal device, il sistema o l’agenzia (come definita in gergo tecnico) di intelligenza artificiale sarebbe in grado di segnalare un’emergenza in corso e contattare subito il 118, sbloccando perfino la porta di casa per facilitare il pronto intervento.

SFCon 2021

Difficile dire quanto siamo vicini alla concretizzazione di questi scenari, ma grandi aziende e poli tecnologici sono all’opera. L’unica certezza per dare concretezza a questa visione è l’open source. Il NOI Techpark collabora da anni con Huawei su un progetto fortemente collegato al territorio: “Un risultato della collaborazione sul progetto Oniro con il NOI Techpark è innanzitutto la policy per la gestione della proprietà intellettuale”, ha spiegato Ricci, in occasione della recente SFScon, la South Tyrol Free Software Conference, tenutasi all'hub dell'innovazione di Bolzano. Una sorta di manifesto che spiega come vengono gestite le licenze open source attraverso la creazione di un software bill of materials (SBOM) che si costituisce di un elenco completo di componenti, sottocomponenti e parti di software utilizzate in modo che ogni singola parte di progetto sia chiaramente esplicitata, resa visibile e quindi riutilizzabile.

L’iniziativa open source di Oniro fa in modo che qualsiasi investimento, fatto da un’azienda grande o piccola che sia, venga tutelato da un’entità neutrale per quanto riguarda la proprietà intellettuale. Chiunque può accedere al percorso e digitalizzare ancor di più i propri device in un ecosistema aperto. “Perfino due competitor non avrebbero difficoltà a coesistere nello stesso progetto. Perché le imprese si sentono garantite: è senz’altro un percorso più lento di un unico vendor, ma più stabile nel tempo”, ha aggiunto Ricci.

Al momento sono cinque i membri del working group Oniro e le porte sono aperte a nuovi potenziali membri che possano in maniera fattiva contribuire alla roadmap di sviluppo accelerandone quindi il processo di adozione.

A tal proposito la posizione strategica del NOI Techpark può fare da volano per innescare collaborazioni con le realtà del mondo tedesco infatti maggiori saranno gli attori coinvolti e più Oniro prenderà slancio nel campo dell’IoT.

 
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