Vertiv non ha dubbi: è arrivata l’era del raffreddamento a liquido per i data center
di Alberto Falchi pubblicata il 29 Novembre 2022, alle 10:31 nel canale InnovazioneLa crescente densità di server sempre più potenti e la necessità di abbattere i consumi dei data center stanno portando le imprese a ripensare le soluzioni di raffreddamento, Vertiv scommette sui sistemi a liquido e presenta i Liebert XDU
Il raffreddamento a liquido non è certo una novità per gli appassionati di hardware, che da molti anni si dilettano con pompe, serbatoi e tubi vari per raffreddare i loro computer e poterli overcloccare mantenendo sotto controllo le temperature. Si tratta di soluzioni che non sono mai state adottate su larga scala all’interno dei data center, nonostante siano stati fatti più esperimenti in questo senso. Ora però lo scenario è cambiato radicalmente e chi gestisce i data center, a partire dagli hyperscaler, si trova a dover affrontare nuove sfide, economiche e ambientali.
I data center sono responsabili di una percentuale compresa fra il’1% e il 3% dei consumi elettrici a livello globale. Per mettere le cose in prospettiva, basti sapere che una singola struttura di un hyperscaler consuma fra i 20 e i 50 MW di energia ogni anno, sufficienti a garantire elettricità per 37.000 abitazioni. Con i costi dell’energia alle stelle e la necessità di abbattere anche le emissioni, è necessario trovare il modo di ottimizzare queste infrastrutture.
I trend dei data center per il 2023 secondo Vertiv
Secondo Vertiv, uno degli attori principali nel settore degli UPS e dei sistemi di raffreddamento dedicati a data center, saranno tre le tendenze che caratterizzeranno il settore nel 2023.
Prima di tutto, gli enti regolatori concentreranno le loro attenzioni sui data center, imponendo nuove regole per renderli più efficienti e meno inquinanti. Sicuramente il settore proporrà le sue soluzioni e, come ha fatto fino a ora, continuerà ad auto regolarsi, ma è probabile che ci sarà una maggiore pressione da parte delle istituzioni per ridurre i consumi di queste strutture.
Il secondo trend atteso da Vertiv è l’adozione di data center modulari, prefabbricati. Probabilmente, non saranno realizzati direttamente dai cloud provider: i lavori per la realizzazione di nuovi data center saranno esternalizzati e si punterà a una maggiore standardizzazione del settore, facilitando così la progettazione di nuove strutture.
Per ridurre l’impatto sull’ambiente, poi, si inizieranno a dismettere i generatori diesel, che entrano in funzione per tenere i sistemi attivi quando manca la corrente. Secondo Vertiv, la tendenza sarà quella di adottare modelli più efficienti e puliti, basati su celle di combustibile, le fuel cell.
La densità di server aumenterà notevolmente, in particolare per quanto riguarda i data center degli hyperscaler, spingendo verso l’adozione di nuove soluzioni per smaltire il calore in eccesso.
La richiesta di potenza di calcolo non diminuirà, anzi, incrementerà notevolmente, per soddisfare la crescente richiesta di applicazioni per il 5G e quelle legate al concetto di metaverso.
Raffreddamento a liquido per data center: la visione di Vertiv
Come facilmente intuibile, l’equipaggiamento IT è responsabile della maggior parte dei consumi di un data center, una percentuale attorno al 70%. Per questo motivo, negli anni si è cercato di trovare varie soluzioni per raffreddare in maniera efficace i server limitando il consumo di energia. Heatpipe, per esempio, con del liquido che scorre sui piccoli dissipatori montati sui chip così da fare a meno di ingombranti sistemi di smaltimento e ventole. Sono stati fatti anche tentativi per sistemi completamente immersi nel liquido.
C’è un altro problema: il 99% del calore smaltito dai data center viene disperso nell’ambiente, sprecandolo. Perché non usarlo per riscaldare gli ambienti, abbattendo così i consumi dell’edificio, utilizzando pompe di calore? Non mancano tentativi in questo senso, ma secondo Vertiv oggi ci sono le condizioni ideali per sfruttare al meglio queste tecnologie, anche facendo a meno delle pompe di calore e, addirittura, usando acqua “calda”.
Può sembrare un controsenso, ma ha il suo perché: un esempio arriva dal sistema di raffreddamento del supercomputer IDRIS, al 124° posto della classifica Top500, che sfrutta una combinazione di sistemi ad aria e a liquido. Il liquido entra nel sistema a una temperatura di 30/32° per uscire fra i 35° e i 41°. L’aria, invece, usata per raffreddare le memorie, le interfacce di rete e i sistemi di storage, entra a 12° ed esce a 18°. Il calore in eccesso totale è di circa 1.500 kW, utilizzabili per riscaldare uffici e locali del data center.
Secondo Vertiv, i data center verranno ripensati nei prossimi anni per soddisfare le nuove esigenze. Saranno standardizzati e modulari, magari con container che sporgono dall’edificio, così da semplificare l’installazione, abbatterne i costi e ottimizzare l’uso degli spazi.
Vertiv Liebert XDU: il raffreddamento a liquido per data center secondo Vertiv
Vertiv da anni è specializzata in soluzioni per il raffreddamento dei data center ed è uno dei principali attori del settore. Parliamo di un’azienda che dispone di 23 stabilimenti produttivi, 9 dei quali in Europa, con un fatturato superiore ai 5 miliardi di dollari. Una realtà che come ci spiega Andrea Faeti, Sales Enterprise Accounts Director per l’Italia, “cresce più del mercato”. Andrea lavora nello stabilimento di Vertiv a Padova, che è diventato uno dei centri produttivi chiave con l’uscita delle nuove soluzioni Liebert per il raffreddamento. Qui vengono assemblati vari sistemi Liebert, che includono enormi soluzioni modulari realizzate su specifiche dei clienti, sui quali però Andrea preferisce mantenere una certa riservatezza.
Fra le novità della linea Liebert, però, ci sono anche soluzioni pensate per integrarsi in data center più tradizionali, come Liebert XDU, apparentemente un classico rack, ma è progettato per il raffreddamento a liquido e trova applicazione in quegli ambiti dove la densità di server è molto elevata e i tradizionali sistemi ad aria faticano a gestire le temperature.
Liebert XDU è disponibile in due capacità differenti: 450 kW e 1368 kW e si basa su un circuito a liquido chiuso, così da non sprecare inutilmente acqua. Il calore in eccesso può essere usato per scaldare gli uffici o le abitazioni nelle vicinanze del data center, in piena ottica di economia circolare. Un sistema dedicato a clienti con esigenze molto particolari, prevalentemente hyperscaler o cloud provider, che potranno adottarlo per raffreddare i sistemi più energivori, per esempio quelli dedicati ad applicazioni di intelligenza artificiale, machine learning e realtà aumentata.
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