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Huawei apre il Cyber Security Transparency Centre a Bruxelles

di pubblicata il , alle 17:21 nel canale Security Huawei apre il Cyber Security Transparency Centre a Bruxelles

Huawei punta sulla sicurezza informatica e apre a Bruxelles il Cyber Security Transparency Centre. L'obiettivo è quello di spingere la collaborazione fra aziende e governi per sviluppare nuovi standard e best practice nell'ambito della sicurezza.

 

Al contrario di quanto accade negli Stati Uniti, dove la relazione fra l'attuale esecutivo e il colosso delle telecomunicazioni cinese è burrascosa, Huawei gode di ottimi rapporti con le istituzioni europee, ed è protagonista dello sviluppo della nuova infrastruttura 5G.

Secondo Huawei la diffusione del cloud e delle nuove tecnologie, inclusa 5G, pongono nuove sfide nell'ambito della sicurezza informatica ma ci sono ancora molti ostacoli sia tecnologici sia burocratici. Da un lato si evidenzia una mancanza di consenso fra i vari stati europei su standard tecnici e best practice, dall'altro differenti leggi, che complicano ulteriormente un quadro già complesso. Il Cyber Security Transparency Centre vuole dare una risposta a questi problemi. 

A cosa serve il Cyber Security Transparency Centre?

Sono tre le funzioni che andrà a svolgere il Cyber Security Transparency Centre.

La prima è la creazione di uno spazio dove Huawei possa esporre i suoi prodotti e servizi dedicati alla cybersecurity. Una sorta di vetrina, insomma, che servirà a illustrare ai partner anche le policy e strategie di sicurezza implementate da Huawei, a partire dalla supply chain per arrivare al cliente finale. 

La seconda funzione del centro è quella di diventare un hub per facilitare la comunicazione fra Huawei e gli stakeholder, nell'ottica di promuovere migliori standard di cybersecurity condivisi. 

Come terza funzione il Cyber Security Transparency Centre offrirà ai suoi clienti una piattaforma per il test e la verifica di prodotti e servizi.

"La fiducia deve basarsi sui fatti, i fatti devono essere verificabili e la verifica va eseguita secondo standard condivisi" - ha affermato Ken Hu, Deputy Chairman di Huawei - "Invitiamo enti di controllo, organizzazioni per gli standard e clienti a usare a fondo questa piattaforma. Speriamo che grazie Cyber Security Transparency Centre potremmo collaborare a stretto contatto per la definizione di standard sicurezza, meccanismi di verifica e innovazioni rivolte alla sicurezza informatica. [...] L'Unione Europea ha approvato il General Data Protection Regulation (GDPR) che è uno standard di protezione di dati e privacy aperto e trasparente. Crediamo che gli enti di controllo europei siano sulla strada giusta per guidare la comunità internazionale in termini di standard di cybersecurity e meccanismi di controllo. Ci impegniamo a lavorare più a stretto contatto con tutti gli stakeholder europei per la creazione di un sistema di fiducia basato su fatti e verifiche.

Ken_Hu_Brussels huawei cyber security transparency centre

2 Commenti
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giovanni6907 Marzo 2019, 23:43 #1
E come si concilia con il fatto che la legge cinese sull'intelligence nazionale, approvata nel 2017, stabilisce che le organizzazioni e i cittadini cinesi devono "sostenere, cooperare e collaborare nel lavoro di intelligence nazionale" ?

Il punto è anche trovare il modo per garantire che ciò che viene analizzato e testato sia poi quello che viene introdotto ed utilizzato realmente sul campo in ambito 5G.... altrimenti diventa come il gioco delle tre carte...e dunque una presa in giro legalizzata.
ComputArte09 Marzo 2019, 12:44 #2

Azione e reazione....

Che i cinesi si ribellino alle accuse a stelle e strisce basate sull'ipotesi che "intercettino" i dati transitanti nelle infrastrutture funzionali al 5G è un "atto d'ufficio" obbligato in un 'agorà tecnologica globalizzata.

E' necessario VERIFICARE i fatti , le accuse e le circostanze prima di sbilanciarsi in giudizi.

Ci sono due elementi paradossali in questa storia:
1) Che sia l'America a puntare il dito accusando di spionaggio quando le sue OTT sono quello che sono grazie allo spionaggio continuativo di tutti i dati transitanti e residenti sulle piattaforma di "smart" technology

2) Che i cinesi parlino di trasparenza e lodino il GDPR quando in patria stanno praticamente monitorando i singoli individui come topi da laboratorio.

...la notte è ancora lunga e l' Europa DEVE assolutamente svegliarsi DEL TUTTO per non fare la fine dell'Africa con gli inglesi.... il GDPR è solo un segno di vita , ma ora è necessario equiparare i regimi fiscali per consentire VERA CONCORRENZA ed investire su innovazioni VERE e non su standard creati da altri!

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