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Alla scoperta di Netalia, il public cloud italiano
di Redazione pubblicata il 10 Giugno 2022, alle 12:11 nel canale CloudNetalia è un operatore cloud interamente ed esclusivamente italiano che opera dal 2010. Il suo punto di forza non è solo la presenza di data center sul territorio nazionale, ma anche la stretta collaborazione con software house e system integrator. Ne parliamo con l'AD Michele Zunino
Da tempo si parla dell'importanza del cloud nazionale, cioè di infrastrutture di cloud pubblico che hanno sede in Italia e sono gestite da entità a tutti gli effetti italiane, che possano essere quindi adottate in piena sicurezza da aziende che trattano dati sensibili (come nel mondo della finanza o della assicurazioni) e dalla Pubblica Amministrazione.
In realtà, una struttura cloud 100% italiana esiste già dal 2010: Netalia. Abbiamo fatto una chiacchierata con l'amministratore delegato Michele Zunino.
Chi è e cosa fa Netalia?
Sebbene Netalia operi dal 2010 sul mercato, l'intuizione di lanciare questa tipologia di servizio è nata 15 anni fa, quando i fondatori compresero che, con la crescente adozione dei servizi cloud, entro qualche anno sarebbero sorti problemi legati alla sovranità sui dati.
Un'intuizione che si è rivelata corretta, considerato che sulla nuvola vengono conservati dati estremamente sensibili e lasciarli in mano a multinazionali straniere potrebbe rappresentare un rischio. Di qui l'importanza di un cloud nazionale.
Netalia attualmente conta tre data center (Region, come le definisce Zunino) nella Penisola, che diventeranno cinque a fine 2022 e, nell'arco di due o tre anni, nove. Zunino ci tiene a sottolineare che quella di Netalia però non è un'infrastruttura cloud e preferisce definirla come architettura cloud, per sottolineare che "utilizziamo tecnologie disponibili sul mercato che però opportunamente combinate sono in grado di presentarsi in maniera diversa rispetto a come sarebbero utilizzate in maniera tradizionale". Netalia non si limita insomma a mettere a disposizione della tecnologia, ma vuole distinguersi per i servizi che offre, fra cui la consulenza.
Questo perché passare al cloud non significa solamente spostare i dati da una parte all'altra, ma ripensare i processi interni delle aziende e delle loro modalità di business. "Noi siamo concentrati sull'aspetto di abilitazione, cioè tutto quello che riguarda mettere a disposizione delle aziende i servizi IaaS e PaaS che sono a supporto delle applicazioni", con queste ultime che sono il "vero cuore di un'azienda".
Netalia come detto si occupa di erogare i servizi IaaS e PaaS ma non opera da sola e lavora con partner che sono responsabili di altre tipologie di servizio, prevalentemente attivi nel settore dell'integrazione dei sistemi e dello sviluppo di software. Questo perché l'adozione del cloud "ha impatto su tutta la catena del valore e per poter fornire al cliente un reale valore è necessaria una collaborazione ad ampio stretto con tutti i soggetti che partecipano a questo cambiamento", spiega Zunino.
La sicurezza secondo Netalia
Secondo Zunino la sicurezza è strettamente legata al tema della compliance, la conformità normativa. Questo perché già rispettando normative e specifici modelli di gestione è possibile aumentare in maniera significativa la sicurezza delle applicazioni e, di conseguenza, dei dati.
"La compliance è l'aspetto centrale su cui abbiamo basato la nostra offerta", afferma l'amministratore delegato. "L'elemento di cloud nazionale, che ci mette in contrapposizione ai grandi provider globali, si differenzia per il rispetto di una regolamentazione nazionale sulla quale siamo capaci di una maggiore flessibilità e prossimità. Questo ci permette di garantire livelli di sicurezza sufficientemente elevati". Un concetto importante, perché il mettere al centro le norme nazionali offre numerose garanzie a chi adotta i servizi di Netalia. Gli altri hyperscaler, effettivamente, sono per forza di cose più legati alle norme statunitensi, dove hanno sede.
Tutti i provider cloud per operare in Europa devono garantire il rispetto di certe norme e che si stanno adoperando per offrire ai clienti ulteriori strumenti per assicurare la sovranità sulle informazioni dei loro clienti, ma si tratta sempre di un sottile equilibrio fra le esigenze tecnologiche e le normative USA ed EU. Operando solo in Italia, per Netalia è facile ignorare completamente le necessità e le normative statunitensi per concentrarsi solo sulle esigenze di chi deve rispettare la normativa italiana.
Il modello di business di Netalia
"Molto spesso l'esigenza del cliente non nasce dall'infrastruttura, ma dalla necessità di cambiare i propri processi", spiega Zunino. Esigenze applicative, insomma. Netalia ha scelto di lavorare a stretto contato con software house e system integrator perché sono due le principali esigenze emerse nel Bel Paese. Da un lato le realtà di dimensioni medie e piccole, che si sposteranno sempre di più verso il concetto di Software as a Service (SaaS). Applicazioni erogate via cloud da chi le sviluppa, insomma. E gli sviluppatori, secondo Zunino, diventeranno a loro volta cloud provider, offrendo quindi le loro applicazioni tramite un modello a consumo, appoggiandosi a chi invece offre l'infrastruttura come servizio (IaaS).
Dall'altro lato c'è il mondo dei system integrator, che invece hanno come clienti realtà di dimensioni medie e grandi, che si occuperanno di gestire per loro l'infrastruttura, o una parte di essa. "In questo caso partecipiamo alla realizzazione di ambienti ibridi, o multicloud, nei quali queste organizzazioni possono disporre di una capacità elaborativa distribuita che rispetta le necessità delle loro applicazioni".
Il vantaggio di appoggiarsi a un provider come Netalia, come già detto, è evidente soprattutto per quelle realtà che operano in settori fortemente regolamentati (energia, infrastrutture strategiche, finanza, media, sanità e PA): qui la vicinanza con l'interlocutore e la conoscenza del mercato interno fanno la differenza rispetto agli hypescaler. "Per nostra attitudine siamo più votati verso la PA locale e abbiamo già numerosi casi di successo con Comuni ed enti pubblici sul territorio nazionale", conclude Zunino, non nascondendo che l'ambizione a medio/lungo termine è quella di approcciare anche la Pubblica Amministrazione nazionale.