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Arriva Red Hat OpenShift 4.18: operazioni semplificate e nuove funzionalità di sicurezza

di pubblicata il , alle 15:57 nel canale Cloud Arriva Red Hat OpenShift 4.18: operazioni semplificate e nuove funzionalità di sicurezza

Red Hat OpenShift 4.18 introduce miglioramenti nella virtualizzazione che ottimizzano il networking, semplificano la migrazione dello storage e snelliscono la gestione delle macchine virtuali

 

Molte aziende si trovano nella condizione di dover revirtualizzare/devirtualizzare la propria infrastruttura IT. Secondo un'analisi di Gartner, questa sarà una delle principali tendenze del 2025, dal momento che le imprese si trovano ora a dover ripensare la propria infrastruttura per adeguarla alle nuove esigenze IT, in particolare in relazione all'adozione dell'IA. 

Red Hat ha aggiornato OpenShift alla versione 4.18 tenendo proprio conto di queste necessità.

Le novità di OpenShift 4.18

La piattaforma di virtualizzazione basata su Kubernetes di Red Hat è stata aggiornata con nuove funzioni per migliorare la flessibilità, portare più efficienza e semplificare la gestione degli ambienti virtuali complessi.

ùRed Hat unveils OpenShift

Fra le nuove funzionalità VM-friendly networking, che aggiunge il supporto per le redi definite dall'utente, semplificando le fasi di setup iniziale. Questa funzione è disponibile anche OpenShift on AWS e Red Hat OpenShift Service on AWS.

Altre due nuove funzionalità sono invece disponibili come technology preview. Sono VM storage migration, per trasferire dati tra dispositivi di storage e classi di storage mentre la macchina virtuale è in esecuzione, e Tree-view navigation, che consente di suddividere le VM in "cartelle".

Introdotto il supporto al BCP (Border Gateway Protocol), che aumenta la segmentazione e supporta casi d’uso avanzati come l’assegnazione di IP statici alle macchine virtuali, la migrazione live e ulteriori funzionalità per multi-tenancy.

Novità anche sotto il profilo della sicurezza: arriva il driver Secret Store Container Storage Interface (CSI), una soluzione per gestire le credenziali e le informazioni sensibili delle applicazioni, compatibile anche con sistemi di terze parti. All'atto pratico, questa funzione permette di accedere a secret manager esterni senza dover memorizzare le credenziali sul cluster, semplificando così la gestione delle credenziali e rendendo l'infrastruttura più sicura. 

Molte aziende si trovano di fronte alla necessità di decidere rapidamente come far evolvere la propria infrastruttura virtuale, arrivata ormai a un punto di inflessione”, commenta Mike Barrett, vice president e general manager, Hybrid Cloud Platforms, di Red Hat. “Red Hat OpenShift risponde alle esigenze attuali di virtualizzazione e offre un percorso semplificato per la migrazione, consentendo alle aziende anche di guardare al futuro attraverso la modernizzazione delle applicazioni. Con Red Hat OpenShift, le imprese sono in grado di proteggere i loro investimenti tradizionali, adottando al contempo una piattaforma che consenta loro di passare senza problemi a un futuro di IA”.

Ulteriori informazioni sono disponibili a questo indirizzo

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