Lori MacVittie di F5 Networks spiega cosa si intende per "coerenza"
di Alberto Falchi pubblicata il 30 Agosto 2019, alle 15:21 nel canale CloudLori MacVittie, Principal Technical Evangelist, F5 Networks, pone alcune riflessioni sul concetto di coerenza in ambito tecnologico, specificando le differenze fra coerenza funzionale e coerenza applicativa
La rapida diffusione del cloud in tutte le sue declinazioni ha sicuramente permesso alle aziende di integrare nuove soluzioni con relativa semplicità ma allo stesso pone delle criticità a causa della mancanza di coerenza delle differenti implementazioni fra i differenti sistema "sulla nuvola", un problema evidenziato dall'87% del campione preso in esame per la ricerca 2019 State of Application Services Report di F5 Networks.
MA cosa si intende esattamente con "coerenza"? Lo spiega Lori MacVittie, Principal Technical Evangelist di F5 Networks.
Coerenza funzionale e operativa: quali sono le differenze?
In ambienti multi-cloud, la coerenza funzionale non è semplice da ottenere dal momento che ogni singolo servizio e applicazione è strutturato con logiche specifiche. Due Web Application Firewall (WAF) realizzati da diversi produttori possono condividere molte caratteristiche ma, dal punto di vista funzionale, sono differenti e non necessariamente coerenti.
"Uno dei motivi per cui le organizzazioni faticano a ottenere la coerenza multi-cloud non è perché non distribuiscono i servizi applicativi nel cloud, ma perché distribuiscono diversi servizi applicativi con capacità funzionali non coerenti", ha specificato la MacVittie.
La coerenza operativa, invece, è strettamente legata all'ADC, l'Application Delivery Controller, il sistema che si occupa della messa in atto dell'applicazione stessa, in gergo il deployment. Nel caso dei sistemi on-premise, le logiche per il provisioning e l'onboarding sono stabilite secondo particolari criteri. Se si introducono in queste architetture applicazioni cloud native, si crea un'incoerenza operativa a livello di piattaforma: "Il modo in cui è possibile eseguire il provisioning, l'onboarding e l’operatività di tali servizi applicativi introduce un debito operativo fin dal momento in cui si collega alla prima API", specifica MacVittie - "Di solito non si utilizzano servizi applicativi cloud-native on premise e questo si traduce nell’avere a che fare con due diverse piattaforme di servizi applicativi, che adottano diverse metodologie di gestione, analisi, monitoraggio e altro. È come usare due diversi ADC on-premise: alcune organizzazioni molto grandi riescono a farli funzionare ma nel corso degli anni abbiamo notato come la maggior parte delle aziende scelga di adottare come standard un'unica piattaforma ADC. La coerenza operativa e la capacità di replicare le policy dei servizi applicativi per tutte le applicazioni è stata il fattore trainante in questa decisione".
Lori MacVittie conclude il suo ragionamento sottolineando l'importanza degli standard, precisando che "La standardizzazione, specialmente a livello operativo, è una componente chiave dell'innovazione perché riduce l'onere del personale focalizzato sulle piattaforme operative e incoraggia invece la collaborazione rispetto alle policy e all'architettura. Garantendo sia la coerenza operativa sia quella funzionale tra le proprietà, le organizzazioni potranno raggiungere la completa coerenza delle policy a cui aspirano senza dover prevedere nuovi costi e investimenti".
2 Commenti
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Con tutta a buona volontà non ho capito un... acca!
Più fumosa non poteva essere la tipa, ma perchè non parla come mangia? e a giudicare dalla foto penso che mangi senza andar tanto per il sottile...
Detto questo, il giudizio estetico è davvero fuori luogo.
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