IA generativa: piace a tutti, ma un'azienda su quattro vieta ai dipendenti di utilizzarla
di Alberto Falchi pubblicata il 29 Gennaio 2024, alle 12:31 nel canale dataNonostante l'IA generativa possa portare numerosi benefici, sono ancora elevati i rischi relativi alla privacy e alla sicurezza delle informazioni. Per questo motivo, una fetta consistente di imprese ne impedisce l'utilizzo in azienda
I dubbi sulla privacy stanno in parte limitando l'adozione dell'IA generativa da parte delle imprese. A rivelarlo è Cisco nel suo report Data Privacy Benchmark Study 2024, realizzato intervistando 2.600 professionisti della privacy e della sicurezza in 12 Paesi, Italia inclusa.
IA generativa: i timori delle aziende per la privacy
Come abbiamo più volte sottolineato su Edge9, strumenti di IA generativa come ChatGPT possono dare una spinta significativa alla produttività di un'azienda, automatizzando e velocizzando una serie di processi. Rimane però il nodo della privacy: dando in pasto informazioni a ChatGPT, a tutti gli effetti si forniscono ulteriori dati al LLM, e questo è un enorme problema per la riservatezza delle informazioni, in particolare quelle relative ai clienti.
Come evidenzia il report di Cisco, infatti, il 91% delle aziende prese in esame afferma che sia necessario fare di più per assicurare la privacy dei propri clienti. Anche perché la stragrande maggioranza (94%) è ben conscia del fatto che i clienti potrebbero smettere di acquistare prodotti e servizi nel caso non venissero fornite sufficienti garanzie su come vengono trattati i loro dati personali. Come spiega Harvey Jang, vice president and chief privacy officer di Cisco, "Il 94% degli intervistati afferma che i clienti acquistano solo se i loro dati sono protetti in modo adeguato. I consumatori sono alla ricerca di prove concrete che l'organizzazione sia affidabile. La privacy è legata in modo intrinseco alla fiducia e alla fedeltà dei clienti. Questo è ancora più evidente quando si parla di IA, dove investire nella privacy consente alle organizzazioni di agire in modo etico e responsabile".
Da un lato, il 79% del campione sostiene che l'IA generativa stia portando valore aggiunto in azienda, ma dall'altro temono che le incertezze relative alla privacy possano portare più danni che benefici. Quasi la metà (48%) delle imprese intervistate, infatti, ammette che i propri dipendenti danno in mano alle applicazioni di IA generativa informazioni riservate. In Italia, in particolare, il 38% dichiara di aver inserito informazioni sensibili, tra cui quelle sui dipendenti (33%) e sull'azienda (38%). Per questo motivo, la stragrande maggioranza (92%) dichiara che siano necessarie nuove tecniche per gestire in maniera adeguata questi dati.
IA generativa e privacy: cosa stanno facendo le imprese italiane?
Per evitare problemi legali e il calo della fiducia dei propri clienti, la maggior parte delle imprese sta implementando ulteriori sistemi e verifiche per garantire un miglior controllo delle proprie informazioni. Quali? Poco più della metà, il 51%, ha imposto limitazioni sulla tipologia di dati che possono essere inseriti nelle app di IA generativa. Percentuale che sale al 63% a livello globale. Il 51% (61% a livello globale) ha invece deciso di porre dei limiti sugli strumenti di GenIA che possono venire utilizzati. C'è poi una minoranza non trascurabile (21% in Italia, 27% a livello globale) che in via precauzionale ha deciso di proibire completamente l'utilizzo di applicazioni di IA generativa.
Andando più nello specifico, il report di Cisco sottolinea come le aziende che hanno deciso di non limtare l'utilizzo dell'IA generativa stanno agendo per ridurre i rischi. Il 50% sta lavorando sulla formazione, per spiegare come funzionano questa tipologia di applicazioni e quali sono i possibili rischi. Un 49% ha istituito programmi interni per garantire un utilizzo etico della tecnologia, mentre un terzo del campione (33%) sostiene di effettuare verifiche interne sulle app di GenIA per verificare l'assenza di eventuali bias, i "pregiudizi" insiti nei modelli di IA o nei dati usati per addestrarle.
"Le organizzazioni considerano la GenAI come una tecnologia ricca di sfide", spiega Dev Stahlkopf, Chief Legal Officer di Cisco. "Oltre il 90% degli intervistati ritiene che la GenAI richieda nuove tecniche per la gestione e la sicurezza dei dati e dei rischi. È qui che entra in gioco una governance attenta. Ne va della fiducia dei clienti".
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl problema non è l'installazione ma il dargli in pasto dati aziendali. Se lo fai all'insaputa rischi grosso.
Non è banale, c'è una differenza enorme tra usare servizi fatti e finiti come possono essere ChatGPT o Github Copilot e una loro versione self-hosted. Le versioni self-hosted semplicemente non esistono, esistono solo i "mattoni" base che poi devi combinare per raggiungere qualcosa di equiparabile ai servizi in cloud. L'investimento di capitale è enorme e il fatto di essere nel cosi detto "bleeding edge" di questa tecnologia rende il costo di manutenzione ed evoluzione è insostenibile per i più.
Oppure per loro non c'è nulla di cui preoccuparsi e quell'unica azienda su 4 che ha deciso il contrario è retrograda, all'antica e fallirà?
secondo me 9 su 10 non lo sanno, 1 su 10 lo sa e usa contratti in cui l'azienda dichiara che i dati aziendali non escono fuori dal proprio perimetro (es MS fa così
Comunque la Chiara ha un bel fisico, bisogna essere onesti
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poi, il resto non è contestabile: i gusti son gusti.
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tralasciando che è sicuramente ritoccata quella foto, però ti invio a seguire la sorella, almeno fa un po di sport
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