Il passaggio alle reti 5G standalone in Europa è previsto per il 2023
di Raffaello Rusconi pubblicata il 02 Settembre 2021, alle 14:31 nel canale DeviceI risultati di un sondaggio condotto da IDG hanno svelato che la maggior parte degli operatori mobile europei sta implementando (o pianificando di farlo a breve) una rete core con architettura 5G standalone
IDG ha condotto per conto di F5, una delle aziende leader nella sicurezza e delivery di applicazioni multi-cloud, un interessante sondaggio sull’adozione di reti 5G standalone. Per capire come avverrà questa transizione nei prossimi anni, sono stati intervistati 163 manager di service provider provenienti da tutto il mondo (il 17% degli intervistati risiedeva in Nord America, il 23% in Europa, il 30% in Giappone Asia Pacifico e il 30% in Medio Oriente e Africa). La maggior parte degli operatori 5G dispongono di reti 5G Non-Standalone (NSA): ciò significa che le reti non sono autonome. Avere un core 5G dedicato sta diventando più di un'esigenza: infatti, il 18% degli operatori di rete intervistati alla fine del 2020 stava già implementando una soluzione di questo tipo mentre il 29% aveva dichiarato l'intenzione di farlo nell'immediato futuro.
Il Vecchio Continente è ancora in ritardo sul 5G
L'Europa sembra essere in difficoltà in questo settore: infatti, il 21% degli intervistati nel Vecchio Continente ha dichiarato che stava implementando un core 5G standalone, con un ulteriore 21% che si trovava in una fase di pianificazione. Numeri diversi rispetto al continente asiatico, dove il 22% dei service provider aveva già adottato questa soluzione e un ulteriore 41% aveva in programma di farlo a breve. Gli operatori europei si sono dimostrati più ottimisti per quanto riguarda le tempistiche di questa migrazione: il 90% degli intervistati prevede di aver completato la transizione al 5G standalone entro la fine del 2023, una stima in linea con quelle del Nord America (96%), Medio Oriente e Nord Africa (94%) e Asia (86%). Per quanto riguarda le preferenze architetturali per l'implementazione 5G, gli stack verticali forniti da un unico fornitore sono la soluzione preferita dal 73% degli operatori in tutto il mondo rispetto a una strategia orizzontale e best-of-breed (23%).
L'edge computing sarà fondamentale per le reti 5G
Il 5G aiuterà la diffusione dell'edge computing: IDG ha chiesto agli operatori se fossero disponibili a collaborare con le diverse principali piattaforme public cloud per sviluppare le capacità edge. Il 60% degli operatori intervistati ha dichiarato di essere pronto per una partnership o una possibile collaborazione: in Europa, solo il 18% ha affermato che collaborerà o ha collaborato con le piattaforme di cloud pubblico, per motivi di policy. Diversi operatori a livello globale (4 su 10) stanno sviluppando le proprie reti edge o hanno intenzione di farlo nell'immediato futuro. Bart Salaets, Senior Director of Solutions Engineering di F5, ha così commentato la questione edge computing: “L'edge computing è fondamentale per mantenere la promessa del 5G di una connettività altamente efficiente con bassa latenza ed elevata capacità, e quindi è altrettanto fondamentale che gli operatori mobile dispongano di una strategia edge ben ponderata e sostenibile. Gli operatori non possono puntare tutto su un singolo public cloud: le nuove soluzioni che F5 e altri stanno sviluppando mirano proprio a rendere più semplice per gli operatori di rete mobile distribuire e proteggere applicazioni e funzioni di rete su più cloud e ambienti edge”.
Tre importanti sfide tecniche da affrontare
La transizione graduale dal 4G al 5G non si annuncia semplice: gli operatori intervistati hanno identificato una serie di problematiche tecniche da affrontare. In primo luogo, la necessità di una policy di sicurezza unificata tra 4G e 5G (per il 61% degli intervistati); in secondo luogo, il signaling e l'interoperabilità tra reti nuove e legacy (per il 53%); infine, la coesistenza (per il 53%) tra le funzioni di rete virtuali (VNF) e quelle native del cloud (CNF).“Le sfide tecniche identificate dagli operatori di rete mobile indicano quale sia la complessità nella gestione di reti 5G molto versatili e basate su tecnologie IT, che devono operare in parallelo con architetture 4G più tradizionali”, ha dichiarato lo stesso Salaets che ha poi aggiunto:“Sebbene queste sfide siano superabili, è fondamentale che gli operatori di rete mobile considerino pienamente tutti gli aspetti che riguardano la sicurezza e l’interoperabilità nell'adozione di architetture 5G cloud-native”.
Gli operatori intervistati sembrano avere le idee chiare anche per quanto riguarda le funzionalità di sicurezza che una rete 5G standalone deve assolutamente implementare. Il 5G core network signaling, la difesa da attacchi DDoS e la prevenzione delle intrusioni dai servizi (edge e IoT e dai servizi di configurazione della rete core) sono quelle più richieste. Nel Vecchio Continente crescono i timori e le preoccupazioni in tema sicurezza per edge, IoT e cloud RAN, anche se gli operatori europei sembrano essere piuttosti ottimisti (il 34%) sulle potenzialità del 5G. Si tratta di un dato che sembra essere antitesi con l'idea che le aziende di telecomunicazione europee siano più scettiche su questa tecnologia rispetto alle loro controparti asiatiche e americane.
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