L'Industrial IoT in Italia: già molto ben avviato, ma restano delle criticità
di Riccardo Robecchi pubblicata il 07 Aprile 2020, alle 13:21 nel canale EdgeLa fotografia fatta da OnePoll e Reichelt Elektronik dell'Industrial IoT in Italia descrive un Paese in cui la tecnologia è entrata in fabbrica e ci resterà, anche se non mancano alcune sacche di resistenza alla modernità
L'Industrial Internet of Things, o IIoT in breve, sta guadagnando sempre più terreno nell'industria italiana. A fotografare la situazione è OnePoll con un'indagine finanziata da Reichelt Elektronik: in Italia l'IIoT sta vivendo una fase di grande espansione, con la maggior parte delle aziende che ha implementato questo tipo di tecnologia o lo sta per fare. Dall'altro lato, però, si segnala anche la presenza di aziende che non sembrano avere alcun tipo di interesse a implementare l'IIoT, né ora né in futuro.
L'IIoT in Italia è in grande crescita, con risultati positivi
Con Industrial Internet of Things, o IIoT in breve, si intende l'insieme di tecnologie che permette di collegare macchinari e magazzini delle industrie a Internet, consentendo così alle aziende di controllare in maniera molto più efficace e immediata la situazione. L'IIoT permette di ottenere dati precisi dalla produzione: ad esempio il numero di prodotti scartati perché difettosi, i tempi di lavorazione e così via. Il principale cambiamento rispetto al passato sta nel fatto che questi dati vengono raccolti sempre e in automatico, vengono rielaborati e ripresentati in maniera tale da offrire un punto di vista quantitativo sul processo di produzione. Non solo: tramite l'IIoT è possibile anche controllare direttamente i macchinari in maniera centralizzata, farne l'analisi da remoto e individuare possibili malfunzionamenti prima che questi si verifichino, minimizzando i tempi di fermo.
Oltre il 75% dei 250 responsabili IT intervistati ha affermato che la propria azienda si avvale già della connessione in rete di macchinari e dispositivi. Del restante 25%, il 40% (e quindi ben il 10% del totale) afferma di non avere alcun piano di implementare sistemi IIoT all'interno della propria azienda.
In questo caso il problema principale segnalato da chi non ha intenzione di aggiornare la propria infrastruttura è relativo all'approccio: il 44% degli intervistati in questo gruppo afferma infatti che l'IIoT non è necessario o prioritario all'interno della propria azienda, anche se poi sono presenti anche elementi come la mancanza di competenze per la realizzazione e la manutenzione, motivi economici e preoccupazioni circa la protezione dei dati.
Se le ultime sono ragioni ragionevoli, non così appare la mancanza di necessità: tra le aziende che hanno abbracciato l'IIoT si segnalano vantaggi consistenti che includono aumento della produttività (per il 53%), incremento dell'efficacia dei processi (48%), risparmi economici (44%), semplificazione della logistica (43%), riduzione dei ritardi o delle interruzioni nella produzione (42%) e miglioramenti della qualità dei prodotti (38%).
I benefici sono tali che il 91% delle aziende che usa già sistemi IIoT ha intenzione di espanderli entro i prossimi 12 mesi. I vantaggi dell'IIoT appaiono quindi evidenti e riesce difficile immaginare un numero di casi in cui questi non sarebbero presenti tale da giustificare percentuali così elevate di aziende in cui l'IIoT non sarebbe necessario o non apporterebbe benefici.
IIoT tra criticità e tecnologie di connessione in evoluzione
Restano comunque alcune criticità, tra cui il fatto che il costo e la complessità dei sistemi, assieme al costo di messa in opera, siano d'intralcio all'implementazione. La crescente quantità di dispositivi connessi sta poi anche creando difficoltà ai dipartimenti IT delle aziende, costretti a fare i conti con problemi nel garantire la sicurezza dei dati, nell'effettuare la manutenzione per via delle competenze specifiche necessarie e nel far lavorare insieme prodotti differenti.
L'86% degli intervistati afferma di affidarsi alle reti WiFi per i propri dispositivi IIoT. È però diffusa anche la connettività tramite rete cellulare (35%), tramite reti cablate (69%) o via Bluetooth (50%). L'87% dei responsabili è soddisfatta degli standard attuali. Sarà interessante valutare quanto il cambiamento portato dal 5G impatterà su questi dati e quanto riuscirà a diffondersi velocemente.
La gestione dei dati è affidata al cloud nel 90% dei casi, con un contraltare del 7% di intervistati che si dice contrario in maniera categorica al cloud per via di preoccupazioni legate alla protezione dei dati o, in misura minore, alla scarsa necessità di affidarsi a tale piattaforma.
Nel complesso dunque appare chiaro come l'IIoT in Italia sia già ben avviato e parte integrante del tessuto produttivo. Sebbene questo sia un ottimo risultato, la quantità di aziende che sembrano aver deciso di rimanere indietro è invece un dato che desta preoccupazione poiché fa perdere loro competitività nel medio e lungo periodo.
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