Il tema portante di Google Cloud Summit Milano 2025? Sì, avete indovinato: l'IA
di Alberto Falchi pubblicata il 13 Giugno 2025, alle 16:31 nel canale IA business
Dall'IA generativa agli agenti autonomi, passando per il cloud sovrano e i nuovi strumenti di sicurezza. Al Google Cloud Summit di Milano l'azienda ha svelato la sua strategia per guidare la trasformazione digitale di imprese e PA europee, che ruota attorno a innovazione, controllo dei dati e agenti di IA
3.000 miglioramenti di prodotto, 42 regioni cloud (di cui due in Italia), 4,2 milioni di chilometri di fibra ottica. Sono i numeri che snocciola Raffaele Gigantino, Country Manager di Google Cloud Italy, in occasione del Summit dell'azienda, che si è tenuto a Milano il 12 giugno.
Al centro, come prevedibile, c'è l'intelligenza artificiale, sulla quale Google mira a ottenere la leadership, scontrandosi contro colossi del calibro di Microsoft (che ha una partnership con OpenAI) e Meta, con quest'ultima che al momento sembra faticare a stare dietro al passo dei concorrenti. Ma non mancano innovazioni relative al mondo cloud, che all'IA è strettamente legato.
Il cloud sovrano di Google
Se già in passato il tema della sovranità sui dati era particolarmente sensibile, con la diffusione dell'IA la questione è ancora più scottante e delicata. Soprattutto per le aziende che operano in settori come quello finanziario o sanitario, ma anche per la Pubblica Amministrazione. Gli hyperscaler devono adeguarsi se vogliono proporre servizi ai clienti europei e Google ha presentato alcuni dei recenti aggiornamenti al portafoglio Sovereign Cloud. Fra queste Google Cloud Data Boundary, che è stato potenziato e ora consente ora ai clienti di scegliere con precisione dove i propri dati vengono archiviati e trattati, anche a livello di singolo Paese. Inoltre, possono mantenere il controllo delle proprie chiavi di crittografia e decidere chi può accedere ai dati oppure bloccarne completamente l’accesso, se necessario.
Se un controllo regionale come quello appena citato non fosse sufficiente, le aziende possono puntare su Google Cloud Air-Gapped, una soluzione che sfrutta le logiche del cloud ma è totalmente disconnessa dalla rete (air gapped, per l'appunto), così da garantire il massimo della sicurezza. In pratica, si installano dei server direttamente negli ambienti on-premise dei cleinti, che potranno così utilizzare gli strumenti Google ai quali sono abituati, soluzioni di IA incluse, in un ambiente totalmente isolato e sicuro.
Arriva anche User Data Shield, soluzione sviluppata in collaborazione con Mandiant per assicurare che i dati degli utenti rimangano proprietà esclusiva del cliente e non siano soggetti a ingerenze o accessi non autorizzati da parte di Google.
Infine, segnaliamo che ora Google Meet è in grado di effettuare le traduzioni vocali in tempo reale. La funzione era già disponibile, ma supportava solo traduzioni fra inglese e spagnolo e viceversa, mentre nelle prossime settimana sarà aggiunto il supporto per l'italiano. Inizialmente, però, questo sarà accessibile solo dagli utenti consumer: per quelli aziendali, bisognerà aspettare ancora qualche tempo.
Che direzione sta prendendo Google Cloud?
Se due anni fa chatbot come ChatGPT o Copilot rappresentavano il massimo dell'espressione tecnologica dell'IA, oggi l'asticella si è alzata, e di molto. Man mano che si integra l'IA nei processi di business, risulta evidente che un assistente IA che si limita a dare risposte non basta. Servono assistenti che siano anche in grado di agire autonomamente.
E Google, come praticamente tutti i big del settore, sta seguendo questa strada. "Stiamo puntando a realizzare uno stack di servizi che consentano ai clienti di entrare nella cosiddetta Agentic AI, cioè mettere le aziende nelle condizioni di usare degli agenti già precostituiti", spiega Paolo Spreafico, Country Director of Engineering Italia di Google Cloud.
Agenti che, sottolinea il manager, sono differenti dai Gems, i chatbot personalizzati che chiunque può realizzare tramite Gemini. Il riferimento che fa Spreafico è ad agenti più evoluti, pensati per il mondo aziendali, in grado di fare il grounding dei dati, quindi di operare solo sulle informazioni aziendali, verificando anche la correttezza delle risposte. Perché "è importante presentare degli agenti che abbiano dei comportamenti e un pensiero che sia in linea poi con la visione dell'azienda, con la sua etica".
Viene però spontaneo chiedersi quale sia il reale tasso di adozione fra gli utenti. Spreafico cita alcuni dati, sottolineando che il 43% degli italiani ha utilizzato l'AI generativa nell'ultimo anno. E sono più quelli ottimisti (54%) rispetto a chi mostra preoccupazione verso questa tecnologia. Dal punto di vista dell'adozione da parte delle aziende, è più difficile dare un quadro preciso. Sicuramente l'attenzione da parte delle imprese è molto elevata: parliamo del resto di una tecnologia che può aumentare drasticamente la produttività, e inevitabilmente tutti, sia gradi realtà sia PMI, stanno quantomeno esplorando le possibilità.
E la diffusione non potrà che crescere col tempo, secondo Spreafico, anche perché i costi dei token sono in caduta libera ("sono scesi del 95% nell'ultimo anno", afferma Spreafico), rendendo l'IA sempre più accessibile. E, fra non molto, gli agenti avranno ancora più libertà e non si limiteranno più a dare suggerimenti ma, in certi casi, potranno procedere anche a fare acquisti per conto dell'azienda, in totale autonomia. Tecnicamente, va detto, potrebbero farlo anche ora: ma "rimane un problema culturale", comprensibilmente. Questione che però passerà in secondo piano man mano che migliorerà la tecnologia e la fiducia che le imprese ripongono in essa.
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