L'infrastruttura dell'intelligenza per NVIDIA: AI factory e server per l'enterprise IT
di Vittorio Manti pubblicata il 19 Maggio 2025, alle 11:11 nel canale IA business
Dal keynote di Jensen Huang al Computex 2025 nasce una nuova visione: l’intelligenza artificiale come forza trainante della prossima rivoluzione industriale. Non bastano più i data center: servono vere e proprie AI factory. Con RTX Pro Server, NVIDIA mette le fondamenta dell’infrastruttura dell’intelligenza
Il Computex 2025 si è aperto con un keynote destinato a lasciare il segno. Siamo tornati nella capitale dell’hardware, dove Jensen Huang, CEO di NVIDIA, ha alzato il sipario su quella che, a suo dire, non è semplicemente una nuova fase dell’informatica, ma l’alba di una nuova rivoluzione industriale. Ed è proprio con un confronto storico che ha aperto il suo intervento: se l’elettricità ha alimentato la prima rivoluzione industriale e Internet ha dato forma all’infrastruttura dell’informazione, oggi è l’intelligenza artificiale a costituire il cuore pulsante di una nuova trasformazione — quella dell’infrastruttura dell’intelligenza.
Ma attenzione: l’IA non si può più appoggiare ai data center del passato. Ha bisogno di qualcosa di nuovo, concepito specificamente per lei. Una nuova forma di infrastruttura, che Huang chiama senza mezzi termini AI factory. E naturalmente è NVIDIA a definire l’architettura di queste nuove “fabbriche di token.
L’infrastruttura dell’intelligenza: dalle idee ai token
Come l’elettricità ha richiesto la costruzione di centrali e reti, e Internet ha preso forma attraverso router, cavi e server, così anche l’intelligenza artificiale ha bisogno della propria infrastruttura. E non stiamo parlando solo di acceleratori e GPU, ma di architetture interamente ripensate per un unico scopo: generare token. È questa la nuova unità di misura del valore nel mondo IA, e nei prossimi anni sentiremo parlare sempre più spesso di “token prodotti all’ora”, proprio come si parlava un tempo di kilowatt o pacchetti dati.
In questa visione, il data center non è più solo un contenitore passivo di calcolo, ma una vera e propria fabbrica che trasforma energia elettrica in intelligenza computazionale. Token, appunto. E come ogni fabbrica, anche questa ha bisogno delle sue macchine, delle sue linee produttive e dei suoi sistemi operativi.
RTX Pro Server: la macchina dell’enterprise AI
È in questo contesto che NVIDIA ha svelato una delle novità più significative del Computex: RTX Pro Server, una nuova appliance pensata per portare l’intelligenza artificiale generativa e gli agenti AI all’interno dell’IT enterprise. Una piattaforma progettata non per sostituire i sistemi esistenti, ma per affiancarli e renderli intelligenti. Un “pezzo” dell’AI factory che entra, di prepotenza, nei data center tradizionali.
Il messaggio è chiaro: non serve demolire il legacy per abbracciare l’IA, ma deve essere affiancato da un’infrastruttura capace di gestire modelli multimodali, interattivi, personalizzati. Una piattaforma in grado di dialogare con gli hypervisor, supportare Kubernetes, e allo stesso tempo orchestrare agenti intelligenti — siano essi chatbot, avatar 3D o assistenti operativi.
Le specifiche tecniche, in linea con le ambizioni, sono impressionanti: fino a 8 GPU RTX Pro 6000 Blackwell, 30 petaflops di potenza per l’inferenza AI, 3 petaflops per il calcolo grafico, e 800 GB di memoria GPU. Prestazioni progettate per mantenere bassissima la latenza per utente (essenziale nell’interazione con gli AI agent) senza sacrificare il throughput complessivo del sistema, misurato in token/sec.
La visione di Jensen è che oggi questi sistemi andranno a integrare i server esistenti per gestire gli AI agents. Domani vedremo se andranno a sostituire i server "tradizionali" anche per altri carichi di lavoro (questo Jensen non l'ha detto, è un mio pensiero).
Un ecosistema che si espande (e si ibrida)
A dare forza a questa visione non è solo la tecnologia, ma l’ecosistema che NVIDIA ha costruito attorno ad essa. RTX Pro Server arriverà sul mercato attraverso partner come Dell, HPE, Lenovo, Cisco, ma anche nomi meno usuali nel mondo enterprise come Asus, MSI e Gigabyte. È l’ennesima dimostrazione di quanto stia cambiando il perimetro dell’IT professionale, con attori storicamente legati al consumer che si ritagliano un ruolo nella nuova era dell’AI industriale.
E proprio da Taipei, cuore della manifattura mondiale, NVIDIA lancia un messaggio che è anche geopolitico: l’IA non sarà più appannaggio esclusivo degli hyperscaler americani. Grazie a piattaforme scalabili come RTX Pro Server e a un’infrastruttura aperta, semi-custom e modularizzata — abilitata da tecnologie come NVLink Fusion — ogni regione potrà costruire la propria AI factory, adattata ai propri bisogni, ai propri carichi di lavoro, alle proprie strategie.
Dai token agli agenti: il prossimo passo
L’RTX Pro Server è solo uno dei tasselli di una visione molto più ampia: quella degli agentic AI, intelligenze artificiali autonome, persistenti, integrate nei flussi aziendali. Huang li chiama “robot digitali”, perché come i robot fisici osservano, comprendono e agiscono. L’infrastruttura presentata a Computex è pensata per supportare questi agenti: dalla creazione del modello all’inferenza locale, passando per la gestione, la governance e la sicurezza, grazie a un nuovo livello software che NVIDIA chiama AIOps.
Qui entra in gioco un altro pezzo dell’ecosistema: partner come Crowdstrike, Red Hat, Nutanix, Trend Micro, DataRobot sono già al lavoro per integrare i propri strumenti con le API NVIDIA. L’obiettivo? Rendere l’IA non un progetto speciale, ma un’estensione naturale del digital workspace.
Un mercato in espansione, un’infrastruttura pronta
Quello che emerge dal keynote non è solo una roadmap tecnologica. È un piano industriale. Huang lo dice chiaramente: “Non siamo più una tech company. Siamo una società infrastrutturale”. E come tale, NVIDIA non può permettersi roadmap chiuse. Serve aprirsi, condividere, permettere ai partner di pianificare a cinque anni.
Non è una dichiarazione da poco. Perché il mercato a cui guarda RTX Pro Server — l’infrastruttura per l’AI enterprise — vale già oggi centinaia di miliardi di dollari, ma è destinato a superare i trilioni. Non solo cloud. Non solo hyperscaler. Ma ogni azienda, ogni paese, ogni settore.
In questo contesto, l’annuncio del nuovo quartier generale “NVIDIA Constellation” a Beitou non è solo un tributo a Taiwan, ma un messaggio simbolico: l’epicentro della prossima rivoluzione industriale non è nella Silicon Valley, ma dove nascono le macchine. Dove l’hardware si costruisce, si assembla, si ottimizza.
Nel corso degli ultimi trent’anni, Huang ha trasformato NVIDIA da chipmaker a piattaforma. Dal gaming all’AI. Oggi, il passo successivo è trasformarsi da piattaforma a infrastruttura. E con RTX Pro Server, questo processo diventa tangibile. Un server che è al tempo stesso risposta e provocazione: risposta all’esigenza crescente di rendere l’IA operativa, sicura, integrata. Provocazione verso un IT che ancora fatica a immaginarsi AI-first.
Ma se c’è una cosa che abbiamo imparato dai keynote di Jensen è che ogni nuova rivoluzione ha bisogno di una metafora forte per essere compresa. Dopo il pixel, il token. Dopo la GPU, la AI factory. Dopo il data center, l’infrastruttura dell’intelligenza.
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