Ericsson ha firmato il Manifesto della comunicazione non ostile
di Alberto Falchi pubblicata il 12 Novembre 2020, alle 18:11 nel canale Innovazione
L'hate speech è sempre più diffuso online, dove le discussioni tendono a degenerare facilmente in risse virtuali fra fazioni opposte. Ecco perché Ericsson ha firmato il Manifesto della comunicazione non ostile proposto da Parole O_Stili
Ericsson ha annunciato di aver sottoscritto il Manifesto della comunicazione non ostile, un decalogo di principi per un uso consapevole del linguaggio in rete promossa dall'associazione Parole O_Stili. Lo scopo è quello di sensibilizzare gli utenti a usare un linguaggio pacato, non offensivo, ma anche di contrastare il fenomeno delle fake news.
Cosa è il Manifesto della comunicazione non ostile?
Il Manifesto proposto da Parole O_Stili è un di decalogo di 10 principi pensato per promuovere comportamenti più rispettosi nelle conversazioni online.
- Virtuale è reale. Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
- Si è ciò che si comunica. Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
- Le parole danno forma al pensiero. Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
- Prima di parlare bisogna ascoltare. Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
- Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
- Le parole hanno conseguenze. So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
- Condividere è una responsabilità. Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
- Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.
- Gli insulti non sono argomenti. Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
- Anche il silenzio comunica. Quando la scelta migliore è tacere, taccio.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infonon si riuscirà mai a sensibilizzare colui che non ha le capacità per comprendere certi aspetti; diversamente li avrebbe capiti prima e non ci sarebbe necessità di sensibilizzarlo alla questione.
a mio avviso già la prima voce è errata:
Virtuale è reale. Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
elimini questa scelta, costringendo la gente a segnarsi nei social solamente con posta certificata e con le proprie vere generalità e già così risolvi un sacco di problemi che rendono i social ambiente solo per gente che ha ben chiaro il ruolo che hanno e gli intrinsechi problemi.
sarebbe anche un buon modo per eliminare tutti quegli "strani" personaggi che si dedicano attivamente a promuovere certi brand o certe situazioni sui siti legati ai social... con un solo account riconoscibile non potrebbero più fare danni.
perchè tutti questi 10 punti sono valevoli per chi si approccia ai social come utente, non a chi lavora sui social nelle diverse sfaccettature che possono portare a guadagnarci sopra.
per "raddrizzare ciò che è storto" è talmente fascista che non
vale la pena commentare.
per "raddrizzare ciò che è storto" è talmente fascista che non
vale la pena commentare.
Non lo è per chi "istruire" ed "indottrinare" sono perfettamente intercambiabili.
Ma poi ostile nei confronti di chi?
La comunicazione è un sintomo della realtà in cui viviamo, a ben vedere bisognerebbe parlare di "non ostilità nella vita", ed esiste già un manifesto, per lo meno nel mondo occidentale Cristiano: si chiamano "10 comandamenti" o "10 parole".
Per il mondo virtuale esiste già la famosa "Netiquette".
Detto ciò, ognuno è libero di fondare la propria religione, basta che non impone agli altri di esservi adepto, che è contrario ad ogni principio di libertà.
Tra l'altro la costrizione ottiene proprio l'effetto contrario a quello desiderato. I valori devono essere condivisi liberamente, non forzati a norma di legge.
E adesso un pensiero egoista: io voglio continuare a sentire Sgarbi, Feltri, Trump o Salvini senza filtri moralistici e politically-correct di alcun tipo
se il tuo commento era riferito al mio, l'hai interpretato realmente per il verso sbagliato.
il mio commento era per evidenziare l'inutilità di tali intenti e la soluzione drastica che si dovrebbe adottare per rendere il sistema "funzionale", ma soluzione drastica, efficace, come si addice ad un semplice algoritmo di sistema, non certo la soluzione sociale migliore per il problema (e ti assicuro che il problema esiste, è di dimensioni abominevoli ed è anche dilagante, soprattutto negli ultimi 10 anni).
se leggi esordisco con questa frase:
"ci si può domandare se, per ottenere un atteggiamento corretto, si debba sensibilizzare le masse o si debba scegliere di fare delle leggi appropriate", e non mi sembra che sia interpretabile in modo diverso da una constatazione obiettiva dei fatti.
qui non stiamo parlando di rieducare le persone, in quanto per rieducarle dovrebbero essere state prima educate e poi aver perso i dettami di quell'educazione, ma di dare loro il senso civico di vivere in una società, che troppi non hanno mai acquisito.
altri invece sfruttano l'inadeguatezza dei sistemi a proprio vantaggio, causando ancora più danni.
potremmo spostare il focus del discorso sul punto che imporre l'iscrizione ai social con la propria identità reale sia una limitazione della libertà, ma il dazio da pagare per questa libertà è, appunto, quella che alcuni approfittino troppo sia della loro che di quella degli altri.
e non credere che la censura non possa essere messa in atto anche da degli arlecchini qualsivoglia...
ad esempio qui hai un regolamento che, se non osservi, porta a misure di censura (ban), ma che è affidato nelle mani di pochi elementi che giudicano per propria coscienza e non seguendo un diritto legale; gli unici che ti assicurano che le loro regole e le decisioni che ne derivano sono ponderate sono proprio coloro che eseguono le sentenze, accorpando l'organo di legislazione con quello esecutivo e nessuno ti garantisce una equa revisione delle questioni... cosa meno democratica di questa non esiste nelle varie società.
quindi sei sicuro che la censura non esista grazie all'anonimato?
internet non è democratico, non lo è mai stato e mai lo sarà e non sarà una "carta degli intenti positivi" a farcelo diventare, per il semplice motivo che è un sistema a piramide ed autarchico...
si può ben dire che è internet un regime autoritario ed autarchico d'impronta fascista...
se invece il tuo commento non era riferito al mio, non se ne capisce il senso dalla prima all'ultima parola che hai scritto...
se potessi esprimerti in modo più esplicito, magari, capirebbero le tue parole molte più persone.
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".