IBM: lo sviluppo di tecnologie per lo Spazio continua a 50 anni dall'Apollo 11
di Riccardo Robecchi pubblicata il 23 Luglio 2019, alle 08:21 nel canale Innovazione
IBM commemora i 50 anni della missione Apollo 11 con un'intervista ad alcuni degli ingegneri che contribuirono alla missione sviluppando il software necessario ad effettuare i calcoli per la missione. Ma l'azienda continua a guardare al futuro
La storia dell'esplorazione spaziale da parte degli Stati Uniti è costellata di collaborazioni con varie aziende private che hanno fornito supporto alla NASA in varie forme. Tra queste aziende spicca anche IBM, che ha contribuito a fornire alla NASA gli elaboratori utilizzati per effettuare i complicati calcoli delle orbite.
I computer dell'epoca erano particolarmente limitati in quanto a potenza di calcolo se confrontati con quelli utilizzati al giorno d'oggi ed erano chiamati "elaboratori" o "calcolatori" in italiano: una particolarità linguistica che abbiamo scelto di riproporvi in questo pezzo per meglio rievocare quei tempi.
IBM nello Spazio per 50 anni, dall'Apollo 11 alla Stazione Spaziale Internazionale
Fu IBM a sviluppare, costruire e fornire i calcolatori alla NASA per eseguire il software necessario al lancio delle missioni Apollo e per la loro buona riuscita. Erano i tecnici di IBM infatti a sviluppare, insieme a quelli di altre società, i programmi che gestivano le varie fasi delle missioni, dal lancio fino al rientro.
L'azienda ha voluto commemorare il cinquantesimo anniversario coinvolgendo alcuni degli ingegneri che si occuparono della scrittura del codice all'epoca della missione Apollo 11. Alcuni degli elementi più interessanti che emergono dall'intervista riguardano da un lato la limitata potenza di calcolo delle macchine dell'epoca, che richiedevano un minuto e mezzo per calcolare le traiettorie e per consentire dunque ai tecnici di stabilire quali manovre effettuare, dall'altro il fatto che già all'epoca venne sviluppata una barra di caricamento simile a quelle in uso oggi nei trasferimenti di file - una cosa niente affatto scontata, in particolare per l'epoca.
Proprio i lunghi tempi di elaborazione erano causa di preoccupazione nelle sale di controllo: se il ricevimento e l'elaborazione dei dati avvenivano quasi in tempo reale, con un ritardo di soli 4 secondi, la necessità di ricalcolare le traiettorie sul momento si scontrava con i limiti tecnici. Nella maggior parte dei casi ciò non era un problema, dato che c'era tempo di interpretare i dati e ragionare sulle possibili soluzioni, ma nei momenti più critici era causa di tensione.
Un aspetto interessante della vita per i programmatori di IBM nella preparazione della missione Apollo 11 era quello della non-disponibilità delle macchine su cui eseguire il codice: IBM aveva già finalizzato le specifiche tecniche, ma non aveva ancora prodotto fisicamente gli elaboratori su cui eseguire il codice. I programmatori dovevano pertanto sviluppare il codice ed eseguirlo manualmente, cercando di individuare possibili problemi senza eseguirlo effettivamente sull'hardware.
Da allora le cose sono cambiate, ma IBM sta continuando lo sviluppo di sistemi per lo Spazio. L'azienda sta infatti collaborando con Airbus nello sviluppo del progetto CIMON, un assistente per gli astronauti impegnati nelle ricerche sulla Stazione Spaziale Internazionale. CIMON appare come una sfera con uno schermo su un lato, ma cela al suo interno l'intelligenza artificiale di IBM Watson. CIMON funge da assistente durante gli esperimenti grazie al deep learning eseguito sul cloud di IBM.
2 Commenti
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IBM vorrebbe....
Da quel che ne so, IBM fu abbandonata nello sviluppo della missione Apollo 11, troppo ingombranti e pesanti i loro elaboratori. I tipi della NASA si rivolsero al MIT per lo sviluppo dell'hardware e del software di guida....Quelli dell'IBM stanno ancora piangendo per questo...Devi effettuare il login per poter commentare
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