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Le competenze scarseggiano e i dipendenti desiderano cambiamento. La soluzione secondo SAP: ispirare i lavoratori

di pubblicata il , alle 15:51 nel canale Innovazione Le competenze scarseggiano e i dipendenti desiderano cambiamento. La soluzione secondo SAP: ispirare i lavoratori

Secondo SAP, le aziende devono fare di più per formare la propria forza lavoro e, soprattutto, per stimolarla e incoraggiarla. La strategia in tre punti dell'azienda spiegata da Sabine Bendiek, Chief People & Operating Officer and Labor Relations Director

 

Il mondo del lavoro è in rapida evoluzione e le aziende, a livello globale, si stanno scontrando con delle problematiche non banali da risolvere. Non ci riferiamo al caro energia e delle crisi delle supply chain, ma delle difficoltà nel trovare e mantenere il personale. 

Due i principali problemi sotto questo profilo: da un lato, il nodo delle competenze, che più volte abbiamo affrontato. Dall'altro, il fenomeno delle grandi dimissioni che nell'ultimo anno sta spingendo le imprese a trovare un nuovo approccio al lavoro per riuscire a mantenere i talenti. 

Stimolare e gratificare i lavoratori: la ricetta di Sabine Bendiek di SAP

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Le stime degli esperti del settore indicano che entro il 2025, fra pochissimi anni quindi, il 50% dei lavoratori necessiteranno di nuove competenze. Non sarà facile trovarle né formare la forza lavoro attuale in questo periodo, e si prevede che entro il 2030 ci sarà una carenza di ben 85 milioni di posti di lavoro specializzati, a livello globale. Questo perché la tecnologia e l'automazione stano rapidamente cambiando il mondo del lavoro, che è sempre più alla ricerca di persone in grado di svolgere lavori ad elevato valore aggiunto. Un miliardo di posti di lavoro saranno radicalmente trasformati dalla tecnologia. 

Trasformati, attenzione, non persi: chi svolge mansioni ripetitive e manuali, sarà costretto ad acquisire nuove competenze. Un compito che spetta non solo ai singoli, ma anche alle aziende, che secondo SAP dovrebbero stimolare i propri dipendenti e incoraggiarli nel loro percorso di riqualificazione. Questo anche per evitare che i talenti che già hanno in organico vadano verso altri lidi. È infatti noto che ultimamente le imprese, soprattutto all'estero, si stanno scontrando con il fenomeno delle "grandi dimissioni", noto anche come "grande riorientamento". Molti dipendenti, insomma, stanno lasciando il proprio posto di lavoro, spesso senza avere già in mano un'alternativa migliore. 

Un fenomeno che è stato accentuato dalla pandemia, che ha spinto molte persone a rivedere le proprie priorità professionali. Per trattenere queste figure non basta aumentare il salario, ma bisogna offrire loro gli stimoli che cercano. 

Secondo Sabine Bendiek, Chief People & Operating Officer and Labor Relations Director di SAP, le imprese devono puntare su una strategia a tre punti per superare questa crisi e incoraggiare i propri dipendenti: 

  • comprendere le barriere percepite
  • promuovere il “perché”
  • sostenere l'istruzione e la formazione, tradizionali e non
Che significa? Quando Bendiek parla di "comprendere le barriere percepite" fa riferimento a una ricerca pubblicata di recente che indica come l'apprendimento può essere causa di apprensione. "Tali ragioni includono per esempio la salute mentale, problemi di conciliazione familiare, trasporti, reddito insufficiente, età, barriere linguistiche. I leader devono comprendere le esigenze dei singoli per progettare strategie che preparino gli “studenti” al successo".
In pratica, per la dirigente SAP le imprese devono impegnarsi per far sì che "persone di tutte le età e preparazione devono essere messe nelle condizioni di poter apprendere nuove competenze".

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Il secondo punto, "promuovere il perché", invece è uno stimolo a dare un obiettivo "concreto" ai lavoratori. Le competenze tecnologiche non servono solo per migliorare la produttività e incrementare i fatturati delle aziende, ma aiutano a risolvere sfide chiave per l'umanità. Nel caso di SAP, per esempio, le soluzioni della multinazionale possono dare un contributo importante per garantire una maggiore sostenibilità nella produzione. "Le imprese hanno bisogno di persone tecnicamente pronte per sviluppare energia pulita, creare soluzioni guidate dall'intelligenza artificiale  che ad esempio rilevino i pregiudizi nei processi di assunzione o aiutino a far volare i droni per fornire medicinali in aree difficili da raggiungere", spiega Bendiek. "Queste sono solo alcune delle questioni su cui vale davvero la pena lavorare. E non dimentichiamoci: il gap di competenze include anche il pensiero critico e la capacità di problem solving, oltre alla formazione tecnologica".

Il terzo punto, invece, "sostenere l'istruzione e la formazione, tradizionali e non", fa invece riferimento a come queste competenze vanno acquisite. Un tempo l'università era considerato il luogo per eccellenza dove apprendere, soprattutto in ambito tecnico e scientifico, ma oggi il paradigma è cambiato. "Le lauree tradizionali non sono più l'unico modo per acquisire le conoscenze giuste", evidenzia Bendiek. "Formazione tecnica, micro-credenziali, badge digitali e certificazioni offrono opportunità per identificare le persone con le competenze necessarie, verificare tali competenze e contribuire a colmare il divario di skill. I responsabili aziendali si trovano nella posizione di poter supportare questi diversi percorsi".

SAP Learning, una piattaforma aperta a tutti

SAP sta lavorando molto per cercare di colmare di competenze. Sia al suo interno, sia a livello più generale. Nel 2021 ha dato il via a SAP Learning, una piattaforma gratuita e aperta a tutti per migliorare le competenze relative alle soluzioni SAP. 

"Stiamo entrando in uno dei tempi più trasformativi della nostra storia. Insieme, possiamo incoraggiare le persone a coltivare ed espandere le loro competenze e raccogliere i frutti dell’apprendimento. Il momento è sicuramente quello giusto", conclude Bendiek.

8 Commenti
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futu|2e19 Settembre 2022, 15:56 #1
I leader devono comprendere le esigenze dei singoli per progettare strategie che preparino gli “studenti” al successo


Anche perchè già ora il cambiamento è in atto e i licenziamenti sono sempre
più frequenti, mentre nel lungo periodo sarà ancora peggio data la scarsità
di personale qualificato disponibile. O si svegliano oppure non avranno più
dipendenti.
sbeng19 Settembre 2022, 16:09 #2
Originariamente inviato da: futu|2e
Anche perchè già ora il cambiamento è in atto e i licenziamenti sono sempre
più frequenti, mentre nel lungo periodo sarà ancora peggio data la scarsità
di personale qualificato disponibile. O si svegliano oppure non avranno più
dipendenti.


Discorso molto interessante. In che senso le aziende dovrebbero svegliarsi? Secondo me non sono le aziende che devono abbassare le pretese ma i candidati che devono essere più preparati, le aziende non sono onlus o enti di beneficienza che devono assumere per solidarietà.
Purtroppo non si può cambiare la matematica, devi studiarla in maniera seria per raggiungere un certo livello di conoscenza.
ferste19 Settembre 2022, 16:16 #3
Originariamente inviato da: futu|2e
Anche perchè già ora il cambiamento è in atto e i licenziamenti sono sempre
più frequenti, mentre nel lungo periodo sarà ancora peggio data la scarsità
di personale qualificato disponibile. O si svegliano oppure non avranno più
dipendenti.


Le previsioni non sono positive, ma fino al mese scorso il saldo di posti di lavoro marcava +700.000 rispetto all'anno precedente, perchè dici che i licenziamenti sono sempre più frequenti?
WarSide19 Settembre 2022, 16:21 #4
Ci sono 4 cose da fare per tenersi i dipendenti e non ci vogliono libri o articoli interi per spiegarle:

- dare autonomia e non fare micromanagement. Il top è permettere remote working e lavorare in async ove possibile.
- formazione continua
- sganciare stock option / benefit.
- aumenti di stipendio e promozioni non solo quando il dipendente, stremato, presenta le dimissioni.

Tutte le altre cose sono fumo negli occhi.
WarSide19 Settembre 2022, 16:30 #5
Originariamente inviato da: sbeng
Discorso molto interessante. In che senso le aziende dovrebbero svegliarsi? Secondo me non sono le aziende che devono abbassare le pretese ma i candidati che devono essere più preparati, le aziende non sono onlus o enti di [B]benefic[S]i[/S]enza[/B] che devono assumere per solidarietà.


Se un'azienda non è in grado di attirare i candidati giusti, si vede che o ha un HR da licenziare o ha pretese alte e compensazione bassa.

Come dicevi un'azienda non è una no profit. Se non è in grado di fare profitto chiude. Si chiama rischio d'impresa.

Il problema in italia è che, pur essendoci eccellenze, ci sono anche una marea di aziende gestite da persone che pensano ancora di essere negli anni 70-80. Oggi la concorrenza è globale in tutti i campi, anche HR.
omerook19 Settembre 2022, 16:55 #6
Il problema non é la mancanza di competenza, quella si crea con la formazione.
Il probrema é che la formazione costa e nessuno la vuole pagare. Ne le imprese , ne lo Stato e ne gli aspiranti lavoratori.
WarSide19 Settembre 2022, 16:57 #7
Originariamente inviato da: omerook
Il problema non é la mancanza di competenza, quella si crea con la formazione.
Il probrema é che la formazione costa e nessuno la vuole pagare. Ne le imprese , ne lo stato e ne gli aspiranti lavoratori.


Se non trovi gente già formata (o non vuoi pagarla il giusto) allora ti assumi il rischio e li formi tu impresa. Se (tu imprenditore) non vuoi fare neanche quello, allora chiudi e vai a fare il dipendente per qualcuno che sa come fare azienda.
omerook19 Settembre 2022, 17:03 #8
Si magari cercano personale skillaissimo, che magari ha speso capitali in formazione, e cavarsela con uno stipendio poco superiorr s quello di generico.

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