Scontrino Elettronico
Scontrino elettronico: semplificazioni per chi paga con bancomat e strumenti elettronici, ma solo dal 2021
di Alberto Falchi pubblicata il 23 Dicembre 2019, alle 12:01 nel canale InnovazioneDal 2020 scatterà l'obbligo di scontrino elettronici per tutti gli esercenti italiani, che dovranno comunicare quotidianamente i corrispettivi all'Agenzia delle Entrate. Recentemente è stata introdotta una semplificazione
91 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon credo che l'Irpef venga pagato sul fatturato, ma dovrebbe essere appunto sul reddito quindi sul guadagno che si ha quando ai ricavi si sottraggono i costi ed è proporzionale quindi non ha senso parlare del 23%.
Giusto, e va a scaglioni.
Son discorsi semplicistici, questi qua. Non tengono conto nemmeno di tutte le tasse indirette, o travestite da servizi, spesso fisse o fisse fino ad un certo fatturato, che incidono tantissimo sui fatturati piccoli, arrivando ad un complessivo di 70 e anche 80%, tanto che anche evadendo un po' non riescono a stare aperti.
Nì!
È a carico del cliente, ma il commerciante ne anticipa un bel po' perché la paga anticipatamente su tutti gli acquisti, compreso affitto, servizi e utenze. Quando, e se vende, paga la differenza fra quella incassata e già versata.
Nel caso che ne abbia pagata di più di quella incassata può fare richiesta di esser rimborsato (che è poi quello che fanno tanti truffatori allo stato, facendo finta di vendere all'estero invece che in Italia [anche di materiale hw]).
È a carico del cliente, ma il commerciante ne anticipa un bel po' perché la paga anticipatamente su tutti gli acquisti, compreso affitto, servizi e utenze. Quando, e se vende, paga la differenza fra quella incassata e già versata.
Nel caso che ne abbia pagata di più di quella incassata può fare richiesta di esser rimborsato (che è poi quello che fanno tanti truffatori allo stato, facendo finta di vendere all'estero invece che in Italia [anche di materiale hw]).
Va be', ma se regolarmente anticipi l'IVA o addirittura ne paghi più di quanta ne incassi vuol dire che sei in costante perdita, un'attività del genere non ha senso di esistere.
È a carico del cliente, ma il commerciante ne anticipa un bel po' perché la paga anticipatamente su tutti gli acquisti, compreso affitto, servizi e utenze. Quando, e se vende, paga la differenza fra quella incassata e già versata.
Nel caso che ne abbia pagata di più di quella incassata può fare richiesta di esser rimborsato (che è poi quello che fanno tanti truffatori allo stato, facendo finta di vendere all'estero invece che in Italia [anche di materiale hw]).
Ehm in realtà è un errore concettuale il tuo.
Quando il commerciante paga l'IVA su un acquisto, affitto, servizio o utenza è LUI che fa la parte del CLIENTE e quindi è normalissimo che sostenga in prima persona l'onere.
Nel momento in cui rivende il frutto del suo acquisto (vuoi perchè ha operato una trasformazione o perchè ne ha creato un nuovo servizio), allora recupera sia la parte di IVA che ha pagato, sia la parte eccedente creata dal valore aggiunto (da qui il significato dell'imposta).
Di norma l'IVA l'anticipi sempre quando acquisti un prodotto e la recuperi solo quando vendi al cliente finale.
Infatti in un primo momento hai un credito d'imposta (nel senso che vanti un credito nei confronti dello Stato), poi appena concludi con il cliente vai a debito (in realtà versi la differenza tra quello che hai incassato e quello che hai speso).
Per capirci meglio, ecco un esempio.
Distributore A
Commerciante B
Cliente finale C
A vende a B e prende 10 euro di IVA (quindi A ha un debito di 10 euro con lo Stato e B vanta un credito di 10)
B vende a C e prende 12 euro di IVA (deve pagare 2 euro allo Stato)
Alla fine pertanto ci troveremo che lo Stato prenderà 12 euro (10 da A e 2 da B).
Ovviamente è [B][U]SOLO[/U][/B] un giro di IVA in quanto nella pratica i 12 euro li ha tirati fuori il cliente C che ha pagato interamente.
Ci son tante attività che anticipano Iva che non prenderanno su e vanno a credito: edicole, librerie, chi vende parte del prodotto all'estero, tanto per fare alcuni esempi.
Il punto è che il commerciante anticipa parte o una buona fetta dell'Iva che pagherà il cliente. Ma siccome è un tempo al futuro, non è detto nè che venda, nè che incassi in tempi rapidi.
Il punto è che il commerciante [B][U]anticipa parte o una buona fetta dell'Iva[/U][/B] che pagherà il cliente. Ma siccome è un tempo al futuro, non è detto nè che venda, nè che incassi in tempi rapidi.
Ma questo sta nelle capacità del commerciante.
Cioè se per vendere un prodotto che ha acquistato (e quindi sei a [B][U]credito[/U][/B] di IVA) ci mette un mese o un anno, non è che si possa chiedere allo Stato di fare regole ad personam.
Comunque vorrei farti notare che il credito è a vantaggio del venditore, quindi in realtà dovrebbe esserne contento (ha anticipato dei soldi che gli verranno restituiti, ma non è che li ha persi come succede al cliente finale).
Ti ringrazio per la spiegazione; ti posso assicurare che nonostante non sia un commercialista, avendo avuto diverse società, so molto bene come funziona l'IVA.
Il mio punto è che normalmente* qualsiasi attività redditizia non deve avere grossi problemi con l'IVA perché se fattura regolarmente l'IVA che tira fuori per le spese la recupera ben prima della scadenza del versamento.
Il punto è che il commerciante anticipa parte o una buona fetta dell'Iva che pagherà il cliente. Ma siccome è un tempo al futuro, non è detto nè che venda, nè che incassi in tempi rapidi.
(*) Certo, nei casi in cui l'IVA sul cliente è ridotta o nulla la situazione è diversa.
Il mio punto era che se come dici l'attività "non è detto nè che venda, nè che incassi in tempi rapidi", allora è un'attività a rischio: chiaro che ci possono essere periodi in cui le cose non vanno particolarmente bene ma se questa è la norma allora [secondo me] meglio chiuderla perché non è un'attività redditizia.
Il mio punto è che normalmente* qualsiasi attività redditizia non deve avere grossi problemi con l'IVA perché se fattura regolarmente l'IVA che tira fuori per le spese la recupera ben prima della scadenza del versamento.
Mmm diciamo che la questione forse è un po' più complessa.
Innanzitutto distinguiamo due cose: credito IVA e pagamento della fattura di acquisto (a meno che tu non stia parlando di fattura di vendita, ma mi sembra che l'esempio fosse su un commerciante al dettaglio).
Se parli del versamento del denaro effettivo (a 60 giorni piuttosto che 90 dalla data fattura), allora devi avere una attività decisamente redditizia perchè non è così facile avere un ricavo da un bene prima che si concretizzi il pagamento dell'acquisto di quello stesso bene.
Se invece parli proprio del versamento dell'IVA, questo non avviene se sei appunto a credito.
Oltretutto potrebbero prima risolvere la questione commissioni (potrebbero benissimo renderle gratuite in termini percentuali, le banche comunque ne beneficerebbero per i noleggi dei terminali e per l'aumento di denaro che si vedrebbero chiamate a gestire con la riduzione dell'utilizzo dei contanti), invece di fare il contrario...
solo uno particolarmente tonto o alla disperata ricerca di un mutuo (o entrambe le cose) può accettare condizioni simili, perchè (perlomeno nella mia zona, ma in linea di massima la cifra dovrebbe essere simile in tutto il Paese...) la % scende tranquillamente sotto l'1%
un'idea già ce l'avrei, ma voglio tenermi il dubbio ancora un po'.
se io faccio una fattura o uno scontrino per una prestazione di 100€, prestazione, non ri-vendo una cosa acquistata, da quei 100€:
il 23 % se ne va all'IRPEF (fino a 15.000€, oltre sale al 27%, poi 38%...)
il 4% all'IRAP
il 22% se ne va di IVA
e un eventuale 2% a Visa/Mastercard
insomma se ne va il 51% del mio incasso.
adesso, seguendo il tuo fantasioso ragionamento, che l'iva me la paghi tu cliente, allora dato che i 100€ me li hai dati sempre TU CLIENTE mi stai pagando anche l'Irpef e l'Irap e la commissione sulla mastercard.
anzi mi stai pagando anche il mutuo le bollette e gli alimenti perchè TU CLIENTE mi hai dato quei 100€ con cui i ci faccio tutte le mie cose.
oppure come suggerisce qualcuno, che se si vedesse aumentato il "caffè" non si lamenterebbe, potrei fare la fattura in questo modo:
100,00 € Imponibile (mia prestazione)
+ 23,00 € IRPEF
+ 22,00 € IVA
+ 4,00 € IRAP
+ 2,00 € POS
TOTALE FATTURA: 151,00 €
per me andrebbe piu che bene!!
bisogna vedere quanti clienti avrò ancora facendo in questo modo.
se conosci i concetti di IVA a credito, IVA a debito e versamento dell'IVA (mensile o trimestrale va bene uguale, tanto il concetto è identico e cambia solo la cadenza) bene, sennò non ha nemmeno senso iniziare un discorso su fatturato, spese, tasse ecc
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