Soffitti in legno e impianti antincendio insufficienti: emergono nuovi dettagli sul rogo del data center di OVHcloud
di Riccardo Robecchi pubblicata il 23 Marzo 2022, alle 15:51 nel canale MarketIl data center di Strasburgo di OVHcloud, andato a fuoco nel marzo dello scorso anno, non sarebbe stato adeguatamente progettato e attrezzato per affrontare gli incendi, stando a un rapporto dei vigili del fuoco
Sono emersi nuovi dettagli riguardanti l'incendio che ha coinvolto il data center di Strasburgo di proprietà di OVHcloud. Secondo quello che apparirebbe essere un rapporto ufficiale dei pompieri del Bas-Rhin, regione in cui si trova Strasburgo, la situazione all'interno del data center era lungi dall'ideale e apre diversi dubbi sulla costruzione della struttura e sull'uso di modalità adeguate di prevenzione e controllo degli incendi.
Nuovi dettagli sul rogo del data center di OVHcloud
Stando al rapporto pubblicato da Journal du Net, la situazione nel data center di OVHcloud era lungi dall'ideale per quanto riguarda le misure antincendio. I pompieri avrebbero infatti trovato "archi elettrici di più di un metro attorno alle porte esteriori del locale 'energia' [in cui erano presenti i trasformatori, NdR]" da dove sembra essersi originato l'incendio, con "lampi di luce e rumori assordanti". I pompieri puntano il dito sul modo in cui il locale è stato costruito, con un soffitto in legno in grado di resistere al fuoco solamente per un'ora e condotti di servizio non isolati.
Il sistema di raffreddamento sembra aver giocato un altro ruolo fondamentale, dato che venivano sfruttati due cortili interni per ottenere una corrente d'aria costante e non arrestabile; per quanto ciò abbia vantaggi indubbi in termini di risparmio energetico, proprio questa caratteristica intrinseca avrebbe portato i due cortili a fungere da camini che avrebbero rafforzato ulteriormente l'incendio. La temperatura nel locale con i trasformatori, misurata con una videocamera termica, avrebbe raggiunto i 400 °C.
A questi problemi si aggiunge la difficoltà da parte dei tecnici di togliere l'alimentazione all'edificio. L'incendio è scoppiato verso le ore 00:40 del 10 marzo 2021 e i tecnici dell'azienda elettrica sono arrivati verso le ore 01:20, ma non sono riusciti a staccare del tutto l'alimentazione fino alle ore 03:28, fatto che ha portato l'incendio a continuare e alcuni servizi a rimanere disponibili per diverse ore dopo lo scoppio.
Secondo il rapporto non sarebbe esistito alcun interruttore d'emergenza per interrompere l'alimentazione in caso di problemi, per una "scelta di strategia economica dell'azienda" e perché la struttura sarebbe stata "concepita [...] come data center fatto per garantire la continuità dell'alimentazione elettrica in tutte le circostanze". L'impianto antincendio sarebbe stato sottodimensionato rispetto alle effettive esigenze della struttura. Non sarebbero state presenti misure per la prevenzione della diffusione di fumi tossici nonostante la presenza di batterie al piombo.
Diverse aziende hanno ora fatto causa a OVHcloud per i danni provocati loro dall'incendio, con una class action in Francia e una causa collettiva in Italia promossa da 42 aziende.
11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDiscorso simile a chi era convinto che avere "la roba in cloud" fosse la garanzia di averla sicura nei secoli dei secoli, ma qui il dito va puntato su chi ha consigliato in maniera grossolana ed errata.
Ma da un fornitore di questi servizi ti aspetti di più, dai per scontato che certi standard (ammesso che ci siano) vengano rispettati.
Vorrei capire se sopravvalutiamo il termine "datacenter" (e quindi vale anche quello di OVH che è andato a fuoco) o se invece sono loro che non hanno rispettato determinate regole.
Ma da un fornitore di questi servizi ti aspetti di più, dai per scontato che certi standard (ammesso che ci siano) vengano rispettati.
Vorrei capire se sopravvalutiamo il termine "datacenter" (e quindi vale anche quello di OVH che è andato a fuoco) o se invece sono loro che non hanno rispettato determinate regole.
THIS
in effetti sarei curioso di sapere se ci sono state delle omissioni sul piano della sicurezza antincendio che avrebbe dovuto avere.
E dal titolo e testo dell'articolo sembrerebbe di più: partono le cause civili per danni in Italia e non solo class action in Francia?
Comunque complimenti all'Europa... tanto attenti se quei cattivoni di oltreoceano leggono i nostri dati... se poi la super mega europea ditta francese era meno sicura di un deposito munizioni in zona di guerra...
Comunque complimenti all'Europa... tanto attenti se quei cattivoni di oltreoceano leggono i nostri dati... se poi la super mega europea ditta francese era meno sicura di un deposito munizioni in zona di guerra...
É quello che dicevo io. Dopo quel disastro l'unica cosa da fare era tenere un basso, bassissimo profilo. Che magari dopo un po' la gente si scordava pian piano. Mentre così, sempre in prima pagina, sempre sulla bocca di tutti sarà più che naturale che continueranno ad associarli al suddetto episodio.
Sulle politiche Europee lasciamo perdere per carità. Facciamo tenerezza.
E non aggiungo altro.
Tra questi includo:
[LIST]
[*]quelli che "ma io ho pagato un servizio e il backup doveva essere incluso" senza aver mai dato nemmeno una lettura superficiale alle condizioni del servizio che avevano sottoscritto
[*]quelli che "io sono tranquillo perchè ho spuntato la casellina 'includi backup' tra i miei servizi" senza aver mai verificato di che genere di backup si trattasse, dove fosse fatto, se e come ripristinarlo, nel tipico atteggiamento da manager secondo cui la complessità non esiste, tutto è riconducibile a una logica quantitativa ed economica, quindi perchè disturbarsi a spendere giornate di un sistemista per verificare questi aspetti? Non serve dato che ho spuntato la casellina 'backup'.
[/LIST]
Poi vai a indagare e scopri che tutti hanno optato per OVH semplicemente perchè era il provider più economico (almeno tra quelli che posso fregiarsi di questo titolo, ciò esclude quindi robe tipo Serverplan o Aruba che non meritano nemmeno di essere classificati come tali...).
Che bisogno c'è di spendere 300 € l'anno (sarebbe meglio dire "a partire da" visto che su EC2 ci sono un'infinità di costi impossibili da calcolare e tutto è a consumo) per una instance ultrabase su AWS EC2, quando posso spendere meno di 30 €/anno da OVH senza avere alcun limite di traffico?
Oppure quanti sono disposti a spendere per una singola instance EC2 con risorse ridicole (4 vCPU, 16GB di ram, 250GB di storage su hw condiviso e con throttling su ogni risorsa, meno del laptop su cui sto scrivendo che ha ben 6 anni) la stessa cifra con cui su OVH si affittano server dedicati con 24 core, 256GB di ram, 2 SSD da 500GB in raid 1 per l'OS + 2 SSD da 2TB, 1Gbps di banda senza limiti di traffico, e su cui far girare decine di vm?
Ma non illudetevi, quante persone/aziende credete che su EC2 spuntino la fatidica casellina "copia snapshot su regione XYZ" aumentando la fattura mensile?
E' già tanto se hanno configurato AWS Backup per creare gli snapshot schedulati...
Poi quando capita il disastro tutti a piangere e dare addosso a AWS, piuttosto che Azure, piuttosto che OVH.
Dite che su AWS non può succedere? E chi lo dice?
I disastri non sono questioni da "se", ma da "quando"
PS: riguardo al disastro OVH, io ci ho lasciato un vps, roba ridicola e personale.
Down? Meno di 1gg, poi ripristinato tutto su nuovo vps (sempre da OVH) senza alcun problema perchè banalmente i backup stavano altrove, non si tratta di scienza dei missili, solo buon senso e il minimo sindacale di competenza...
tutto giusto ma "piuttosto che" significa "invece", non "oppure"
Le 3 VPS erano state rinnovate e pagate in anticipo per un anno, OVH mi ha regalato qualche mese in più per il disservizio (6 mesi per ogni VPS se ricordo bene) e mi ha chiesto come essere rimborsato, bonifico o voucher sul loro sito, ho scelto la seconda opzione in quanto abbiamo altri servizi con loro che tutt'oggi funzionano ancora bene.
Mi avevano anche contattato per tornare in OVH, ma non ho voglia di sbattermi e perdere un altro giorno per trasferire tutto.
Ma se la base di partenza è un datacenter che può esplodere da un momento all'altro allora no, non ci siamo...
Perché le loro sono scelte fatte per risparmiare il più possibile (e in parte far risparmiare anche gli utenti, ok) e su certe cose ok il backup esterno, ma qualche certezza in più non guasterebbe.
E comunque io l'ho buttata lì, ma il dubbio ce l'ho davvero: esistono degli standard (nel senso che per essere chiamato "datacenter" deve essere fatto così e non cosà da seguire? Se no stiamo veramente parlando del sesso degli angeli e vale tutto.
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