Il GDPR ha mantenuto la sua promessa? La risposta di ESET

Il GDPR ha mantenuto la sua promessa? La risposta di ESET

A due anni dalla sua applicazione, la normativa europea ha davvero contribuito a costruire una cultura della privacy nelle imprese? La risposta arriva da ESET, che analizza l'attuale scenario globale in merito ai comportamenti delle aziende e dei consumatori circa il trattamento dei propri dati

di pubblicata il , alle 12:41 nel canale Security
ESET
 

Sono già passati poco più di due anni dalla promulgazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, altresì noto come GDPR. La normativa promossa dall'Unione Europea aveva l'obiettivo di salvaguardare i dati personali delle persone fisiche e di semplificare i requisiti per le imprese. Oggi, nel 2020, le violazioni dei dati sono davvero diminuite?

È lecito domandarsi se i consumatori, e le aziende, abbiano effettivamente acquisito una maggiore consapevolezza dei pericoli inerenti alla privacy e alla protezione dei propri dati personali. Per rispondere a questi interrogativi, ESET ha voluto analizzare l'attuale situazione legata al GDPR, al fine di individuare gli eventuali effetti positivi e di approfondire i casi delle prime importanti sanzioni.

ESET: il panorama della privacy è cambiato con il GDPR

Tony Anscombe, Content Writer della ESET Security Community, ci ricorda come la legislazione abbia messo in primo piano l'argomento 'privacy', innescando dibattiti nelle sale riunioni di tutto il mondo: oggi si contano oltre 100 paesi e Stati con norme sulla privacy individuali, con il GPDR a fare da modello di base.

"Il crescente numero di regolamenti in tutto il mondo dimostra la necessità e la volontà degli organi di governo di intervenire, ma l’incremento crea una complessità. La complessità di così tanti regolamenti significa che le aziende cercheranno di armonizzare il proprio approccio alla privacy per conformarsi alla maggioranza e avere una posizione difendibile nel caso in cui violino inavvertitamente un regolamento", spiega Anscombe.

gdpr eset

Molte aziende hanno iniziato ad adeguarsi alle normative onde evitare possibili penali, ma non tutte sono state 'fortunate'. Eclatante il caso di Google, che nel gennaio 2019 è stata ammonita dall'autorità francese "per aver mostrato insufficiente controllo, consenso e trasparenza sull'uso dei dati personali per la pubblicità comportamentale". Per il colosso di Mountain View c'è stata una multa piuttosto salata, equivalente a 50 milioni di euro, cifra che viene tuttavia eclissata dai 183 milioni di sterline che ha dovuto pagare la British Airways nel luglio 2019, in seguito a un attacco informatico che avrebbe compromesso 380.000 transazioni effettuate sul sito della compagnia aerea.

Le numerose richieste di consenso che le aziende sono ora tenute a effettuare hanno permesso ai consumatori di tenersi informati circa la sicurezza dei propri dati personali e, dunque, di rivalutare l'importanza della privacy. Il GDPR avrebbe inoltre favorito un processo di cambiamento riguardante lo sviluppo di prodotti e servizi, come spiega Tony Anscombe di ESET: "per ogni nuovo prodotto di servizio, la privacy è diventata un approccio standard che qualsiasi team di progetto inserisce già in fase di progettazione come impostazione predefinita. I consumatori ora si aspettano che ci sia una relazione di fiducia con i fornitori e i venditori hanno realizzato che questo porterà un successo commerciale a lungo termine".

Di privacy si è parlato spesso in questi giorni, complice l'attuale situazione COVID-19 e le relative applicazioni di tracciamento dei contatti, con i dati di mappatura delle posizioni forniti ai governi da parte delle compagnie di telecomunicazioni. Secondo Anscombe, "Questo esame ha visto i governi fare marcia indietro sulle proposte e le aziende tecnologiche innovare nuovi metodi per garantire l'anonimato; c'è anche un consenso generale sul fatto che un'applicazione di tracciamento dei contatti debba rispettare il diritto dell'utente alla privacy".

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