Kaspersky: una tavola rotonda su big data e cyberwar

Kaspersky: una tavola rotonda su big data e cyberwar

Durante la discussione si è parlato del differente approccio di USA, Cina ed Europa alla sovranità del dato e di come l'Europa sta cercando di implementare politiche per garantirla senza porre freni al'innovazione

di pubblicata il , alle 16:11 nel canale Security
Kaspersky
 

L'I-Week è un evento promosso da Vento & Associati dedicato al controllo di informazioni nel quale si è affrontato il tema sotto vari profili, inclusi quelli geopolitici e di intelligence. Una settimana fitta di convegni e tavole rotonde, una delle quali intitolata Data protection e deep web: la guerra mondiale dei big data, terreno di conquista tra superpotenze, dominio degli hacker, che ha visto la partecipazione di alcuni dei principali esponenti del digitale in Italia, istituzioni incluse.

Hanno infatti partecipato Morten Lehn, General Manager Kaspersky ItaliaMarco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, Stefano Mele, avvocato, Partner di Gianni&Origoni e Responsabile del Dipartimento Cyber Security e Privacy, Massimo Moggi, President & CEO di WESTPOLE, Emanuele Marcianò, amministratore delegato di di DUNE e Corrado Broli, Country Manager di Darktrace Italia.

La guerra per il controllo dei dati fra governi, multinazionali e criminali informatici

I dati sono una risorsa preziosa, non meno strategica rispetto alle materie prime, e non stupisce che stati e grandi aziende facciano di tutto per acquisirli, controllarli e metterli in sicurezza. Il problema è che l'Europa sotto questo profilo è indietro. Come spiega Emanuele Marcianò, se in Cina esiste un totale accentramento delle informazioni da parte delle istituzioni, negli USA avviene il contrario, e la maggior parte dei dati sono in mano alle multinazionali.

Marketcapultinazionali

Se pensiamo al valore di mercato di aziende come Apple, Microsoft, Amazon e Alphabet (Google), c'è da rimanere a bocca aperta: l'intera borsa italiana capitalizza oggi circa 1/3 del valore della sola Apple. Fatto che rende a tutti gli effetti gli USA il paese con il principale monopolio sui dati, che si concretizza in possibilità di fare investimenti enormi in innovazione, anche attraverso operazioni di M&A, Mergers & Acquisitions. 

gaia-x

Pur con un certo ritardo, però, l'Europa non si limita a guardare e sono già in atto iniziative per far sì che il Vecchio Continente abbia un maggiore peso, con un approccio però misto, dove né lo Stato né le imprese ne detengono il monopolio. Il progetto europeo Gaia-X punta proprio in questa direzione e mira a creare un'infrastruttura dati europea progettata per garantire i massimi livelli di sovranità delle informazioni e allo stesso tempo promuovere l'innovazione. Come spiega Massimo Moggi, "I dati non possono essere lasciati in mano alle grandi corporazioni, ed è importante mantenerne il controllo", anche tenendo conto della sfida fra USA e Cina sulla gestione delle informazioni. Il problema è che nel Vecchio Continente manca una visione unica, sistemica, e gli sforzi di Gaia-X mirano a colmare questo gap, e a proteggere i dati europei e il loro utilizzo attraverso regole. 

Regole che, secondo Sefano Mele, da un lato possono mettere un freno all'uso improprio di informazioni, dall'altro supportare i Paesi nel prendere le decisioni migliori per sviluppare le loro politiche. Mele sottolinea come l'uso di questi dati garantisca la sicurezza delle nazioni, permettendo di prevenire attentati e crimini, ma anche di comprendere in anticipo le questioni sociali - come per esempio la mobilità nazionale - così da elaborare strategie efficaci per migliorare le infrastrutture.  

Dati e cyberwarfare: l'importanza della sicurezza

Alla tavola rotonda hanno partecipato anche Morten Lehn, General Manager di Kaspersky Italia, e Corrado Broli, Country Manager di Darktrace Italia, che inevitabilmente hanno posto l'attenzione sul tema della cybersecurity. Lehn ha sottolineato come Kaspersky stia lavorando su più tavoli, sia a livello locale in Italia sia a livello globale, sottolineando l'importanza di creare ecosistemi locali per la gestione delle informazioni, un aspetto sul quale il Bel Paese si trova in posizione più arretrata rispetto ad altre nazioni: serve una maggiore collaborazione fra pubblico e privato, condividendo il valore delle informazioni acquisite fra tutti gli attori. 

Broli, invece, si è soffermato sull'importanza della tecnologia per garantire la sicurezza delle informazioni, che fanno gola agli attori malevoli. La soluzione, secondo Darktrace, è quella di investire sull'intelligenza artificiale, dal punto di vista tecnologico, e sulla consapevolezza, dal punto di vista della formazione, a ogni livello. Del resto, il il 90% delle minacce arrivano via e-mail, significa che è ancora l'essere umano il punto di accesso più vulnerabile. 

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