Proposta di legge americana vuole inserire backdoor obbligatorie nella cifratura di dispositivi e servizi
di Riccardo Robecchi pubblicata il 27 Giugno 2020, alle 16:01 nel canale SecurityUna proposta di legge avanzata nella Commissione Giustizia del Senato americano chiede di introdurre backdoor obbligatorie in dispositivi e servizi. Un enorme e ingiustificato rischio per la sicurezza di privati e aziende
33 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoÈ una constatazione che sembra ovvia
Ma c'è sempre il frescone di turno a cui sfugge quando propone la legge.
"le chiavi le avranno solo le forze dell' ordine" ... si come no, in due giorni le troverai su tutte le bancarelle del mercato del pesce.
Nel caso in oggetto, la presenza di tale porta di servizio apre la possibilità di essere ascoltati anche dall'erogatore del servizio, non solo dalle forze dell'ordine (non facciamo i finti tonti, sappiamo come funzionano queste cose...).
Si pensi quante belle cosine potrebbe scoprire il Zucchino se si mettesse a leggere i cavoli che scrive , che so, Trump, e che forza impositiva avrebbe - conoscendo i suoi più reconditi segreti e potendolo minacciare.
lo studio legale di Trump è stato appunto di recente minacciato per i dati violati XD
Questi sono folli. Ma non era l'Amerrriggga il paese della libertà? Intendevano quella di essere liberi di ficcanasare su tutto? Bah...
Come detto da alcuni, sarebbe anche l'ora di staccarci completamente da questi finti amici.
Il bello è che, anche se la legge non dovesse passare, la pulce è stata messa nell'orecchio (se già non c'era), il danno l'hanno probabilmente ormai fatto...
Come detto da alcuni, sarebbe anche l'ora di staccarci completamente da questi finti amici.
Folle?
La gente spesso si dimentica che la seconda guerra mondiale è stata vinta _anche_ perché gli inglesi con i polacchi sono riusciti a rompere Enigma.
Il fatto che oggi i sistemi crittografici siano pressoché inattaccabili direttamente con attacchi a forza bruta non vuol dire che le esigenze siano cambiate, anzi.
La cosa più semplice _oggi_ è attaccare le chiavi.
[U]Faccio notare poi che la questione della backdoor è paventata dall'autore dell'articolo ed è una sua personale opinione, non un fatto.[/U]
La domanda che bisogna porsi è se un governo nazionale può essere legittimato nei casi opportuni a violare la privacy in caso di reato. Che poi è quello che facciamo anche in Italia previa autorizzazione di un magistrato.
Vi ricordate la questione di Apple e dell'FBI? Il problema lì era che Apple non voleva dare all'FBI accesso al terminale di un criminale (almeno pubblicamente). Qui si sta chiedendo che, [U]previa autorizzazione di un magistrato[/U] le company debbano aiutare il governo e non mettersi contro.
Tra l'altro ad oggi, se si ha accesso fisico ad un terminale il più delle volte non serve alcuna backdoor.
La possibilità di accedere alle chiavi è, di per sé, un chiaro pericolo per la sicurezza, perché vuol dire che c'è una porta aperta che prima o poi qualche malintenzionato potrebbe trovare e sfruttare.
Ecco perché non dev'esserci alcuna possibilità di installare backdoor.
E se questo comporta problemi in caso di indagini per reati, pazienza: si cercheranno altre prove.
La possibilità di accedere alle chiavi è, di per sé, un chiaro pericolo per la sicurezza, perché vuol dire che c'è una porta aperta che prima o poi qualche malintenzionato potrebbe trovare e sfruttare.
Ecco perché non dev'esserci alcuna possibilità di installare backdoor.
Chiunque abbia accesso fisico ad un dispositivo con storage cifrato (ad esempio con full disk encryption), acceso e bloccato, con le giuste competenze può risalire alle chiavi di cifratura dello storage.
Non è una questione di backdoor, è una questione di come funzionano attualmente i dispositivi.
Vedi: https://en.wikipedia.org/wiki/Cold_boot_attack
L'unica cura esistente è cifrare la memoria o tenere le chiavi nei registri. Non è un caso se AMD e Intel stanno lavorando alla cifratura della memoria in hardware, con la prima che in realtà è già presente in alcuni processori.
Ma questo sicuramente lo sai meglio di me.
Chiaramente questa cosa si può rendere più o meno difficile. Ma in casi conclamati in cui un magistrato stabilisca che è necessario accedere ai contenuti di un dispositivo a scopi di indagine, la società produttrice del dispositivo non dovrebbe impedire il corso della giustizia. Specie nello stesso paese.
Ed è di questo che si sta parlando qui.
Intercettare le comunicazioni è sempre stato al centro delle questioni investigative e di intelligence sin da quando si mandavano i messaggeri reali a piedi.
In una società come quella di oggi è impensabile che l'autorità non possa, in alcuni casi, analizzare comunicazioni e/o dispositivi.
Cioè non è chiaro secondo quale criterio sia ammissibile fare intercettazioni ambientali o di comunicazioni elettroniche e invece non si possa accedere ai dispositivi fisici del malitenzionato.
Le società che producono i dispositivi non dovrebbero ostacolare la giustizia, specie se è un magistrato a richiederlo.
Questo ripeto, non significa mettere una backdoor accessibile a tutti.
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