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Cradlepoint fa il punto della situazione sul Private 5G

di pubblicata il , alle 14:01 nel canale TLC e Mobile Cradlepoint fa il punto della situazione sul Private 5G

In Europa sono attive reti cellulari private da decenni, ma quelle basate sull'architettura 5G sono ancora poche. Pensano i costi, ma anche i differenti modelli di licenza adottati dai vari Paesi. Il punto di vista di Massimiliano Ballarin, Regional Sales Manager, Cradlepoint Italy

 

Le reti cellulari private (Private Cellular Network, PCN) non sono una novità: in Europa sono attive da decenni. Rispetto alle reti cellulari pubbliche offrono numerosi vantaggi in termini di sicurezza e privacy, oltre a offrire migliori prestazioni per quanto riguarda la banda disponibile e la latenza, dato che possono essere configurate per le specifiche esigenze del singolo cliente. 

Tornano utili anche come alternativa al Wi-Fi dato che possono coprire in modo affidabile aree più ampie, all'aperto, sotterranee e all'interno di edifici o altre strutture in cui la copertura è notoriamente complessa. La maggior parte di queste reti, però, è ancora basata sul 4G. Secondo di Massimiliano Ballarin, Regional Sales Manager di Cradlepoint Italy, con il crescere dell'adozione del 5G le PCN sono destinate a evolversi, "giungendo ad esprimere tutte le sue potenzialità grazie ad una maggiore capacità e disponibilità della larghezza di banda rispetto al 4G LTE, alla riduzione dei tempi di latenza ed alla possibilità di supportare implementazioni IoT su larga scala, che consentano un utilizzo migliore della tecnologia mobile per applicazioni business e mission-critical".

Reti cellulari private: solo il 37% di quelle europee è basata sul 5G

La maggior parte delle PCN sono ancora basate su reti 4G, e solamente 1 su 3 (il 37%, per la precisione, anche se la GSA sottolinea che si tratta di un dato difficile da quantificare) fa leva sul 5G. Ci sono più motivi per questo: a frenarne la diffusione sono i differenti modelli di licenza per i vari Paesi UE, ma anche la difficoltà di reperire dispositivi e i costi elevati.

"La maggior parte delle reti private esistenti sono state configurate per l'uso esclusivo da parte di un'azienda o di un gruppo di imprese (come agenzie di sicurezza o di trasporto), che non possono dipendere esclusivamente dalle reti pubbliche per soddisfare le esigenze della propria attività", spiega Ballarin. "Tuttavia, tali reti, senza 5G, rischiano di avere costi estremamente elevati per le aziende e presentare limiti dal punto di vista delle prestazioni, in quanto fanno affidamento su partizioni della rete 4G LTE esistente".

cradlepoint5G privato

Ballarin sottolinea però che i vari Paesi UE stanno lavorando per spingere sulle reti di nuova generazione, ed entro un paio di anni vedremo un maggiore sviluppo. 

A guidare l'Europa sotto il profilo dell'adozione di PCN 5G è la Germania, seguita dalla Finlandia, dove soprattutto le aziende attive nel settore automotive le utilizzano per la trasmissione sicura e a bassa latenza dei dati verso i robot delle catene di montaggio. Sempre nel settore manifatturiero, queste reti sono usate per i sistemi di gestione dell'inventario, il monitoraggio del controllo di qualità e la gestione dei sistemi di trasporto aziendali senza conducente. 

Altri casi d'uso attualmente sperimentati sono le implementazioni all'interno di porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e, in generale, in tutti quegli ambienti molto estesi dove il Wi-Fi non sarebbe in grado di offrire piena copertura. Per il futuro, invece, Ballarin prevede una maggiore adozione nell'ambito delle smart cities e nel settore dell'istruzione, dove la sicurezza e la capacità di far fronte a future espansioni sono elementi fondamentali.

Cosa serve per implementare una rete 5G privata

Come prima cosa, le realtà che desiderano attivare una soluzione di 5G privato secondo Ballarin dovrebbero prima di tutto comprendere in quali casi d'uso potrebbero portare vantaggi e valutare attentamente il ritorno dell'investimento. "Bisogna analizzare in primis le esigenze della propria azienda in termini di costi da sostenere, sicurezza e potenziale di crescita: sono infatti questi elementi oggi a guidare l'esplorazione delle soluzioni PCN", afferma Ballarin.

Una volta identificati i casi d'uso e definito il ROI, è fondamentale valutare i requisiti necessari. "È necessario determinare se lo spettro disponibile nel proprio Paese è gestito da un Communication Service Provider (CSP) e quali siano i requisiti di licenza. Inoltre, le esigenze dei dispositivi possono variare a seconda dello spettro disponibile. Ad esempio, maggiore è la frequenza, maggiore è il throughput, ma la copertura e la penetrazione si indeboliranno. Un'attenta pianificazione è un passaggio strategico per qualsiasi implementazione di reti private", prosegue Ballarin.

Ultimo elemento chiave è trovare un partner adeguato, in grado di garantire l'espansione e la scalabilità dell'architettura nel tempo. 

"Riteniamo che il 5G rappresenti per le imprese italiane un’occasione fondamentale da cogliere per colmare il gap nella digitalizzazione e siamo certi che nei prossimi anni vedremo le Telco nel nostro Paese impegnate per sfruttare al massimo il potenziale del nuovo 5G stand-alone per una proposta a tutto tondo che comprenda anche le Private Cellular Network. Gli operatori di TLC, in questo modo, saranno sempre più coinvolti non solo come fornitori di connettività, ma come innovatori impegnati nello sviluppo di partnership con altri attori dei nuovi ecosistemi abilitati dal 5G, per far fronte a nuove sfide e generare valore per il nostro Paese", conclude Ballarin. 

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