Come funziona Windows 365: uno sguardo dentro il nuovo servizio di Microsoft (e il suo futuro)
di Riccardo Robecchi pubblicata il 27 Luglio 2021, alle 13:41 nel canale CloudMicrosoft ha presentato Windows 365, ma come funziona il nuovo servizio di Cloud PC? Quali sono le novità tecnologiche che l'azienda ha sviluppato per esso? Ne abbiamo parlato con Fabio Santini di Microsoft Italia
Come funziona Windows 365 a livello tecnico? In una lunga intervista con Fabio Santini, Direttore della Divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia, abbiamo avuto modo di capire meglio come funziona "dietro le quinte" il nuovo servizio di Microsoft e quali sono alcune delle misure tecnologiche che l'azienda ha messo in campo nel suo sviluppo, scoprendo che il modello impiegato è particolarmente innovativo.
Come funziona Windows 365? L'evoluzione verso un vero "desktop as a service"
Sebbene il concetto alla base di Windows 365 non sia nuovo, perché i desktop virtuali esistono ormai da lungo tempo, è completamente nuovo il modo in cui Microsoft punta ad affrontare il problema di gestire migliaia di macchine virtuali che devono essere disponibili costantemente e velocemente. Attualmente Windows 365 si basa ancora su un modello tradizionale di uso delle macchine virtuali, seppur semplificato nei suoi aspetti di gestione e di fornitura; da un punto di vista tecnico non sono oggi presenti particolari innovazioni. L'azienda punta però in futuro a cambiare completamente il proprio approccio, passando da un modello infrastructure as a service a uno più propriamente di tipo platform as a service.
"Facendo il paragone con Azure, è un po' come quando siamo passati da una virtual machine con Windows Server e IIS dove ospitare le pagine Web all'Azure App Service. [Con Windows 365] è successa esattamente la stessa cosa: siamo passati da una macchina virtuale con su Windows in VDI in remote streaming a un Windows as a service", ci dice Santini.
Attualmente Windows 365 si basa ancora su virtual machine classiche, ma il concetto dietro alla visione che Microsoft ha del futuro di Windows 365 non è troppo diverso da quello della chiamata di sistema "fork()" in ambito UNIX. Dal momento che la creazione di un nuovo processo è particolarmente dispendiosa, poiché bisogna preparare una quantità notevole di strutture dati, lo stratagemma trovato dagli ideatori di UNIX è di copiare le strutture dati di un processo esistente e riutilizzarle per quello nuovo, andando poi a effettuare le opportune modifiche in un secondo momento. Di fatto si prende, quindi, ciò che è standard e si va poi a inserire sopra a questo "strato di base" ciò che non lo è.
Windows 365 funzionerà in maniera molto simile, dato che prenderà macchine virtuali con il solo sistema operativo (Windows 10 o 11, una volta che quest'ultimo sarà stato lanciato) e andrà poi a inserirci sopra le specifiche caratteristiche dell'utente. Il modo in cui ciò verrà fatto è relativamente semplice, ma efficace: una volta che il sistema è avviato, ciò che lo differenzia da un'immagine standard di Windows sono i dati in memoria creati dall'utente, dunque la soluzione adottata da Microsoft è quella di salvare tali dati per differenza rispetto a tale standard. In questo modo si possono caricare tali dati su qualunque macchina virtuale con le stesse caratteristiche, senza dover però caricare da zero il sistema operativo, e si riduce lo spazio necessario su disco per salvare lo stato della macchina.
Tale meccanismo appare sfruttare in fase di avvio lo stesso sistema usato da Windows 8 in poi per cui viene usata una sorta di ibernazione, così da non dover caricare da zero il sistema, e sopra all'immagine del sistema operativo e dei programmi di base vengono inseriti i dati dell'utente. In questo modo è possibile salvare lo stato della macchina e ripristinarlo senza che la macchina virtuale sottostante sia la stessa: è per questo che Santini parla di "Windows as a service", dato che non si tratterà di una soluzione VDI classica in cui c'è una macchina virtuale fissa assegnata costantemente allo stesso utente (o allo stesso gruppo di utenti), ma di un servizio in cui i propri dati possono essere collegati a e scollegati da macchine virtuali "standard" dinamicamente e in maniera totalmente trasparente per l'utente.
I dati salvati su disco, invece, vengono gestiti differentemente: saranno infatti presenti dei dischi virtuali, anche in questo caso collegati dinamicamente alla macchina virtuale che va utilizzata. Su uno di tali dischi virtuali vengono memorizzati tutti i dati relativi all'utente e, dunque, è possibile che questo contenga anche quelli relativi all'immagine della RAM. Grazie a questo sistema è possibile accedere (quasi) istantaneamente alla macchina virtuale senza che questa sia sempre accesa e in attesa che l'utente ci interagisca. Resta comunque la possibilità di utilizzare OneDrive per salvare i dati, così da potervi accedere anche da un computer fisico.
Un Windows sempre connesso, o quasi
Un aspetto che non era chiaro è cosa succeda, ad esempio, quando l'utente chiude la finestra del browser da cui è connesso: nel caso di connessioni RDP classiche a una macchina virtuale, ad esempio, nel momento in cui si chiude la finestra viene mantenuta attiva la sessione e con essa i programmi aperti. Il dubbio era se così fosse anche per Windows 365 e, dunque, se sia possibile eseguire sui Cloud PC dei programmi che richiedono anche ore di elaborazione (come software di elaborazione video o compilazione di programmi) disconnettendosi dalla sessione ma lasciando il Cloud PC a continuare l'elaborazione in autonomia. Ci è stato confermato che la sessione rimane attiva anche una volta che ci si disconnette e non sono pertanto presenti differenze rispetto a una VM tradizionale.
La connessione in sé avviene con una versione ottimizzata del protocollo RDP, in cui l'immagine viene aggiornata solo nelle porzioni dove c'è effettivamente un cambiamento. In questo modo è possibile contenere la banda necessaria per il collegamento e far sì che anche la connessione tramite un cellulare sia possibile.
Visto il modello adottato, sarebbe teoricamente (e tecnicamente) possibile far sì che il computer venga aggiornato in automatico da Microsoft: la macchina "base" viene aggiornata tra una disconnessione e la connessione successiva, così che il dispositivo virtuale sia sempre dotato delle ultime patch. In questo senso, dunque, Microsoft potrebbe sposare per intero il modello "as a service", in cui il cliente non ha la possibilità di scegliere la versione su cui operare ma è il fornitore del servizio a gestire gli aggiornamenti. Attualmente ci è stato confermato che non ci sono differenze rispetto all'aggiornamento di macchine virtuali tradizionali: le aziende hanno piena libertà di gestire le proprie macchine e applicare le proprie politiche senza limitazione alcuna, mantenendo pieno controllo sui propri Cloud PC.
Resta ferma comunque la necessità di essere connessi a Internet per poter accedere al servizio e questo rappresenta forse il più grande limite di Windows 365, dato che in luoghi senza connessione come gli aerei non è possibile lavorare. Sono presenti soluzioni parziali, come il già citato OneDrive (o qualunque altro servizio di archiviazione in cloud), che però non sono sostitutive.
Microsoft sembra fare un balzo in avanti notevole con Windows 365, sebbene limiti al momento questa novità al mondo aziendale. Per il mondo degli utenti privati non ci sono attualmente piani da parte di Microsoft, vuoi anche perché sono poche le persone che necessiterebbero di un servizio di questo tipo nella propria quotidianità.
È difficile anche vedere Windows 365 come un servizio adottato urbi et orbi dalle aziende, visto che moltissime realtà non avranno bisogno di questo approccio. Sono tuttavia presenti moltissime altre che possono trarre grande beneficio da questo nuovo servizio che semplifica moltissimo la gestione dei dispositivi e la sicurezza dei dati.
Le novità tecniche inserite in Windows 365 sono significative, ma appaiono limitate al mondo cloud come ambito di applicazione ed è difficile dire se verranno implementate in qualche forma all'interno del sistema operativo impiegato sui computer fisici.
11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoComunque anche per la parte desktop un problema di network può bloccare completamente il lavoro di una intera azienda.
Oggi ognuno usa il suo pc per accedere da casa ai dati aziendali, tramite vpn/accesso remoto (teamviewer, ecc) suppongo, o lavora in locale e manda i file in azienda per email.
Ci sarebbe qualche vantaggio a usare queste macchine virtuali per lavorare sui dati aziendali? Mi immagino la sicurezza dei dati aziendali forse, o no? altro?
Oggi ognuno usa il suo pc per accedere da casa ai dati aziendali, tramite vpn/accesso remoto (teamviewer, ecc) suppongo, o lavora in locale e manda i file in azienda per email.
Ci sarebbe qualche vantaggio a usare queste macchine virtuali per lavorare sui dati aziendali? Mi immagino la sicurezza dei dati aziendali forse, o no? altro?
In ottica aziendale ritengo sia parecchio vantaggioso.
L'azienda, senza di fatto dover mettere su un super server aziendale che contiene tutte le VM e senza dover avere uno staff interno per mantenere tutto funzionale, paga un servizio esterno che gli fornisce il tutto probabilmete con performance e qualità superiori sotto molti aspetti.
I dipendenti possono così collegarsi al loro PC ovunque (connessione permettendo) ed al contempo i dati sono centralizzati e al sicuro.
L'azienda, senza di fatto dover mettere su un super server aziendale che contiene tutte le VM e senza dover avere uno staff interno per mantenere tutto funzionale, paga un servizio esterno che gli fornisce il tutto probabilmete con performance e qualità superiori sotto molti aspetti.
I dipendenti possono così collegarsi al loro PC ovunque (connessione permettendo) ed al contempo i dati sono centralizzati e al sicuro.
Dipende dai numeri.
Per un'azienda come la mia vuol dire spendere 3-4 volte tanto.
Microsoft ha rilasciato una sua distro di Linux, chiamata CBL–Mariner. Questa notizia può avere un legame con window 365?
Comunque l'idea di una diatribuzione linux di ms era una battuta ricorrente qui nel forum e alla fine é successo davvero
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Microsoft ha rilasciato una sua distro di Linux, chiamata CBL–Mariner. Questa notizia può avere un legame con window 365?
Comunque l'idea di una diatribuzione linux di ms era una battuta ricorrente qui nel forum e alla fine é successo davvero
Al momento si tratta di normali VM, quindi non c'è il problema. In futuro potrebbe essere che sia necessario contattare il supporto, sì.
Su CBL-Mariner: no, non ha un legame con Windows 365. CBL-Mariner è la base su cui poi Microsoft costruisce il suo software per e con Linux; ad esempio, alcuni elementi del networking di Azure sono gestiti con Linux e CBL-Mariner è la base di tali distribuzioni.
L'azienda, senza di fatto dover mettere su un super server aziendale che contiene tutte le VM e senza dover avere uno staff interno per mantenere tutto funzionale, paga un servizio esterno che gli fornisce il tutto probabilmete con performance e qualità superiori sotto molti aspetti.
I dipendenti possono così collegarsi al loro PC ovunque (connessione permettendo) ed al contempo i dati sono centralizzati e al sicuro.
Più che altro le soluzioni VDI hanno costi davvero elevati. Io a lavoro ho consultato proposte di Google, AWS e Vmware e sono francamente poco sostenibili a meno che non si voglia rivoluzionare l'azienda e passare integralmente tutta l'utenza a tali soluzioni, sperando in un'economia sulla gestione e manutenzione dei desktop vecchia maniera.
Poi chiaro che la comodità e flessibilità di una soluzione VDI sia davvero elevata, ma non la vedo conveniente a tutti i livelli, soprattutto aziende minori e/o pubbliche come la mia
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