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Il cloud significa poter scegliere: la visione di Oracle

di pubblicata il , alle 10:01 nel canale Cloud Il cloud significa poter scegliere: la visione di Oracle

Abbiamo parlato con Luisa Picconi di Oracle Italia per capire meglio qual è l'approccio dell'azienda al cloud e quali sono le ultime novità presentate al CloudWorld di ottobre

 

Oracle ha annunciato diverse novità al CloudWorld 2022 tenutosi ad ottobre. Oracle Italia ne parlerà in due webinar per gli sviluppatori, che si concentreranno proprio sugli ultimi annunci. Ne abbiamo parlato con Luisa Picconi, Senior Account Cloud Engineer in Oracle Italia, per capire meglio la posizione di Oracle riguardo il cloud e riguardo gli strumenti da mettere a disposizione degli sviluppatori per aiutarli a costruire le applicazioni aziendali.

Il cloud visto da Oracle: la scelta al centro

Edge9: Oracle non è il primo nome che viene in mente quando si parla di cloud. Quali sono, dunque, le caratteristiche dei suoi servizi di cloud pubblico?

Picconi: "Dal 2019 Oracle offre una piattaforma di seconda generazione: forse siamo arrivati un po' tardi rispetto ad altri competitor della prima ora, ma in compenso abbiamo costruito un cloud di seconda generazione, che ha già tenuto conto delle sfide di sicurezza e di performance incontrate dalla prima generazione: un'infrastruttura e una piattaforma diverse, perché abbiamo oltre 400.000 clienti diffusi in 175 Paesi e 20.000 partner, per cui un installato veramente vario. Avevamo la necessità di poter costruire un percorso cloud per i nostri clienti che andasse incontro a tutte le loro esigenze. È facile immaginare quante possano essere, visti questi numeri!"

"La piattaforma viene costruita con in mente alcune cose che si affiancano e aggiungono a quelle che sono intrinseche nel concetto di fornitura di servizi cloud, ovvero la scalabilità e l'idea di avere risorse illimitate e più avanzate a livello tecnologico. In più, con questa piattaforma di seconda generazione, aggiungiamo un concetto di sicurezza built-in (parliamo infatti di "security by design", ovvero sicurezza fin dalla progettazione) e che le performance possano essere sempre ben quantificate, anche per dare degli SLA, ma soprattutto la possibilità di utilizzare questi servizi cloud per workload di qualsiasi tipo. L'idea è di offrire una piattaforma che permette di sviluppare software in maniera tradizionale così come anche usando le nuove e moderne tecniche di sviluppo. Abbiamo già nel mondo 40 cloud region (8 in UE, di cui una a Milano), e 12 di queste sono interconnesse con Azure, perché l'idea di Oracle è di fare un percorso assieme ai propri clienti, rendendo loro facile l'uso di più cloud diversi senza  soluzione di continuità, e costruirgli addosso il giusto abito cloud rispettando i loro tempi e le loro necessità. Il nostro obiettivo, anche in questi webinar, è proprio quello di far capire che i clienti possono procedere secondo i propri tempi, senza per forza dover fare immediatamente un passo di modernizzazione completa, restando comunque ferma la possibilità di adottare anche le tecnologiecloud native."

"L'altro aspetto è che, come tutte le piattaforme, noi andiamo incontro alle esigenze di tre parti principali: le aziende in primis, ma poi gli sviluppatori che effettivamente vanno a realizzare le applicazioni e chi lavora nell'ambito delle operations. Quindi il focus delle nostre due sessioni sono gli sviluppatori in un contesto di applicazioni costruite basate su un'architettura a microservizi - che è poi un pezzettino di ciò che possiamo offrire ai nostri sviluppatori. La prima sessione è incentrata sul nostro servizio di DevOps su OCI: l'obiettivo è mostrare agli sviluppatori che, tra le possibilità di scelta, hanno anche un servizio gestito che li supporta nella creazione di un'infrastruttura di sviluppo completa e automatizza tutti quei processi del ciclo di vita del software che va dalla gestione del software (versioning, test integrati, ecc) per poi arrivare all'infrastruttura finale in una modalità di continuous deployment con o senza approvazione."

"Credo che sia importante, per gli sviluppatori così come per chi lavora nelle operations, avere la possibilità di scegliere. Così come abbiamo tanti clienti, questi hanno a loro volta tantissimi sviluppatori e ogni team è diverso. Questa diversità non sta soltanto nella richiesta di quel momento dell'azienda, ma anche nel team degli sviluppatori ad esempio nell'orientamento rispetto a una strategia di sviluppo. La nostra piattaforma di seconda generazione consente loro di scegliere. Mi piace rappresentare questa idea con l'immagine di Oracle che ha una grande valigia, all'interno della quale sono presenti tanti blocchetti di Lego: sono tanti e sono singoli, cioè c'è la possibilità di dare sfogo all'inventiva e alla creatività progettando e costruendo soluzioni con ciò che oggi serve, ma che domani potrebbe cambiare. Resta comunque la possibilità di usare ciò che abbiamo costruito come servizi."

Edge9: È possibile avere un esempio di questo "andare incontro al cliente" da parte di Oracle?

Picconi: "Ci sono tanti applicativi che nascono containerizzati e non hanno bisogno di Kubernetes, o perché sono in un ambiente di test, o perché nascono proprio così. Proprio per andare incontro alle esigenze di tutti, e non per forza solo a chi gestisce un workload importante, diamo la possibilità di eseguirli sempre in un contesto serverless, e quindi senza la gestione del server e dell'infrastruttura. Solitamente gli sviluppatori gestiscono il proprio ambiente di sviluppo, ma già nell'ambiente di collaudo e per i test prestazionali la palla passa al team di operations, dunque gli sviluppatori vedono le risorse da gestire nel proprio ambiente di sviluppo ma demandano poi mano a mano questa gestione agli amministratori. Oggi si demanda questo aspetto, invece, al cloud provider."

"In una riunione recente, un cliente di dimensioni medio-piccole ci ha detto una cosa molto bella: noi ci affidiamo a voi anche perché avete queste tecnologie per rivedere come lavoriamo con la parte digitale, perché non sia soltanto una trasformazione tipo 'da carta a PDF', ma sia una trasformazione nel modo di pensare e vedere le cose. Testimonianze come questa sono il bello del lavorare a contatto con i clienti, perché si vede la fiducia che questo ci dà. Possiamo vedere questo concetto di serverless come la fiducia che sviluppatori e amministratori danno ai cloud provider nella gestione, che però dall'altro lato li libera anche da un onere e li focalizza di più sullo sviluppo della logica applicativa e, quindi, sul business."

"Container e applicazioni restano la creazione degli sviluppatori, ma questi hanno la possibilità di scegliere il tipo di processore e la quantità di RAM che vogliono che il loro provider metta a disposizione per far girare velocemente questi container. La funzionalità è un po' come una lista della spesa in cui si dice cosa si vuole, e poi ci si affida al cloud provider che mi fornirà quanto richiesto velocemente per far girare i miei container."

Edge9: A chi si rivolgono i servizi di Oracle? Gli sviluppatori con cui Oracle parla sono i team interni ai clienti o anche società esterne che offrono un servizio di sviluppo ai propri clienti?

Picconi: "La cosa bella è che, in realtà, quei mattoncini di cui parlavo possono essere utilizzati da chiunque, proprio perché il concetto dietro il cloud è che ciò che si sviluppa non dipende dall'infrastruttura a disposizione, ma anche dalle esigenze del cliente e dalle competenze degli sviluppatori. Quando se ne parla sembra un mondo piccolo e semplice, ma in realtà è estremamente complesso con moltissime sfaccettature. Entriamo in contatto con tutti e la bellezza è vedere come ogni team approcci un problema in modo diverso. Per il business, l'importante è che la piattaforma offra tutte le possibilità, che gli sviluppatori siano interni o esterni."

Edge9: Qual è una novità particolarmente significativa tra quelle annunciate di recente all'Oracle CloudWorld di ottobre, a Las Vegas?

Picconi: "Una novità importante è quella che riguarda i workflow. Abbiamo questi blocchettini di cui parlavamo e che possono essere più o meno grandi, da una funzione a un servizio di machine learning, fino a un pezzo più grande di codice creato dal cloud provider o dallo sviluppatore dell'applicativo, che vengono sempre orchestrati. L'applicazione, alla fine, è un insieme di chiamate. Si ha la possibilità di tirare fuori un flusso, un workflow appunto, per farlo progettare esternamente da architetti. Questo servizio permette di scrivere un workflow applicativo che mette insieme questi tasselli, compresi i servizi OCI, per costruire la logica applicativa all'esterno."

"Al momento questo servizio ha una disponibilità limitata perché stiamo raccogliendo riscontri dai clienti. Per noi è molto importante, perché l'evoluzione di un prodotto dipende da quanto viene usato e da quanto ci sia la sinergia tra chi lo crea chi lo usa. La presunzione di dire 'l'ho fatto così e deve funzionare così' non porta a niente, dunque l'obiettivo è avere un legame forte con gli sviluppatori che ci aiutano a migliorare, perché quello che facciamo è per loro e dunque sono proprio loro che ci devono dire se va bene. Il nostro servizio DevOps è nato come un pezzettino e poi si è espanso proprio per andare incontro alle richieste di chi lo usava."

Edge9: Per quale motivo le aziende e gli sviluppatori dovrebbero scegliere Oracle?

Picconi: "È una domanda a cui è difficile rispondere, ma ci tengo particlarmente a dire che, anche se Oracle è nota soprattutto per il suo database e la sua immagine è molto legata a un concetto di tecnologia proprietaria, bisogna un po' sfatare questo mito: oggi siamo assolutamente consapevoli che tanti dei nostri servizi si basano sull'open source. Oracle partecipa anche attivamente a progetti open source, quindi cambia anche la visione dell'azienda con il cloud. Continuiamo ad avere qualcosa di proprietario e ne siamo anche orgogliosi, perché in tante circostanze è un elemento differenziante, ma siamo aperti al mondo e, a riprova di ciò, siamo tra i cloud provider che stanno facendo più partnership e che scommettono sul multicloud."

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