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La data strategy efficace come chiave per accelerare il business. La visione di Cloudera

di pubblicata il , alle 18:21 nel canale Cloud La data strategy efficace come chiave per accelerare il business. La visione di Cloudera

Implementare una data strategy in azienda migliora la produttività e guida i risultati di business, oltre a consentire l'abilitazione di nuovi servizi, soprattutto in ambiti come quello sanitario. Ne parliamo con Fabio Pascali di Cloudera

 

Il report Cloudera Enterprise Data Maturity Report: Identifying the Business Impact of an Enterprise Data Strategy, realizzato da Cloudera con la collaborazione di Vanson Bourne evidenzia un aspetto interessante: per il 96% dei decisori aziendali i dati sono fondamentali per incrementare le performance aziendali, aumentando i fatturati, ma non solo. Saper acquisire e gestire in maniera efficace i dati contribuisce al successo delle iniziative di diversità, equità e inclusione, parametri che oggi contribuiscono al valore di un’azienda tanto da venire inseriti nei bilanci. In Italia, però, siamo ancora leggermente indietro relativamente alla data maturity, cioè la capacità di elaborare in maniera efficace il patrimonio di informazioni aziendale.

data strategy

Una strategia dati evoluta spinge in alto i profitti

Implementare una valida strategia per la gestione del dato in azienda può portare risultati concreti al business, secondo l’analisi di Cloudera, condotta intervistando più di 3.000 decision maker a livello globale in aziende con più di 1.000 dipendenti. Il report infatti mostra come le imprese che hanno adottato da più di un anno una strategia per la gestione dei dati hanno visto i ricavi crescere mediamente del 5,97%.

Interessante notare come anche le aziende che ancora sono indietro sui loro piani per la data strategy ma hanno intenzione di attivarne una entro 12 mesi registrano una crescita dei profitti del 2.50%. I manager che ancora non hanno preso azioni sotto questo profilo, di contro, si rendono conto di aver sprecato tempo: secondo i decision maker italiani, infatti, non avere una data strategy fa “perdere”, a livello globale, 384.962 dollari all’anno e che si fa sentire soprattutto nel settore delle telecomunicazioni, dove i mancati introiti salgono vertiginosamente a quota 6,6 milioni di dollari.

Avere una strategia per i dati non è però sufficiente e per ottenere questi miglioramenti è necessario riuscire a implementarla in maniera efficace, cosa non sempre banale.

Cloudera_Fabio Pascali_2021

Secondo questo report, l’Italia si trova ancora 4 o 5 punti percentuali sotto la media globale. Come ci spiega Fabio Pascali, Regional Director Italy di Cloudera, “c’è un incremento dell’utilizzo dei dati, ma stiamo inseguendo quelli che sono dei trend a livello mondiale. Le grandi aziende continuano a investire e c’è una trasformazione data driven sempre più importante”. A livello di investimenti, certo, ma anche di figure professionali coinvolte. Pascali evidenzia come figure come i CDO (Chief Data Officer) non si occupano più di aspetti meramente teorici, come accadeva in passato, ma oggi sono parte integrante dell’ICT e del Board. E le aziende stanno assumendo sempre più figure legate come data scientist e data engineering.

Questo, però, vale per le imprese di fascia enterprise, quelle con le spalle più grosse ma “scendendo la difficoltà è quella di avere massa critica. Non tanto nel dato, ma in termini di team e di risorse”, prosegue Pascali, spiegando che però la direzione intrapresa è simile a quella delle grandi imprese, pur con molte meno risorse.

Le figure specializzate sono fondamentali per aiutare le aziende a estrarre il valore delle informazioni acquisite, per trasformare i dati in insights che guidino le decisioni di business ma questo può rappresentare un problema, anche per le imprese meglio strutturate: non solo i professionisti del dato sono pochi, rispetto alla richiesta, ma è difficile tenerli in azienda. “Non dico che [le imprese] se li rubano a vicenda, ma c’è un grande movimento, che crea problemi sia ai clienti sia ai system integrator”. Questo perché una volta all’interno dell’azienda, queste figure diventano dei punti di riferimento fondamentali.

Sotto questo profilo, vengono incontro le università che si stanno adattando alle nuove esigenze. “Ci sono sempre più percorsi di laurea che avvicinano alle nuove professioni in quest’ambito, un’area che si trova fra le funzioni ICT e al business”. Le aziende, dal canto loro, stanno anche puntando sul reskilling e sulla formazione continua per i propri dipendenti, almeno in quei casi dove il budget lo permette.

Il PNRR spingerà la Pubblica Amministrazione ad accelerare sulle strategie di gestione dei dati

Praticamente tutti riconoscono l’importanza di una data strategy, ma la scarsa disponibilità di budget sufficienti frena soprattutto le PMI sotto questo profilo. Il PNRR potrebbe essere l’occasione giusta per spingere anche le realtà con meno risorse a investire maggiormente per colmare il gap che li separa da quelle più mature. E anche la Pubblica Amministrazione: “il PNRR in generale può giocare un ruolo fondamentale, nella Pubblica Amministrazione soprattutto”. PA che, come spiega Pascali, “è un pilastro importante del nostro go-to-market”. E in questo caso il motivo non è solo l’incremento dei ricavi e il miglioramento dei processi: una buona strategia di gestione del dato permette di erogare più velocemente nuovi servizi ai cittadini. “Pensiamo alle smart city”, prosegue Pascali, che cita poi l’healthcare come uno degli ambiti dove saper maneggiare i dati può fare la differenza per tutta una comunità.

healthcare generic

Come dicevamo prima, infatti, la complessità attuale non sta nella raccolta delle informazioni, ma nell’organizzare e trasformare i dati, facendo leva su intelligenza artificiale e machine learning. Pascali fa un esempio concreto su come la PA possa sfruttare al meglio il suo patrimonio di informazioni acquisite in tempo reale: “Pensiamo alla geolocalizzazione di auto intelligenti, alle loro caratteristiche e a chi c’è a bordo – come un’auto medica”. Per un operatore dei servizi di emergenza, queste informazioni in real time sono estremamente utili per coordinare meglio i soccorsi.

cloudera Data Obfuscation

Incrociare tutte queste informazioni però non è sempre immediato: appartengono a enti differenti, che devono rispettare severe normative sul loro utilizzo, soprattutto se sono sensibili. “Ci sono soluzioni, fra cui la nostra, che riescono a offuscare le informazioni alla sorgente. Avere la capacità di mascherare il dato all’origine permette di essere conformi alle varie normative”, garantendo così che l’informazione sia sempre protetta, ovunque si trovi il dato “che deve continuare a fluire attraverso questo flusso”. 

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