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La sovranità digitale come opportunità per l'Europa. Il punto di vista di Aruba

di pubblicata il , alle 17:01 nel canale Cloud La sovranità digitale come opportunità per l'Europa. Il punto di vista di Aruba

Il tema della sovranità digitale è sempre più rilevante a tutti i livelli. Aruba parla di come questo elemento strategico fondamentale possa essere anche un'opportunità per aziende e governi europei

 

Il tema della sovranità digitale è sempre più importante e centrale non solo nel definire le strategie aziendali, ma anche (e forse soprattutto) quelle nazionali ed europee. Negli ultimi mesi, complici le turbolenze a livello geopolitico cui stiamo assistendo e il ruolo sempre più in bilico degli Stati Uniti come partner affidabile dell'Europa, ha assunto maggiore priorità l'esigenza di creare un'alternativa europea agli ecosistemi digitali statunitensi. A questo proposito riceviamo e pubblichiamo un articolo a cura di Massimo Bandinelli, Marketing Manager di Aruba Cloud, che parla della creazione di un cloud europeo come opportunità strategica per l'Europa.

Sovranità digitale: ecco perché il Cloud Europeo può rappresentare un vantaggio competitivo per le aziende

Negli ultimi anni, la sovranità dei dati è diventata un tema centrale nel dibattito sulla trasformazione digitale. Le imprese, in particolare quelle attive in settori strategici come la pubblica amministrazione, la sanità, la finanza e le telecomunicazioni, sono sempre più consapevoli dell’importanza di garantire il pieno controllo sui propri dati, non solo per ragioni tecnologiche, ma anche in risposta a un quadro normativo europeo in costante evoluzione.

Che cos’è la sovranità digitale? Per sovranità digitale si intende il principio secondo cui un’organizzazione – pubblica o privata – deve poter decidere dove, come e da chi i propri dati vengano trattati. In un contesto geopolitico e normativo sempre più complesso, questo implica che le imprese abbiano la possibilità di esercitare un controllo totale sulla residenza, la giurisdizione, la gestione e la protezione delle informazioni strategiche che gestiscono.

Un cloud provider che voglia rispondere pienamente a questi requisiti deve garantire alcuni principi fondamentali:

  • Residenza dei dati: I dati devono essere fisicamente archiviati in un paese la cui giurisdizione sia allineata agli standard di protezione desiderati, come richiesto ad esempio dal GDPR.
  • Giurisdizione dei dati: il trattamento delle informazioni deve ricadere sotto il controllo delle autorità italiane ed europee, in linea con normative come il GDPR.
  • Protezione dei dati: è essenziale garantire elevati standard di sicurezza, certificati da enti indipendenti, a tutela sia fisica che logica dei sistemi.
  • Indipendenza e mobilità: le soluzioni cloud devono evitare ogni forma di lock-in tecnologico, promuovendo la portabilità e l’interoperabilità.
  • Trasparenza e responsabilità: i dati devono essere trattati unicamente per l’erogazione del servizio, con massima chiarezza sulle modalità di gestione e accesso.

A questi si aggiunge un ulteriore elemento: la sovranità operativa. Un provider sovrano deve possedere e gestire in autonomia l’intera infrastruttura tecnologica, evitando qualsiasi dipendenza da soggetti terzi.

Il cloud europeo come opportunità strategica

Secondo l’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, nel 2024 il mercato del cloud in Italia ha raggiunto i 6,8 miliardi di euro, con un incremento del 24% rispetto all’anno precedente. Un dato che testimonia non solo la crescente maturità del settore, ma anche una maggiore consapevolezza da parte delle aziende: con l’aumento delle migrazioni al cloud, diventa ancora più necessario sapere dove risiedono i dati, chi ne ha accesso e in che modo vengono gestiti.

A rendere questo tema ancora più centrale contribuiscono normative sempre più stringenti come il GDPR, la direttiva NIS2 e il Cyber Resilience Act, che impongono trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera del dato. Le aziende cercano quindi soluzioni che offrano scalabilità e performance, ma anche conformità normativa e controllo localizzato.

In questo scenario, si sta delineando un nuovo paradigma competitivo: scegliere un cloud europeo, in grado di coniugare affidabilità, sicurezza e rispetto delle normative, significa oggi proteggere il proprio patrimonio informativo e, al contempo, accedere a un ecosistema digitale trasparente e sostenibile.

Tra i principali vantaggi competitivi per le imprese che collaborano con un provider europeo vi sono non solo il controllo sui dati, la conformità normativa e l’indipendenza tecnologica, ma anche aspetti fondamentali come la fiducia, la resilienza e la semplificazione dei processi.

La fiducia, in particolare per settori come la PA, il mondo finanziario o sanitario, rappresenta un elemento chiave: operare con un provider trasparente, conforme alle normative locali e dotato di certificazioni riconosciute permette di estendere questo valore anche alla propria clientela, sempre più attenta alla gestione sicura delle informazioni.

La resilienza, intesa come autonomia completa nella gestione end-to-end della piattaforma, assicura alle aziende una maggiore continuità operativa e una riduzione dei rischi legati a dipendenze esterne. Infine, collaborare con un provider che opera sotto le stesse leggi e normative semplifica anche l’iter burocratico e normativo, facilitando l’ottenimento delle certificazioni richieste e la gestione delle responsabilità legali.

Secondo la recente "Market Guide for Specialty Cloud Providers" di Gartner (marzo 2025), la sovranità digitale è tra i principali motivi per cui molte organizzazioni preferiscono fornitori cloud locali e specializzati rispetto ai fornitori globali. In particolare, Gartner evidenzia che in diversi Paesi sono in vigore requisiti specifici sulla residenza e giurisdizione dei dati, aprendo ampi spazi di mercato per i provider europei, capaci di offrire soluzioni personalizzate anche in termini linguistici, monetari e di conformità normativa.

Per rafforzare questa visione, si moltiplicano le iniziative europee come Gaia-X e il più recente progetto SECA (Sovereign European Cloud API), che vede la collaborazione fra due grandi realtà europee come Aruba, IONOS e la piattaforma Dynamo. Tutti questi progetti puntano a costruire una nuova infrastruttura digitale europea, basata su principi di apertura, interoperabilità e indipendenza tecnologica, e rappresentano un passo fondamentale per creare un cloud europeo realmente sovrano, in grado di tutelare i dati sensibili e di rispondere alle sfide future con soluzioni innovative, trasparenti e competitive.

La sovranità digitale, quindi, non è più soltanto una questione di compliance: è un elemento strategico per garantire continuità operativa, fiducia e competitività nel lungo termine. Adottare soluzioni cloud in grado di rispettare i requisiti normativi europei e garantire sicurezza, trasparenza e innovazione significa, oggi, prepararsi in modo consapevole al futuro digitale.

1 Commenti
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Kuriosone23 Maggio 2025, 22:34 #1
NON esiste sovranità in Europa almeno in UE non è mai esisistita infatti cerca sempre di spegnere qualsiasi focolaio in giro per gli "Stati" maggiordoni che controlla e supervisiona. Ma quale sovranità !!!

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