La trasformazione di VMware: come l'azienda è cambiata e sta cambiando. Intervista al CTO dell'area EMEA
di Riccardo Robecchi pubblicata il 03 Luglio 2024, alle 17:21 nel canale CloudL'acquisizione di VMware da parte di Broadcom ha cambiato e continua a cambiare molti equilibri sul mercato. Abbiamo parlato con il CTO dell'area EMEA, Joe Baguley, per capire meglio quali cambiamenti stiano avvenendo nell'azienda
VMware sta attraversando un periodo di trasformazione profonda, in seguito all'acquisizione da parte di Broadcom che si è chiusa nel novembre 2023. In pochi mesi, il volto dell'azienda è già cambiato notevolmente e così anche la sua percezione sul mercato. Per capire meglio come l'azienda stia vivendo questo momento abbiamo parlato con Joe Baguley, CTO per l'area EMEA dell'azienda.
Un momento di trasformazione per VMware
Il primo cambiamento che Broadcom ha portato quando ha acquisito VMware è stato il passaggio integrale agli abbonamenti. L'azienda ha infatti deciso di eliminare completamente la possibilità di acquistare i prodotti con una licenza perpetua, lasciando solo la possibilità di abbonarsi per poterne usufruire. Un cambiamento che, per quanto stesse progressivamente avvenendo da anni, a molti non è andato giù.
"Abbiamo cominciato a passare al modello ad abbonamento da quando ne abbiamo parlato la prima volta nel 2014; alcuni prodotti hanno cominciato a essere solo ad abbonamento o come SaaS nel 2018", ci dice Baguley (in foto a destra). "Credo che siamo uno degli ultimi, se non l'ultimo grande produttore di software a effettuare questo passaggio. La stampa ha riportato che per i clienti è stato uno shock, ma i grandi clienti e partner strategici con cui ho parlato sono abituati: mi dicono che funziona così con tutti gli altri fornitori. Molti mi hanno detto 'era anche l'ora'. Quindi non c'è stato quello shock per clienti e partner che viene raccontato. Proprio per niente!"
In effetti, le lamentele sembrano essere arrivate più da parte delle realtà più piccole, per le quali il passaggio è stato (stando a quanto si legge in Rete) meno indolore, in particolare per quanto riguarda i prezzi. Ma, secondo Baguley, non mancano gli aspetti positivi di cui i clienti si stanno cominciando a rendere conto.
"Credo che la cosa più interessante sia che i clienti ora hanno accesso a un numero più elevato di soluzioni VMware come parte di questo nuovo modo di operare. Quindi, mentre in passato si facevano grandi contratti ogni cinque anni con licenze perpetue per un insieme di prodotti, e quando ne usciva un nuovo o ce n'era uno che non era stato acquistato a cui venivano aggiunte funzionalità interessanti era difficile aggiungerlo al pacchetto, ora con il nuovo VCF [VMware Cloud Foundation, un pacchetto di prodotti e servizi, NdR] si ottiene più o meno tutto quanto quello che offriamo con un solo prodotto", afferma Baguley. "In effetti, sono appena rientrato da un incontro con il comitato tecnico di un cliente ad Amsterdam e molti membri [del comitato] dicevano proprio questo: che sono entusiasti di avere accesso a prodotti cui non avevano accesso prima, che siano legati all'automazione, alle attività IT, o ad altri elementi ancora."
"Abbiamo semplificato nettamente le cose per i nostri clienti. Prima avevamo oltre 8.000 SKU. Era un numero enorme. In termini di complessità, sia all'interno sia per i nostri clienti, stava diventando davvero oneroso capire come gestire le licenze, quali prodotti si ottengono [con una certa licenza], quale sia il prodotto giusto da usare e così via. Quindi in realtà, modernizzando il nostro portfolio e semplificandolo fino a ottenere quattro offerte di base, diventa molto più semplice per i nostri clienti", continua Baguley. "In effetti è fantastico, perché le mie conversazioni con i clienti non sono più legate a 'quale prodotto mi serve?', 'qual è il modo migliore per fare questa cosa?', 'quale licenza mi serve?'. Ora mi dicono 'bene, ho tutto, qual è il prossimo passo?'. Sono entusiasta perché i clienti ora parlano di come ottenere il meglio da ciò che hanno, come costruire nella maniera corretta un cloud privato. Non si impantanano nel capire quale sia la SKU, quale sia il pacchetto, come comprarli eccetera. L'acquisto diventa molto più semplice. Offriamo poi una lunghezza variabile dell'abbonamento, quindi siamo flessibili e le aziende possono decidere liberamente, acquistando direttamente da noi o tramite i partner. E per quanto riguarda il prezzo, è la metà di quanto sarebbe stato acquistando separatamente i componenti, ma siamo anche flessibili nel fissare il prezzo. E come ha detto Hock [Tan, CEO di Broadcom, NdR] sul suo blog, fatturiamo ai nostri clienti in base al valore che creiamo per loro tramite i nostri prodotti. E questo modello ad abbonamento ci rende molto più facile attenerci a questo principio guida."
È indubbio che VMware avesse a catalogo un numero enorme di prodotti e servizi che rendevano difficile navigare la sua offerta e la semplificazione che c'è stata ha davvero reso più agevoli le cose sotto questo fronte. Questo era uno dei punti che avevamo toccato lo scorso anno a VMware Explore, dove proprio questo tema appariva centrale. Era emerso anche come questa semplificazione avrebbe anche cambiato il ruolo dei partner, che avrebbero dovuto occuparsi maggiormente di aiutare i clienti nel proprio percorso tecnologico e in misura minore delle licenze.
È però forse inevitabile sollevare alcune critiche. La prima riguarda il fatto che "il prezzo è la metà di quanto sarebbe stato acquistando separatamente i componenti": senza dubbio è vero, ma resta il problema che non tutte le aziende hanno bisogno di tutti i componenti e appaiono ora meno flessibili rispetto al passato in cui era possibile scegliere solo i prodotti necessari. La sensazione è che VMware voglia in qualche modo legare maggiormente a sé i propri clienti, facendo usare loro esclusivamente i propri software e servizi. D'altronde, perché acquistare prodotti o servizi da terzi quando si paga già per quelli di VMware?
"Non credo che i nuovi pacchetti implichino che le aziende debbano usare solo VMware", risponde Baguley. "Non è questo quello che stiamo dicendo. Diciamo semplicemente che è più semplice ottenere i risultati desiderati con le componenti VMware, e c'è una scelta tra quattro offerte base che vanno da VCF [il pacchetto più completo in assoluto, NdR] alla semplice virtualizzazione. La cosa interessante è che, quando parlo con i clienti, non credo che si rendano veramente conto di cosa si possa fare con i prodotti, e credo che questo sia un fatto importante. Molti clienti hanno una visione di VMware che è rimasta a quando hanno comprato vSphere nel 2014 o 2015, ma non si rendono conto di ciò che abbiamo fatto negli ultimi 10 anni per innovare la piattaforma."
Le quattro offerte base di cui parla Baguley sono le seguenti: vSphere Essentials Plus, per la sola virtualizzazione; vSphere Standard, che offre una versione più estesa di vCenter; vSphere Foundation, che include la suite Aria, Tanzu, vSAN e le componenti di networking; e vCloud Foundation, che aggiunge funzionalità di rete e di automazione che risultano utili nel caso di infrastrutture IT di grandi dimensioni.
"Ad esempio, parlavo con un cliente recentemente che aveva progettato il suo nuovo data center e aveva messo in conto di acquistare una quantità 'x' di hardware; sono venuti da noi e ci hanno detto che, visto il prezzo di VCF, non credevano di potersi permettere la spesa. Allora abbiamo guardato all'hardware di cui avevano effettivamente bisogno e siamo riusciti a ridurlo a un terzo di quello che pensavano, e aggiungendo VCF hanno speso complessivamente la metà di quanto si aspettavano per il solo hardware. La gente deve rendersi conto che questi prodotti sono andati avanti. Parlavo con un altro cliente che mi ha detto che gli sarebbe piaciuto vedere una nuova funzionalità, e io gli ho dovuto spiegare che esiste già da sei anni. Penso davvero che la gente debba tenersi aggiornata, anche se è davvero difficile. Se come organizzazione vuoi rimanere rilevante, devi investire il tempo e l'impegno necessari per rimanere competitiva e capire cos'è possibile tecnicamente."
Resta comunque, almeno a leggere i commenti in Rete e parlando con vari responsabili dell'IT, un certo malcontento rispetto al cambiamento nel modello di licenza.
"I nostri prodotti non hanno smesso di funzionare dall'oggi al domani. Non abbiamo smesso di supportare tutti i nostri clienti dall'oggi al domani. Abbiamo cambiato le nostre licenze e i programmi di partnership, ma i partner sono entrati nel nuovo programma e così anche i cloud provider e gli hyperscaler. Sia Google sia Microsoft ora offrono la portabilità delle licenze, che prima non c'era, quindi ora è possibile comprare VCF on premise e poi portare le licenze in cloud senza costi aggiuntivi. C'è una flessibilità fenomenale ora e la gente comincia a guardare a questa piattaforma industrializzata che è VCF, a pensare a come sfruttarla al meglio e a rendersi conto che è la stessa ovunque, quindi può fruirne ovunque. E penso che una volta che la gente comincerà a rendersi davvero conto di questa cosa, sarà entusiasmante. Perché si renderà conto che avrà un cloud privato, che è molto importante perché siamo in un mondo in cui l'idea che tutti avevano, ovvero che ogni cosa sarebbe migrata sul cloud pubblico, è finalmente tramontata. Ci saranno sempre eccezioni, ma nella maggioranza dei casi ci sarà qualcosa nel cloud pubblico e qualcosa on premise, nel cloud privato. Da quando sono in VMware, dal 2011, l'azienda parla di cloud ibrido; all'epoca tutti credevano che il cloud pubblico avrebbe vinto tutto e che le infrastrutture on premise sarebbero sparite. Sembravamo dei luddisti quando dicevamo che ci sarebbe stata una piattaforma on premise, ma col senno di poi abbiamo dimostrato di avere una lungimiranza incredibile nel capire che la gente voleva un'infrastruttura on premise affidabile. Che è ciò che stiamo costruendo con VCF."
Una paura cui molti hanno dato voce è quella che Broadcom agirà come ha già agito con CA e con Symantec, aziende che ha acquisito negli scorsi anni. In entrambi i casi, a seguito dell'acquisizione i prezzi sono saliti ed è diminuita l'innovazione, anche a seguito di "spezzettature" delle aziende in cui alcuni rami sono stati venduti. Resta dunque il nodo: quale sarà il futuro di VMware? Quanto continuerà l'azienda a innovare?
"C'è un impegno a investire oltre un miliardo di dollari in ricerca e sviluppo che Hock Tan ha preso molto pubblicamente, e stiamo cominciando a vederne gli effetti. Posso dirvi onestamente che le novità sul nostro piano d'azione che condividiamo sotto NDA coi nostri clienti, nonché le novità di cui abbiamo parlato pubblicamente, rendono il mercato entusiasta perché stiamo facendo ciò che avevamo detto, ovvero stiamo creando questa piattaforma di cloud privato, e ci costruiremo sopra delle nuove cose fantastiche. E qui arriviamo al punto: ciò che dobbiamo produrre è una piattaforma industrializzata che sia universale e ubiqua, così che potremo poi cominciare a costruirci sopra servizi per i nostri clienti. Si comincia a vedere qualcosa di cui abbiamo parlato a lungo, ovvero i servizi sui dati e la loro gestione, che ora siamo in grado di sviluppare maggiormente con Broadcom. Ora abbiamo iniziato a costruirci sopra, con l'IA privata che stiamo creando in partnership con NVIDIA. Broadcom e NVIDIA sono due tra le aziende più importanti nel mondo dell'IA al momento e stiamo lavorando insieme per far sì che i nostri clienti che stanno usando l'IA nei loro cloud privati possano farlo in sicurezza, nel posto giusto, al momento giusto e sfruttando al massimo il proprio investimento nelle GPU e XPU. Tra l'altro, non sono contento del termine 'GPU' perché nessuno le usa più per la grafica, dovremmo trovare un altro termine. Ma ci sono anche altre innovazioni, come la possibilità di fare aggiornamenti 'in place' [ovvero senza necessità di riavviare e interrompere i servizi, NdR] e novità con Kubernetes. Quindi, per riassumere, il nostro obiettivo è focalizzarci sull'industrializzazione della piattaforma e su VCF. Ci stiamo concentrando sul rendere la piattaforma facile da adottare, da gestire e da aggiornare, e sull'aggiungere nuove funzionalità così che chi acquista un abbonamento può continuare a vedere nuovi servizi e nuovo valore."
Baguley usa più volte il termine "industrializzare", che sembra essere la nuova buzzword in questo settore. Il concetto dietro di essa è semplice: rendere la piattaforma automatizzata e gestibile facilmente su larga scala, con funzionalità apposite per questo scopo. In altri termini, far sì che i prodotti VMware siano più facili da gestire per aziende di grandi dimensioni.
L'ultimo tema da toccare è proprio quello dell'IA, che nel contesto attuale è estremamente importante (Baguley ci dice ridendo che "non puoi essere un'azienda che fa tecnologia senza menzionare l'IA al momento"), ma che nel caso di VMware assume un altro significato visto che l'azienda si posiziona come fondamento su cui costruire la propria infrastruttura IT e non si occupa direttamente di sviluppo di modelli d'intelligenza artificiale.
"Ovviamente l'IA deve avere un qualche tipo di ruolo nella nostra roadmap. La nostra piattaforma gestisce l'HPC da lungo tempo, e siamo una delle piattaforme leader per le telco; di fatto, più di 100 operatori nel mondo usando VMware, grazie al lavoro che abbiamo fatto per rendere ESXi e vSphere a bassa latenza nel mondo HPC e che poi si è riversato nel mondo delle telecomunicazioni. Guardando alle cose con una prospettiva ampia, c'è Broadcom che è una delle società di infrastrutture leader nel mondo, sia hardware sia software ora che ha acquisito VMware; grazie a VCF, è un fornitore di cloud privati e di software per gli operatori di servizi cloud, ed è anche un fornitore delle piattaforme per il mondo telco. Guardando al settore con una prospettiva ampia, le telco e i fornitori di servizi cloud stanno diventando sempre più difficili da distinguere, e dunque diventerà estremamente importante avere la giusta infrastruttura per fare ciò che si vuole, che si parli di IA nel data center o nell'edge. E ora si discute molto sul portare i dati verso dove si elaborano o portare l'elaborazione dove sono i dati; in ogni caso, noi siamo il punto d'incontro dove tutto ciò avviene."
Dalle parole di Baguley si può intuire quale sia il percorso che farà l'azienda: puntare sempre più sui grandi clienti e rendere la piattaforma maggiormente fruibile come il cloud pubblico, e in grado di competere con esso in tutto e per tutto. Rimarrà però da vedere quali novità verranno concretamente annunciate a Explore il prossimo agosto. In un modo o nell'altro, sarà interessante vedere l'evoluzione di VMware.
Semplicità, l'ultima sofisticazione
Commentando le parole di Baguley sul prezzo, avevamo detto che era inevitabile sollevare alcune critiche, ma ne avevamo espressa solo una: che il prezzo dei nuovi pacchetti può anche essere la metà rispetto a prima, ma che c'è ora una flessibilità nettamente inferiore rispetto al passato. Ci permettiamo dunque di chiudere con alcune considerazioni. La prima riguarda proprio la semplificazione di cui ha parlato Baguley. La semplicità è la cosa più complessa da ottenere ed è evidente, guardando l'offerta di VMware, che ridurre le SKU non rende comunque necessariamente le cose più semplici. L'azienda ha pubblicato infatti dei documenti in cui confronta le varie edizioni: il documento sulle tre versioni di vSphere consta di 13 pagine, mentre quello che confronta vSphere Foundation e Cloud Foundation arriva a ben 17 pagine. Per quanto non serva più un corso specifico per districarsi tra le varie opzioni, c'è comunque ancora una certa complessità nell'offerta di VMware che non rende immediato capire di cosa si ha bisogno.
Arriviamo dunque al secondo punto, che riguarda invece la distribuzione delle funzionalità: la differenza tra vSphere Essentials Plus e vSphere Standard è estremamente ridotta, come è possibile vedere dal documento citato in precedenza, e pressoché tutte le funzionalità "avanzate" (Tanzu, networking, SAN) sono appannaggio esclusivo della fascia più alta, vSphere Foundation, di fatto rendendo le due versioni più ridotte utili solo quando davvero si ha bisogno del solo hypervisor.
La possibilità di scelta che Baguley cita, dunque, sembra quasi una scelta di Hobson, se ci passate questo prestito dall'inglese: ovvero una scelta che tale non è, perché l'alternativa è poco appetibile. La modularità introduce senz'altro una difficoltà aggiuntiva, ma consente anche di costruire un pacchetto confezionato su misura. E se prima, dunque, era possibile scegliere ciò di cui si aveva bisogno, ora bisogna acquistare pacchetti che possono essere sovradimensionati e includere anche prodotti di cui non si ha necessità.
Le scelte di VMware sembrano, almeno superficialmente, orientate esclusivamente alle aziende di grandi dimensioni, trascurando invece le PMI; una sensazione che viene in qualche modo rinforzata dai commenti di Baguley, che cita esclusivamente grandi aziende (per quanto ciò sia quasi naturale, dato il suo ruolo e dunque la maggiore rarità di incontri con aziende più piccole).
In ogni caso, le scelte di VMware stanno andando a cambiare profondamente un mercato che per molti anni era stato invece quasi privo di vitalità: sarà interessante vedere se questi cambiamenti, e quelli che arriveranno in futuro, andranno a cambiare ancora una volta questi nuovi equilibri.
20 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNel frattempo....
Scappano "tutti"...su Proxmox e simili ...e che problema c'e'
E che problema c'e' ? se non paghi l'abbonamento ti si fermano tutti i server cosa puo' andare storto ?Nel dubbio nel prossimo server nessun componente broadcom, solo schede di rete Intel anche se costano il doppio! Devono fallire male!
Passare da 800 euro di maintenance annue a oltre 3000 euro NON ha NESSUNA giustificazione.
Ho smesso quando ho letto "era anche l'ora".
Contenti loro, contenti tutti, ah non so se Veeam sarà altrettanto contenta di perdere clienti visto che è una suite di backup ottimale per VMWare ma per Proxmox al momento lasciamo perdere!
A causa loro siamo costretti ad abbandonare vmware che era la base del nostro lavoro da 15 anni
intervista per salvare la faccia
noi pagavamo 1000€ e adesso per il rinnovo dovremo pagare 3000€ !! NOn ho rinnovato e sarò costretto ad andare da altre parti.. ma questo dove vive?In serverfarm già lo usavamo da tempo con soddisfazione, ma i clienti non volevano per i costi di migrazione.
Adesso ce lo chiedono tutti, grazie Broadcom.
Con questa politica mi sa che perderanno una buona fetta di abbonamenti.
Passare da 800 euro di maintenance annue a oltre 3000 euro NON ha NESSUNA giustificazione.
confermo anche noi stessa cosa
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