LXD 4.0: l'hypervisor di Canonical supporta ora anche le virtual machine

LXD 4.0: l'hypervisor di Canonical supporta ora anche le virtual machine

Canonical ha annunciato la disponibilità di LXD 4.0, un container hypervisor finora focalizzato sui machine container che supporta ora anche le virtual machine tradizionali per offrire maggiore flessibilità

di pubblicata il , alle 11:21 nel canale Cloud
CanonicalLinux
 

Canonical, azienda nota per essere dietro lo sviluppo della distribuzione Linux Ubuntu, ha annunciato la disponibilità di LXD 4.0, un hypervisor per machine container. La nuova versione sarà supportata fino al 2025 e contiene miglioramenti e nuove funzionaltià rispetto alla precedente, tra i quali spicca il supporto per le virtual machine.

LXD 4.0 sfuma il confine tra container e virtual machine

La pagina ufficiale di LXD su GitHub

Semplificando, si può dire che una virtual machine sia un'astrazione dell'hardware, mentre un container sia un'astrazione del sistema operativo. LXD è un hypervisor che sfuma questa differenza, dato che supporta i machine container, in un certo senso ibridi tra una macchina virtuale (perché contengono anche il sistema operativo) e un container (perché eseguiti direttamente sul file system). Il vantaggio di questo approccio è che i machine container offrono prestazioni e latenze inferiori rispetto alle classiche macchine virtuali e sono di gestione più semplice.

LXD supporta sia i machine container sia le macchine virtuali, queste ultime a partire proprio dalla versione 4.0. In questo modo LXD supporta anche l'impiego di virtual machine tradizionali aggiungendo flessibilità alle sue funzionalità e permettendo alle aziende di optare per la soluzione di volta in volta più conveniente e adatta. L'obiettivo è quello di ottenere una piattaforma che semplifichi il cosiddetto lift and shift, ovvero il trasporto nel cloud delle applicazioni, dando alle aziende uno strumento che è già nativo del cloud e permette di sfruttarne le potenzialità.

LXD 4.0 permette di raggruppare istanze, immagini, profili e volumi di archiviazione all'interno di progetti, così da aiutare a organizzare la propria infrastruttura al meglio definendo anche specifici parametri per ciascun progetto (ad esempio quote sui dispositivi di archiviazione).

Ci sono anche miglioramenti nella gestione della rete, nella latenza e nella gestione dei supporti di archiviazione. In quest'ultimo ambito è da notare l'inclusione di Cephfs, file system che permette di gestire soluzioni di archiviazione software defined tra le più utilizzate.

Ulteriori dettagli sono a disposizione nell'annuncio ufficiale.

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