Microsoft cambia i termini di contratto: gli utenti potranno usare (alcune) licenze di Office su Amazon WorkSpaces (ma non sugli altri cloud)
di Alberto Falchi pubblicata il 09 Agosto 2023, alle 11:31 nel canale CloudDopo le attenzioni dell'Antitrust europeo nei confronti della multinazionale, l'azienda ha deciso di rivedere i termini di utilizzo di alcuni software. Gli utenti potranno utilizzare le licenze già in loro possesso anche per eseguire i software sulla piattaforma VDI di Microsoft
La politica di licenze di alcuni software di Microsoft può essere fastidiosa per chi utilizza workstation virtuali in cloud: le licenze esistenti di software come Office, infatti, non possono essere utilizzate sul cloud della concorrenza come AWS, Google Cloud, Alibaba. Gli utenti che decidono di utilizzare delle workstation virtuali e installare Office e altri software della casa di Redmond sono costretti ad acquistare nuove licenze.
L'obiettivo è evidentemente quello di spingere gli utenti di questi software a utilizzare desktop virtuali su Azure, dove possono risparmiare moltissimo: come riporta The Register, utilizzare licenze Microsoft su Google Cloud o altri hyperscaler può avere un costo superiore fino a cinque volte rispetto ad Azure.
Di recente, però, la posizione dell'azienda sembra essersi ammorbidita, tanto che a partire dal 1° agosto i clienti possono utilizzare alcune specifiche licenze già in loro possesso su AWS, senza costi aggiuntivi.
Microsoft rivede (leggermente) la politica sulle licenze: c'entra qualcosa l'antitrust UE?
Diciamo subito che non tutte le licenze dei software Microsoft possono venire utilizzate su AWS: come specifica l'azienda, gli utenti potranno eseguire le app Microsoft 365 per il business, Microsoft Project e Microsoft Vision su Amazon Workspaces (la soluzione VDI di AWS) a patto di avere delle licenze di tipo Microsoft 365 E3/E5/A3/A5 o Microsoft 365 Business Premium.
Un passo avanti rispetto al passato, ma ancora molto timido: non solo vengono esclusi gli altri hyperscaler, ma con queste limitazioni per gli utenti rimane ancora molto più economico affidarsi ad Azure rispetto ad AWS per utilizzare questi software in un'architettura di Virtual Desktop Infrastructure.
Il fatto che questo cambio di posizione sia arrivato giusto pochi giorni dopo l'annuncio di un'indagine su Microsoft da parte dell'Antitrust europea fa supporre che le modifiche ai termini di licenza siano state fatte anche nel tentativo di mostrare un'apertura nei confronti della concorrenza. Apertura decisamente troppo timida, dal nostro punto di vista.
Va anche detto che già in passato Microsoft aveva subito le proteste dei provider cloud europei OVHCloud, Aruba e Danish Cloud Community (DCC) proprio sul tema dell'elevato costo delle licenze e del mancato supporto per il BYOL (Bring Your Own Licence).
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