Oracle apre una Cloud Region italiana a Milano per accelerare la trasformazione digitale di PMI e grandi aziende

Oracle apre una Cloud Region italiana a Milano per accelerare la trasformazione digitale di PMI e grandi aziende

Il 15 dicembre Oracle aprirà ufficialmente la nuova Cloud Region Italiana a Milano. Gli attuali clienti possono già spostare dati e carichi di lavoro su questi server a partire da fine novembre, godendo di minori latenze e conservando i dati all'interno del territorio italiano

di pubblicata il , alle 10:01 nel canale Cloud
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Il 15 dicembre Oracle aprirà una nuova Cloud Region, la prima in Italia, a Milano. In realtà, questa è solo la data di inaugurazione ufficiale, dal momento che gli attuali clienti già dalla fine di novembre hanno la possibilità di spostare dati e carichi di lavoro sul data center che il colosso ha attivato nel Bel Paese. Per le realtà nazionali che diventeranno clienti dal 15 dicembre, invece, la Region italiana sarà la scelta predefinita. Un'opportunità per realtà di ogni tipo, dalle grandi aziende alle PMI, che potranno godere di latenze più basse e avere la possibilità di non far mai uscire i dati più sensibili dai confini nazionali.

Per celebrare l'evento, Oracle ha organizzato un evento virtuale, aperto a tutti, che si terrà il 15 dicembre alle 17:00 che vedrà la partecipazione di Jae Evans, Chief Information Officer di Oracle. Si tratta di un'occasione unica per ascoltare direttamente dalla voce di Oracle gli aspetti chiave alla base dell'apertura della Region italiana. 

Oracle: 44 Cloud Region entro il 2022

Con l'inaugurazione della Cloud Region italiana, Oracle copre un totale di 33 differenti regioni, ma il piano di espansione non si ferma qui ed entro la fine del prossimo anno l'azienda punta ad averne 44 a livello globale. Ma perché o così importante avere dei data center all'interno di uno specifico Paese? Come ci spiega Riccardo Sagratini, SMB Technology Cloud Leader di Oracle, ci sono numerosi vantaggi ad avere i data center cloud il più vicino possibile a dove sono situate le aziende che vi si appoggiano. Il primo è squisitamente tecnico: con server fisicamente più vicini, si abbassano le latenze, e questo può fare una grande differenza in alcuni ambiti, soprattutto nel mondo dell'industria. Sempre più imprese del manifatturiero stanno passando a sistemi produttivi basati sul paradigma di Industria 4.0 e, di conseguenza, connettono i macchinari alla rete e integrano sensori e dispositivi IIoT per tenere sotto controllo ogni aspetto della produzione. Nel caso delle applicazioni mission critical, la latenza fa la differenza, ed avvicinarsi ai data center non può che ridurla.

Avere il ferro, i server, all'interno dei confini nazionali, garantisce anche la conformità normativa in settori rigidamente regolamentati, come il fintech e, in generale, l'intero settore bancario e finanziario. Ma anche le multinazionali con sedi sparse in tutto il mondo, che devono adeguarsi alle diverse normative di ogni nazione.

Cogliere le occasioni del PNRR

Il lancio della Cloud Region italiana arriva nel momento ideale: nel 2022 infatti Pubbliche Amministrazioni e imprese potranno beneficiare dei fondi del PNRR, che punta molto sulla digitalizzazione, un ambito al quale sono destinati circa 40 miliardi di euro. Una pioggia di soldi che, nelle intenzioni di Draghi, permetterà alle imprese nostrane di compare il gap tecnologico che ancora le separa dalle concorrenti operanti in altri paesi. Una parte di questi fondi sarà destinata al potenziamento delle infrastrutture, ma tutte le imprese potranno beneficiare di fondi per investire su nuove tecnologie, così da migliorare la produttività, che in Italia al palo da troppi anni, fatto che mina la competitività delle nostre aziende. 

Inevitabilmente molte di queste realtà investiranno sul cloud, in alcuni casi iniziando a introdurlo in azienda, in altri potenziandone ed estendendone l'utilizzo a tutti gli ambiti. Secondo Sagratini, tra l'altro, l'avere una region italiana è uno dei principali driver per l'adozione del cloud da parte delle PMI, che alla fine sono le colonne portanti dell'economia italiana, basata per lo più sul lavoro di tantissime piccole e medie imprese. Realtà che non sempre hanno a disposizione ingenti capitali per effettuare importanti investimenti iniziali e quindi preferiscono spostare le spese da CAPEX a OPEX, tramite un modello a consumo che permette di stimare con precisione i costi e, se necessario, di scalare con estrema rapidità le risorse infrastrutturali.

Un data center sostenibile

La sostenibilità è uno dei temi più caldi e i data center sono infrastutture decisamente energivore. Per ridurre l'impatto ambientale, Oracle ha adottato per la Cloud Region di Milano sistemi intelligenti ed evoluti per la gestione dell'energia, e l'intera infrastruttura è sostenuta da energia rinnovabile. Questo è un importante vantaggio anche per i clienti, che appoggiandosi a questa infrastruttura potranno ridurre le emissioni di CO2 lungo la supply chain, un aspetto chiave ora che i criteri ESG vengono presi in seria considerazione dagli investitori. 

Partecipando all'evento di inaugurazione della nuova Region, sarà possibile avere ulteriori informazioni sulle tecnologie adottate, sui servizi offerti e sul ruolo chiave che avrà questa infrastruttura per le imprese del Bel Paese.

 
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