Salesforce: è iniziata la migrazione sul cloud AWS. Probabile l’apertura ad altri hyperscaler in futuro
di Vittorio Manti pubblicata il 18 Marzo 2024, alle 18:31 nel canale Cloud25 anni fa Salesforce inventava il concetto di CRM, oggi diventato un elemento essenziale per qualsiasi azienda. Salesforce è stato anche uno dei primi servizi offerti esclusivamente in modalità SaaS. Oggi inizia la migrazione sul cloud AWS, a cui probabilmente seguiranno anche altri hyperscaler
Salesforce compie 25 anni, che nel mercato della tecnologia non sono certo pochi. Oggi diamo per scontato di poter utilizzare un CRM in modalità SaaS, che detto in modo più semplice significa accedere via internet a un servizio completamente gestito. Nel 1999 non solo non si conosceva il termine SaaS, ma neanche CRM e non è un caso che il simbolo di Salesforce con cui è identificata fra le aziende quotate alla Borsa di New York sia proprio CRM. Oggi, in borsa, Salesforce vale quasi 300 miliardi di dollari, un market cap di tutto rispetto, superiore ai circa 210 miliardi di dollari di SAP e non così lontano dai 345 miliardi di dollari di Oracle.
25 anni fa Salesforce inventava il concetto di CRM
Salesforce ha quindi letteralmente inventato il concetto di CRM (Customer Relationship Management) per come lo conosciamo oggi. E se adesso non c’è azienda nel mondo che non utilizzi un sistema di CRM, all’inizio degli anni 2000 non deve essere stato facile far comprendere il potenziale dirompente di una piattaforma come Salesforce. È anche sorprendente come Salesforce sia riuscita a crescere in modo inesorabile in questi anni, arrivando a fatturare quasi 35 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2024, con l’obiettivo di raggiungere i 38 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2025, appena iniziato.
Il mondo si divide praticamente in due schieramenti, fra chi conosce e apprezza Salesforce e chi, magari non conoscendo a fondo la realtà, mantiene un certo livello di scetticismo. Salesforce ha diversi punti in comune con le altre aziende tecnologiche di grande successo: ha una sua “filosofia” che finora si è dimostrata decisamente vincente, che va seguita se si vuole sfruttare fino in fondo tutto il potenziale della piattaforma eche si è evoluta costantemente in questi 25 anni. Il rovescio della medaglia è che se non si entra in sintonia con questa filosofia non solo non si andranno a sfruttare tutte le potenzialità dei servizi, ma si rischia proprio di entrare in contrasto con le modalità operative e quindi si possono avere degli effetti indesiderati sull’organizzazione.
È indubbio che il team di Salesforce esprima solo i valori positivi che si accompagnano alla “filosofia Salesforce” e ne abbiamo avuto la conferma partecipando all’evento annuale dedicato alla stampa, che ha l’obiettivo di presentare le ultime novità della piattaforma e fare un punto della situazione sull’evoluzione dell’azienda.
Continua la crescita in Italia di Salesfoce
È con grande orgoglio che Vanessa Fortarezza, Country Leader, ha raccontato i risultati ottenuti in Italia da Salesforce. Come tutte le multinazionali, non ha potuto condividere numeri specifici sul fatturato generato in Italia, ma è comunque molto significativo che l’Italia sia al primo posto in termini di crescita in EMEA, la quarta country in EMEA e la nona al mondo in termini di fatturato generato. Ancora più significativo, per Vanessa Fortarezza, il fatto che l’Italia sia al secondo posto in EMEA per numero di certificazioni, oltre 18.000, e che siano stati attivati oltre 180 partner.
Qui va aperta una partentesi, perché in un mercato che sempre di più si affida al canale per arrivare sul mercato, Salesforce si differenzia, di fatto in modo coerente con i valori di cui parlavamo prima, per essere un’azienda a vocazione “diretta”. È nata e continua a operare preferibilmente in modo diretto con i clienti, soprattutto quelli di grandi dimensioni, perché nella proposta di Salesforce non c’è solo la tecnologia ma anche la consulenza per ottimizzare i processi aziendali. Questo è un altro elemento di coerenza con il mercato, dove si sta imponendo, non sempre a nostro modo di vedere, il modello dei processi standard, normalmente segmentati per settore, a cui i clienti devono adeguarsi per ottenere il meglio delle piattaforme utilizzate. In Italia, però, operano una moltitudine di piccole e medie aziende, molto radicate sul territorio, e per questo tipo di aziende il modello diretto non è efficace. Da qui l’esigenza e l’opportunità di attivare un numero elevato di partner nel nostro Paese. Da notare che la strategia di Salesforce prevede che il supporto alle aziende con meno di 200 dipendenti non venga dato direttamente dagli uffici locali, ma da un ufficio centralizzato, che per l’Europa è localizzato a Dublino.
Einstein 1: la piattaforma IA di Salesforce
L’incontro nella sede di Salesforce è stato anche l’occasione per Nicola Lalla, VP Solution Engineering di Salesforce Italia, per presentare le ultime novità di Einstein 1, la piattaforma di intelligenza artificiale di Salesforce. L’approccio è simile a quanto stanno proponendo sul mercato anche altre realtà: le aziende hanno bisogno di risultati rilevanti e affidabili. La piattaforma Einstein 1 lavora su tutti i livelli dello stack per garantire un grounding dei risultati elaborati dagli LLM sui dati aziendali, in modo sicuro e, allo stesso tempo, efficace. La novità di questo inizio 2024 è Einstein Copilot, l’assistente AI di Salesforce che si integra in tutta la piattaforma e si pone l’obiettivo di diventare, a tendere, la prima interfaccia per interagire con i dati aziendali. Salesforce va oltre, perché propone anche dei prompt preconfezionati, utilizzabili immediatamente dagli utenti non ancora particolarmente avvezzi alle dinamiche dell’intelligenza artificiale.
Dal nostro punto di vista, la novità più significativa di questo inizio 2024 è il passaggio sul cloud di Salesforce. Per quanto la modalità di accesso ai servizi sia SaaS fin dalla fondazione dell’azienda 25 anni fa, finora tutta l’elaborazione veniva svolta in data center proprietari di Salesforce. Sempre Vanessa Fortarezza ha sottolineato come sia da quattro anni che Salesforce sta lavorando alla riscrittura di tutto il codice, per renderlo cloud native e poter ospitare i servizi di Salesforce nel cloud. Oggi inizia quindi una nuova fase di sviluppo per Salesforce, che ha scelto AWS come primo hyperscaler dove spostare la propria piattaforma. È un cambiamento epocale per Salesforce, che permetterà di offrire in modo molto più efficiente ed efficace i propri servizi in ogni parte del mondo. È proprio dall’Europa che inizia questa migrazione sul cloud e questa nuova modalità, chiamata Hyperforce, permette anche di adeguarsi alle sempre più stringenti richieste in termini di compliance e sovranità dei dati. Abbiamo chiesto a Vanessa Fortarezza se Saleforce si sposterà completamente sul cloud e se, in futuro, verranno attivate partnership con altri hyperscaler.
A tendere, Salesforce migrerà tutta la sua infrastruttura sul cloud, a parte mantenere dei data center “strategici” che continueranno a rimanere attivi. Per quanto riguarda l’apertura ad altri hyperscaler, l’intenzione c’è, ma è necessario un ulteriore sviluppo del codice sorgente, che in questo momento è stato scritto per sfruttare i servizi di AWS e dovrà essere adattato alle specifiche degli altri hyperscaler.
Per chiudere, ci sentiamo di sottolineare che ci sono indubbi vantaggi, sia per i vendor sia per i clienti, nel migrare sul cloud. Fin dalla fondazione di Edge9 siamo profondamente convinti che il cloud sia uno dei principali driver della trasformazione digitale delle aziende e quindi non possiamo che apprezzare la scelta strategica di Salesforce. Allo stesso tempo stiamo assistendo, soprattutto quando sul cloud vengono offerte soluzioni SaaS, alla tendenza a limitare le personalizzazioni e a consolidare l’utilizzo di processi standard. Questa tendenza ha degli aspetti positivi, perché sempre più aziende possono adeguarsi agli standard di mercato e alle best practice consolidate, ma è altrettanto vero che questo permette ai vendor di far scalare in modo impressionante i propri servizi, non sempre andando a soddisfare le esigenze di tutti i clienti.
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